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Presidente del "buon" Consiglio ...

Lavitola: "Mi presento ai giudici". Berlusconi: "No, resta all'estero"

09 settembre 2011

Lavitola chiama il premier e chiede: "Torno, mi presento ai giudici e spiego ogni cosa?". "No, resta all'estero" risponde Berlusconi. Il testo della telefonata tra i due, avvenuta il 24 agosto, prima della latitanza dell'ex direttore dell'Avanti!, è pubblicato dall'Espresso in edicola oggi.
Il colloquio avviene subito dopo lo scoop di 'Panorama' che rivela l'esistenza di una inchiesta della procura di Napoli su Lavitola per estorsione nei confronti del presidente del Consiglio. Lavitola telefona a Berlusconi da Sofia, da dove vola direttamente in Brasile.

L'avvocato del premier, Niccolò Ghedini, smentisce quanto pubblicato da L'Espresso. "Con reiterate violazioni del segreto e comunque con violazione del divieto di pubblicazione - dice l'avvocato -, continuano ad uscire dalle indagini in corso a Napoli notizie ed atti, addirittura a volte in tempo reale rispetto agli accadimenti stessi. La notizia apparsa sul sito dell'Espresso che il Presidente Berlusconi avrebbe detto al Lavitola di non tornare è del tutto assurda ed infondata". "Durante una conversazione privata e del tutto irrilevante per il procedimento in corso - aggiunge - di cui fra l'altro non si conosce neppure l'autenticità o la completezza, il Presidente Berlusconi si sarebbe limitato a ribadire al Lavitola la sua totale tranquillità ed estraneità ad ogni vicenda. A fronte di tale certezze il presidente Berlusconi non avrebbe avuto motivo di consigliare a Lavitola di tornare precipitosamente in Italia, ritenendo quindi che potesse rientrare nei tempi dallo stesso già previsti". "In quel momento - dice ancora Ghedini - non c'era alcun provvedimento di custodia nei confronti di Lavitola".

L'opposizione però attacca. "Se è vero che Berlusconi ha consigliato a Lavitola di restare all'estero, siamo di fronte ad un presidente del Consiglio che invita alla latitanza, un faccendiere su cui pendono pesanti accuse pur di tutelarsi ed evitare che l'autorità giudiziaria accerti i gravi fatti in cui è coinvolto: uno scandalo che, se confermato, impone dimissioni immediate" afferma Felice Belisario, presidente dei Senatori Idv e componente del Copasir.
"La difesa d'ufficio dell'avvocato del premier non fa alcuna chiarezza e non dà quelle certezze sulla trasparenza e la non ricattabilità richiesta ad un capo di governo", dice la capogruppo del Pd in commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti. "E poi - aggiunge - davanti a Lavitola che si poneva il problema di rientrare per chiarire con l'autorità giudiziaria, quale capo del governo, rispettoso delle istituzioni, avrebbe consigliato di restare all'estero?".
Per il vicepresidente di Futuro e libertà, Italo Bocchino, "ci sarebbe bisogno di un passo indietro di Berlusconi, anche alla luce di quest'intercettazione". Per Bocchino, "sarà bene sapere tra poco per quale ragione Berlusconi non voleva il rientro di Lavitola, forse perchè se Lavitola parla racconta gli affari sporchi che ha gestito per suo conto, compreso il dossier falso sulla casa di Montecarlo". Un riferimento al ruolo attivissimo di Lavitola nel procurare documenti proprio sulla vicenda dell'appartamento di Montecarlo, che ha coinvolto il presidente della Camera Gianfranco Fini.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

- E B. disse a Lavitola: "Non tornare" di Lirio Abbate (L'Espresso)

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09 settembre 2011
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