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Poveri italiani...

Gli italiani sono diventati un popolo di indigenti. Il rapporto Caritas fotografa un paese in continuo declino

14 ottobre 2010

Non è vero che siamo meno poveri, come gli ultimi dati ufficiali sulla povertà (luglio 2010) farebbero pensare. Secondo l’Istat lo scorso anno l’incidenza della povertà relativa è stata pari al 10,8% (era 11,3% nel 2008), mentre quella della povertà assoluta risulta del 4,7%. Secondo l’Istat si tratta di dati "stabili" rispetto al 2008. In realtà, si tratta di un’illusione "ottica": succede che, visto che tutti stanno peggio, la linea della povertà relativa si è abbassata, passando da 999,67 euro del 2008 a 983,01 euro del 2009 per un nucleo di due persone. Se però aggiornassimo la linea di povertà del 2008 sulla base della variazione dei prezzi tra il 2008 e il 2009, il valore di riferimento non calerebbe, ma al contrario salirebbe a 1.007,67 euro. Con questa operazione di ricalcolo, alzando la linea di povertà relativa di soli 25 euro mensili, circa 223 mila famiglie ridiventano povere relative: sono circa 560 mila persone da sommare a quelle già considerate dall’Istat (cioè 7 milioni e 810 mila poveri) con un risultato ben più amaro rispetto ai dati ufficiali: sarebbero 8 milioni e 370 mila i poveri nel 2009 (+3,7%) [...]

Comincia così il decimo rapporto sulla povertà ed esclusione sociale della Caritas Italiana e della Fondazione Zancan, presentato ieri a Roma.
I poveri in Italia sono 8.370.000 e non 7.810.000 come dicono i dati ufficiali dell'Istat, ossia circa 560 mila persone in più.
Alle stime sui poveri, va aggiunto un 10%, quindi circa 800 mila italiani, di 'impoveriti'. Persone che pur non essendo povere hanno però cambiato il proprio tenore di vita, privandosi di beni e servizi precedentemente ritenuti necessari, e vivono in "forte fragilità economica".
La povertà, poi, si conferma un fenomeno del Sud, delle famiglie numerose o monogenitoriali, di chi ha bassi livelli di istruzione. Inoltre - continua il rapporto - "sempre più famiglie, in cui uno o più membri lavorano, sono povere".  Ecco alcuni dati che confermano questa situazione: nel 2009 il credito al consumo é sceso dell'11%, i prestiti personali del 13% e la cessione del quinto a settembre 2009 ha raggiunto il +8%. Il rapporto calcola un 10% in più di poveri da sommare agli oltre 8 milioni stimati. Gli ammortizzatori sociali non bastano, sostiene il rapporto Caritas-Zancan, "sono costati nel 2009 ben 18 miliardi di euro, una cifra enorme per un argine utile, ma fragile".
In estrema sintesi: in Italia cresce la povertà tra le persone di mezza età, i separati e i divorziati, le donne sole con figli, i precari, i licenziati, le famiglie monoreddito.

Nel biennio 2009-2010 (periodo della crisi economica), si registra un aumento medio del 25% del numero di persone che si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto. Questo aumento interessa in uguale misura tutte le regioni d'Italia. Fra queste persone, cresce del 40% la presenza di italiani, anche se una gran parte di povertà italiana continua a rimanere sommersa. Rispetto ai bisogni, il 65,9% riguardano la povertà, il 62% l'occupazione, il 23,6% l'alloggio. Le richieste, per circa il 50%, si riferiscono a beni e servizi materiali, come viveri e vestiti. L'aiuto della Caritas coinvolge sempre meno individui singoli. Sono interi nuclei familiari quelli che vanno a chiedere sostegno ai centri di ascolto. Si stima siano circa un milione le persone che beneficiano ogni anno del loro intervento. L'esperienza dei centri ascolto evidenzia, fra l'altro, "scarsa tempestività degli enti locali nell'affrontare le nuove povertà". Per il rapporto, lo stato di povertà "è sempre più veloce, complesso, multidimensionale. Anche se non si rimane a lungo in situazione di disagio economico, il persistere del 'fiatone' economico e il progressivo esaurimento delle risorse determina situazioni di disagio psicologico e conflittualità intrafamiliare".
La povertà registrata da Caritas e Fondazione Zancan si traduce, nella vita di tutti i giorni in difficoltà a pagare la spesa, il mutuo e le cambiali, evidenziata nel 2009 dal 14% di persone in più rispetto al 2008. Contrariamente ad altri paesi europei, in Italia più alto è il numero di figli maggiore è il rischio di povertà.

- "In caduta libera" X Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia sintesi dei contenuti (pdf)

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14 ottobre 2010
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