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Presi a... calcio

Il Financial Times dice che se in serie A c'è la Sicilia la crisi italiana è grave, mentre la Fifa dice che l'Italia non meritava i Mondiali

30 ottobre 2006

Qual'è lo sport più più amato dagli italiani? Quel'è lo sport più bello del mondo? Che domande inutile... Il calcio è tante cose, belle e brutte. Ha assunto un grande significato anche per chi non è interessato ad esso, è diventato lo specchio della società italiana contemporanea è ha dato, in buna sostanza, la misura del ''dove siamo arrivati''. Per la Sicilia il calcio è una grande opportunità, ed avere le tre maggiori squadre in serie A significa speranza per lo sviluppo dell'Isola.
E' una buonissima cosa, dicono in tanti, buona per le ricadute economiche e per quelle riguardanti l'immagine dell'intero territorio... o non è così?

Secondo Simon Kuper, giornalista del giornale più importante della City londinese, il ''Financial Times'', se la Sicilia vince e si trova nel massimo campionato di calcio presente sulla faccia della terra con ben tre squadre, ciò significa la crisi italiana è veramente grave, ''Perché - scrive Kuper - quando la Sicilia può competere vuol dire che il sistema è collassato''.
''Mentre il calcio nell'isola cresce, nel nord è collassato: solo il campionato argentino è andato in malora in modo altrettanto spettacolare'', ha scritto Kuper in un articolo che spara a zero sulla Sicilia, e quindi sul calcio del Belpaese, fin dal titolo (''Another kicking for southern Italy's football'', ''Un altro colpo per il calcio del Sud Italia''): ''Il calcio nell'isola non è mai stato così forte, con il Palermo primo in classifica e Catania e Messina in buona posizione. E come se non bastasse, tutto questo coincide con la cattura di Bernardo Provenzano, boss dei boss della mafia. Sarebbe quindi bello dire che questo simboleggia un rinascimento per la Sicilia, ma non è così. La crescita della Sicilia simboleggia il malessere dell'Italia, terra dei campioni del mondo''.

Kuper, giornalista sempre attento a non cadere nei luoghi comuni, in quest'acido articolo dedicato alla Sicilia e alla crisi del calcio italiano, dopo un'attenta ricostruzione della storia delle tre squadre siciliane, stavolta però non ci riesce, e nel suo articolo si leggono passi e accostamenti veramente deboli, di cattivo gusto e ''stupidini'': ''Non parleremo qui di teste di cavallo o di Al Pacino, ci rifiutiamo di criticare la Sicilia con vecchi luoghi comuni e, in ogni caso, sarebbe sciocco irritare persone capaci di fare offerte che non si possono rifiutare...'', oppure: ''Il rosanero così di moda in questi giorni a Palermo era raro da vedere in passato come lo sono le 'auto correttamente parcheggiate' ''; o ancora: ''Nel calcio, come in molte altre cose, la bella isola generalmente è stata sempre presa a calci''.
Dal riferimento alle voglie vendicative dei siciliani, ''perseguite non solo dai contadini zotici, ma anche da squadre di calcio e politici'' tra gli altri, secondo la citazione del criminologo Nigel Walzer, si passa alla citazione delle violenze generate dai derby siciliani (''E' stato come nel Libano'', è il commento affidato al capo della polizia di Catania, in riferimento alla partita con il Messina). ''En passant'', Kuper cita anche la suscettibilità degli isolani quando si parla di mafia (casi frequenti in Coppa Uefa).

''L'isola rimane disperata'', prosegue l'autorevole giornale inglese riferendosi alla classifica di vivibilità in Italia de 'Il Sole - 24 Ore', e nel calcio, che dopo la tempesta è entrato in una delicata stagione di ricostruzione, c'è da stupirsi che gli italiani guardino ancora la serie A, dopo le violenze, le bancarotte, la corruzione e il calo di spettatori. C'è da meravigliarsi che qualcuno ancora guardi la serie A''.

Il presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, ha voluto commentare emulando il classico umplomb britannico, e con distacco ha riferito: ''Un certo tipo di giornalismo inglese è davvero divertente per il suo basso livello. Non vale neanche la pena di prendersela, leggendo l'ennesimo astioso attacco che viene rivolto all'Italia e alla Sicilia in particolare''. ''E' il solito, patetico, tentativo di ridicolizzare l'immagine della Sicilia e dei siciliani - ha detto Cuffaro - disegnando un quadro che attinge al consueto repertorio pittoresco e folkloristico di sciocchezze. Stavolta si distorce la realtà dei successi del calcio siciliano, in crescita già da qualche anno, e non soltanto per lo scandalo dell'ultima estate''. ''L'uscita del Financial Times - ha detto infine Cuffaro - spicca per opportunità, a pochi giorni dalla partita di coppa Uefa tra i rosanero e il Newcastle, anche considerato il comportamento da hooligans dei tifosi del West ham, appena poche settimane fa a Palermo''.

E se da Londra si fanno analisi dell'indiscutibile decadenza del calcio italiano, portando come esempio qualcosa che, a nostro modesto parere, non centra nulla (appunto, il fatto che Palermo, Catania e Messina giochino bene, che c'azzecca?), dall'Australia arriva un altro affondo al gioco più amato dagli italiani, nientemeno che dal presidente della Fifa Joseph Blatter.
''L'Italia non meritava di accedere ai quarti di finale, perché il rigore concesso agli azzurri nella gara con l'Australia è stato un errore dell'arbitro''. Quattro mesi dopo la finale dei Mondiali di Germania, Joseph Blatter irrompe sulla scena chiedendo pubblicamente scusa ai tifosi australiani per quegli ottavi di finale vinti dall'Italia grazie al rigore che aveva scatenato le proteste della nazionale guidata dall'olandese Guus Hiddink. Il presidente della Fifa, in un'intervista alla tv australiana, ha detto che ''gli arbitri non erano al meglio''. Riferimento allo spagnolo Medina Cantalejo, che fischiò il penalty a favore degli azzurri, quel rigore che assicurò all'Italia la vittoria per 1-0 al 48'. ''L'Australia avrebbe dovuto logicamente passare ai quarti di finale al posto dell'Italia - ha detto Blatter - Perché andando ai tempi supplementari voi eravate 11 contro 10...''.
Oltre che sugli ''arbitri non al meglio'', il presidente della Fifa ha insistito sulle simulazioni dei giocatori. E qui il riferimento implicito è stato a quel rigore concesso per un fallo del difensore centrale Luca Neill ai danni di Grosso: ''Sono d'accordo con i tifosi australiani e mi devo scusare con loro'', ha detto ancora Blatter.

Le dichiarazioni di Blatter hanno provocato la dura reazione del vicecommissario Figc, Gigi Riva: ''Meritiamo molto più rispetto di quello che Blatter sta dimostrando. Il mondiale lo abbiamo vinto noi. Blatter si faccia un esame clinico''. ''Tante cose si sommano - ha detto dice il vicecommissario della Figc, che ai Mondiali era team manager azzurro -. Non è venuto alla premiazione mondiale ed è la prima volta nella storia del calcio. Senza dimenticare le due giornata date a Materazzi che hanno fatto ridere tutto il mondo. Quando lo abbiamo incontrato a Zurigo, voleva far far pace sull'episodio, ma partendo dalle scuse di Materazzi: gli abbiamo detto "non se ne parla", ricordandogli che Zidane in carriera è stato espulso otto volte per reazioni violente''.
Da parte sua, Marcello Lippi ha preferito glissare: ''Lo vengo a sapere adesso, non ho letto nulla al riguardo. Per questo preferisco, almeno per ora, non rilasciare commenti. Quando mi sarò fatto un'idea più precisa potrò esprimere un'opinione''.

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30 ottobre 2006
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