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Poveri noi...

In Italia si guadagna molto meno rispetto a tanti paesi europei. In Sicilia, il numero più elevato di famiglie povere dell'intera nazione

10 maggio 2005

Qualche mese fa dall'Ocse, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo, abbiamo saputo che gli stipendi degli italiani risultano negli ultimi posti di una classifica che vede invece nelle prime posizioni il Belgio, la Corea, la Germania, l'Irlanda, l'Austria il Regno Unito.
Sono ben 18 i Paesi dell'Ocse (30 in totale) in cui si guadagna più che in Italia. La differenza è di quasi 9.000 euro l'anno con il Paese in vetta alla classifica, cioè l'Australia; ma le buste paga del Belpaese restano assai più leggere anche di quelle di danesi, belgi, americani, giapponesi, solo per citarne alcuni.
Rispetto ai tedeschi, poi, il salario è quasi 6.500 euro in meno. Restando in Europa, invece, gli italiani possono vantare salari medi di poco più consistenti dei francesi e degli spagnoli.
Certo ci sono lavoratori che guadagnano molto, ma molto meno degli italiani dei francesi e degli spagnoli. In Messico, per esempio, si guadagna un quarto rispetto alla prima in classifica e, comunque, il 65% in meno che in Italia. Salari più bassi di quelli italiani anche in Ungheria, Repubblica Slovacca e Portogallo.

Quindi, dopo aver appurato che in Italia si guadagna poco rispetto a tanti altri paesi, osservando il panorama interno alla nostra nazione, veniamo a sapere che fra le regioni italiane quella a risultare la più povera è la Sicilia. Stavolta ad informarci sono i dati emersi dal primo ''Dossier sulle povertà'' del Centro regionale per la Carità della Conferenza episcopale siciliana, in collaborazione con la Caritas italiana, presentato qualche giorno fa nella sede della Cesi di Palermo.
Dati dai quali viene fuori che in Sicilia, una famiglia su cinque è povera: si tratta del 15,8% del totale delle famiglie siciliane, quasi il doppio del totale nazionale pari all'8,2%.

Secondo il dossier, le cause di povertà in Sicilia sono da attribuire al sistema economico poco efficiente con estese sacche di irregolarità e illegalità.
L'economista dell'Università di Messina, Guido Signorino, ha sostenuto che il sistema economico e la struttura distributiva in Sicilia ''producono povertà''. Per Signorino la Sicilia possiede un'economia di piccole e medie imprese che riescono a strutturarsi con difficoltà. L'isola è caratterizzata da una forte ''mortalità imprenditoriale'' soprattutto a carattere locale. Tra le cause del disagio sociale c'è anche un'alta percentuale di pensioni indennitarie. Soltanto nella provincia di Enna, è dell'11,81%.

La complessa situazione siciliana è emersa anche dai dati forniti dalle Caritas delle diocesi siciliane che hanno aderito al progetto ''Rete nazionale''. Secondo questi quadri statistici, offerti dai Cda (Centri di ascolto), nel primo semestre 2004 ''1.230 persone hanno chiesto aiuto alle Caritas parrocchiali''.
Si tratta in prevalenza di donne (58%) e per il 42% di uomini, che hanno una fascia di età compresa tra i 30 e 60 anni. Per metà coniugati o conviventi con un titolo di istruzione medio basso.
Il 40% di loro si rivolge al Cda per problemi di reddito o per mancanza di lavoro (466) o di abitazione (182).

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10 maggio 2005
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