Prima catanese per lo "Stabat Mater" in siciliano di Giovanni Sollima
Sabato 11 dicembre prima al Teatro massimo "Vincenzo Bellini". Il testo dell’opera è di Filippo Arriva
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"Madunnuzza, Madunnuzza" è il sottotitolo dell'inedito "Stabat Mater" - per controtenore, coro, theremin e orchestra - commissionato dal Teatro massimo 'Vincenzo Bellini' di Catania e firmato dal compositore e violoncellista Giovanni Sollima insieme a Filippo Arriva, autore del testo originale in siciliano.
La prima assoluta è fissata per l'11 dicembre, con replica l'indomani, nell'ambito della stagione concertistica.
Sollima sarà impegnato anche sul podio e il controtenore Raffaele Pe come voce solista, al theremin Lina Gervasi, maestro del coro è Luigi Petrozziello.
"Un impegno qualificante per l'ente lirico etneo - affermano il commissario straordinario Daniela Lo Cascio e il sovrintendente Giovanni Cultrera - che promuove la commissione di nuove opere a prestigiosi autori siciliani, affidandone l'esecuzione alle proprie formazioni orchestrali e corali".
"Questo 'Stabat Mater' - spiega Sollima - nasce da una proposta di Filippo Arriva, al quale si devono i bellissimi versi. Per la verità ne aveva parlato a Riccardo Muti, che gli indicò me come compositore. È un lavoro in otto movimenti. I versi, pur ispirandosi alla 'Lauda' di Jacopone da Todi, sono molto intensi. La scrittura - aggiunge - è visionaria, febbrile, ed è interamente in siciliano anche arcaico. Io ho cercato diverse forme di vocalità che vanno dalla voce incredibile di Raffaele Pe al theremin, fino ad arrivare a un certo utilizzo delle percussioni. Mi muovo tra il rituale e i tanti risvolti, o livelli, di un dolore, evitando ogni forma di folklore".