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Pranzando per 40 anni con Gauguin e Bonnard

L'incredibile recupero di due capolavori dell'Impressionismo, rubati a Londra negli anni Settanta e finiti nella cucina di un operaio siciliano

03 aprile 2014

Un furto ad una ricca coppia di Londra nel 1970. Un treno misterioso. E un rocambolesco ritrovamento un mese fa, in Sicilia, nella cucina di un operaio in pensione.
Ha davvero dell'incredibile l'ultimo ritrovamento del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio culturale, svelato ieri insieme al ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini: due tele dei maestri dell'Impressionismo e dei Nabis Paul Gauguin e Pierre Bonnard, esattamente il "Fruits sur une table ou nature au petit chien" e "La femme aux deux fauteuils", ritrovate dopo più di 40 anni di oblio, appese nella parete della cucina di un ignaro signore, per un valore stimato di 15-35 milioni di euro, la prima, e 5-600 mila euro, la seconda.

Le due tele, racconta il Generale di Brigata Mariano Mossa, "non erano nemmeno nell'elenco delle opere da ricercare". La loro storia inizia a Londra, in casa dei coniugi Marks e Kennedy (dove Marks sta per Marks & Spencer, quelli della catena di abbigliamento). Le due tele spariscono. Rubate. A nulla valgono le indagini: i due capolavori sembrano svaniti nel nulla. In verità, ma questo si capirà solo pochi mesi fa, sono in viaggio. Arrivano prima in Francia attraverso la Manica e poi "salgono" su un treno Parigi-Torino. Ma, probabilmente, qualcosa va storto, forse alla frontiera. Di fatto, le due tele restano lì, a bordo del treno, e quando a Torino il personale sale per le pulizie le prende e le porta all'Ufficio oggetti smarriti.

Nel 1975, Ferrovie dello Stato mette all'asta tutti gli oggetti non reclamati. L’operaio, che ogni anno si reca all’asta che si teneva dietro alla stazione Porta Nuova, nota le due tele e se ne innamora. Succede, anche agli operai. In una c'è una tavola con della frutta, un cagnolino sullo sfondo, una dedica alla contessa di N(imal) e una data, 1889 (ovvero il periodo in cui Gauguin era in contatto con Van Gogh); l'altra ritrae una fanciulla in poltrona, nel verde di un giardino. Anche qui c'è un autografo, ma nulla di decifrabile per un occhio che non sia più che esperto.
Non era un'asta per ricconi. C'erano appassionati di oggetti strani e molti pensionati impegnati a far passare il tempo. Oltre al nostro operario, i due dipinti attirarono l’attenzione di un’altra persona e dopo una serie di rilanci da 500 lire a botta, il nostro si portò a casa le due opere - presentate come "Oli. Epoca presunta 1800. Autori ignoti e di nessun valore" - per 45 mila lire. Probabilmente l'operaio emigrato dalla Sicilia a Torino si sarebbe defilato se solo il suo avversario avesse fatto un'ulteriore offerta.

Le due tele (44 x 54, il Bonnard; e, dopo un taglio eseguito dai ladri, 46,5 x 53 il Gauguin) furono appese nel soggiorno della casa a Torino, poi, dopo la pensione, il nostro operaio ritornato in Sicilia, le appende in cucina.
È il figlio, studente d'architettura, poco tempo fa a incuriosirsi sfogliando un catalogo di Bonnard in cui riconosce un tratto a lui familiare. Chiama due esperti, che a loro volta chiedono l'aiuto dei Carabinieri. "Dopo la segnalazione - racconta il generale Mossa - siamo riusciti a rintracciare una sola fotografia, relativa all'asta dove era stato inizialmente acquistato il Gauguin, il 28 giugno 1961 a Londra. Il fatto che nessuna delle due opere comparisse in alcun catalogo successivo al 1964 ci ha insospettito. Era segno che le tele era state rubate o erano andate disperse". Poi, finalmente, eccole lì, fotografate sul The New York Times e su un quotidiano di Singapore del giugno 1970, a corredo di un articolo sul furto: le opere erano le stesse.

"Messo al corrente - racconta ancora Mossa - il signore siciliano ha consegnato spontaneamente le opere. Ora sono in corso contatti con le autorità britanniche. A noi risulta che i Marks- Kennedy non abbiano eredi, ma probabilmente ci saranno rivendicazioni che saranno valutate". Altrimenti, le tele, acquistate legalmente, potrebbero tornare a quell'operaio con l'animo da mecenate. E magari, questa volta, guadagnare anche una parete in salotto.

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03 aprile 2014
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