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Preso "l'ambasciatore dei boss in Sud America"

Il boss Bonomolo, latitante dal 2007, è stato arrestato in Venezuela

28 agosto 2012

Gli uomini della sezione Catturandi della questura di Palermo, del Servizio centrale operativo della Polizia e dell'Interpol hanno arrestato il boss latitante Salvatore Bonomolo. La cattura è avvenuta in Venezuela: al blitz ha partecipato la polizia dello Stato sudamericano.
Ricercato dal 2007 per associazione mafiosa ed estorsione, Bonomolo è esponente della famiglia mafiosa di "Palermo Centro" inserita nel mandamento di "Porta Nuova".
L'operazione nasce da un'attività investigativa iniziata ad aprile e conclusa con l'arresto di Bonomolo nella cittadina venezuelana di Porlamar, nell'isola di Margarita.Il capomafia è stato preso in un centro commerciale, il "Sambil".

Bonomolo, 47 anni, è stato fermato venerdì sera dalla polizia locale, sulla base delle indicazioni ricevute dagli investigatori della sezione Catturandi della squadra mobile di Palermo. Bonomolo non aveva mai interrotto i suoi contatti con la Sicilia, e gli è stato fatale. Da aprile, i poliziotti della Mobile erano sulle sue tracce, e poco a poco il cerchio si è stretto, fino all'individuazione del residence dove si nascondeva. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal sostituto Lia Sava.
Gli inquirenti ritengono che in questi ultimi anni Bonomolo abbia fatto velocemente carriera in Cosa nostra: da esattore del pizzo, al servizio della famiglia di Palermo Centro, sarebbe diventato uno degli ambasciatori dei boss siciliani in America Latina, probabilmente per nuovi affari di droga.

Naturalmente, lui continua a negare tutto. Ai poliziotti venezuelani ha addirittura denunciato uno scambio di persona: al momento dell'arresto, ha detto di essere un tranquillo turista italiano in viaggio di piacere. Ma non ha convinto, anche perché le indicazioni della nostra polizia erano molto precise. La prova delle impronte digitali ha dato la certezza sulla sua identità.
Adesso, Bonomolo è detenuto in un carcere di Caracas, in attesa dell'udienza che dovrà decidere per l'estradizione. In Italia l'aspetta una condanna a 10 anni e 4 mesi per associazione mafiosa ed estorsione.

"Mai come in questi casi va ricordato come è davvero importante l'impegno degli investigatori. L'indagine è partita da Palermo per proiettarsi su scenari internazionali e lì grazie al coordinamento con l'Interpol e le polizie locali è stato possibile portare a termine l'operazione. È la dimostrazione che non ci sono paradisi di impunità e quanto sono importanti le intercettazioni, teniamoci stretti questo strumento d'indagine fondamentale". Lo ha detto il procuratore Ingroia.  "Questo arresto - ha concluso Ingroia - capita in un momento particolare per me, visto che tra qualche settimana andrò in Guatemala. Nel percorso professionale bisogna guardare non solo a casa nostra ma anche fuori, alle mafie transnazionali".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

 

 

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28 agosto 2012
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