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Prigioniero politico...

Marcello Dell'Utri commenta la sentenza della Cassazione: "È stata una sentenza politica"

12 maggio 2014

"Io sono un prigioniero" e "questa è una sentenza politica". Marcello Dell'Utri, in un colloquio con Repubblica, aggiunge: "Non sono fuggito e non sono un latitante". Intervistato da Francesco Viviano, che è riuscito ad avere un faccia a faccia con l’ex senatore di Forza Italia nell'ospedale dove si trova ancora ricoveraato, Dell'Utri ha spiegato il carattere "politico" della sentenza a suo carico: "Una sentenza già scritta di un processo che mi ha perseguitato per oltre 20 anni soltanto perché ho fatto assumere Vittorio Mangano come stalliere nella villa di Arcore del Presidente Silvio Berlusconi. Una persona per me davvero speciale anche se aveva dei precedenti penali: per me Mangano era un amico e basta".

"Ero un libero cittadino - aggiunge quindi - avevo un regolare passaporto e potevo andare dove volevo. Ho scelto il Libano perché qui ci sono medici bravissimi. E sono partito in compagnia di mio figlio Marco. Non sono fuggito, come è stato scritto".
"Io so chi è Gemayel (Amin Gemayel, ex presidente del Libano - ndr), certo che lo conosco - prosegue l'ex senatore -, ma non l'ho mai incontrato durante la mia permanenza in Libano. Non c'era motivo: non ho avuto alcuna "protezione", né "assistenza", sono venuto qui da solo e basta".
Infine, su Vincenzo Speziali (imprenditore calabrese che voleva aiutare l'ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena, attualmente latitante, a raggiungere Beirut, ndr) Dell'Utri afferma: "Vincenzo Speziali? Il nipote omonimo del mio ex collega di partito? Certo che lo conosco, l'ho incontrato diverse volte perché voleva candidarsi nel Pdl e quindi l'ho incontrato, ma è ormai da tempo che non lo vedo e non lo sento. Non so da dove spuntino questi tabulati".

Intanto, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, riguardo l’estradizione di Dell’Utri, si è detto  "assolutamente fiducioso" anche se, ammette, "c'è un atteggiamento sospetto".
Inseguito dai giornalisti al Salone del libro di Torino, il ministro Orlando ha poi aggiunto: "Sono fiducioso perché mi attengo a ciò che è scritto nei trattati e parto dall'attività svolta dalla Procura generale di Palermo e dal ministero. Credo ci siano tutte le condizioni per cui le azioni che abbiamo messo in campo possano andare a buon fine".
Il ministro ha infine insistito: "Abbiamo fatto tutto quanto previsto dai trattati, e anche di più, con particolare scrupolo. E non perché si tratta di Dell'Utri. Facciamo tutto il possibile e anche di più affinché la sentenza possa avere attuazione".

- "Io, un prigioniero politico. Se estradato, voglio i servizi sociali come Berlusconi" di F. Viviano (Repubblica.it)

- "Il giudice libanese vuole interrogare Dell’Utri" di Giuseppe Guastella (Corriere.it)

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- Condanna definitiva per Marcello Dell'Utri (Guidasicilia.it, 10/05/14)

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12 maggio 2014
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