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Prima fu un triangolo marrone...

Sull'ipotesi di prendere le impronte ai bambini Rom. I dubbi, i timori, i disaccordi

27 giugno 2008

"Un'ulteriore garanzia per la tuttela dei loro diritti". Ecco cosa sarà, secondo il ministro dell'Interno Roberto Maroni, la "raccolta" delle impronte digitali dei residenti dei campi nomadi. Un censimento nel quale saranno coinvolti pure i bambini, che dovranno apporre le proprie personalissime e uniche traccie in uno schedario.
Ma non sarà una “schedatura etniche”, tiene a precisare Maroni.
Le impronte saranno prese solo ai Rom; verranno catalogate, si presume, in un apposito schedario, ma non sarà una schedatura etnica...
Le Forze dell'Ordine "prenderanno le impronte anche dei minori proprio per evitare fenomeni come l'accattonaggio e garantire a chi ha il diritto di rimanere di poter vivere in condizioni decenti. E mandare invece a casa chi non ha il diritto di stare in Italia", ha detto il ministro; le Forze dell'Ordine saranno però affiancati dal personale della Croce Rossa italiana. Da una parte la severità della legge, dall'altra l'umanità di un Paese che ospita...

Secondo il Garante della privacy, Francesco Pizzetti, prendere le impronte ai minorenni rom può essere una pericolosa "discriminazione", per questo ieri mattina ha riunito l'organismo di controllo, ha valutato notizie e dichiarazioni, e ha deciso di convocare i supercommissari per l'emergenza rom, cioè i prefetti di Roma, Milano e Napoli. Milano, soprattutto, dove il prefetto Gian Valerio Lombardi ha avviato da un paio di settimane la schedatura dei rom che vivono in campi rom per avere la lista dei nomadi che possono sostare nei campi.
Il Garante per la protezione dei dati personali ritiene che la rilevazione delle impronte digitali anche dei minori, "pur nell'ambito dell'attività di identificazione e di censimento delle comunità di nomadi", potrebbe coinvolgere "delicati problemi di discriminazione che possono toccare anche la dignità delle persone e specialmente dei minori". Ecco perché è necessario ascoltare i tre supercommissari che da settimane stanno eseguendo la direttiva del ministro Roberto Maroni. Pizzetti ha già scritto ai tre prefetti chiedendo di sapere e capire le modalità di acquisizione, tempi di conservazione e finalità della raccolta dei dati. E' un censimento o una schedatura? La differenza lessicale è minima. Quella sostanziale può essere un abisso.

Per il sindaco di Milano, Letizia Moratti, e quello di Roma, Gianni Alemanno prendere le impronte digitali per i bambini Rom può essere vista come un'opportunità di tutela. Il sindaco del capoluogo lombardo, che ha precisato però di non aver letto il testo, ritiene che questo provvedimento potrebbe anche facilitare il compito delle forze dell'ordine. Secondo Alemanno "la proposta del ministro Maroni non è volta a registrare o a schedare i minori nomadi ma a proteggerli. I minori nomadi vengono spesso usati per l'accattonaggio e sfruttati, interscambiandoli da famiglia a famiglia ed evitando così le norme sulla revoca della patria potestà".

Assolutamente contrario alla proposta del titolare del Viminale è invece il comitato italiano dell'Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, che attraverso il suo presidente, Vincenzo Spadafora, ha espresso "stupore e grave preoccupazione". "Verrebbe da proporre al ministro, per rispettare il diritto all'uguaglianza di tutti i bambini, di schedare allo stesso modo tutti i bambini italiani - commenta Spadafora -. Ci auguriamo che si tratti di una proposta provocatoria destinata a non avere seguito. I bambini rom non sono diversi dagli altri bambini, e tra l'altro molti di loro sono cittadini italiani a tutti gli effetti, ma soprattutto i bambini non possono e non devono essere trattati come gli adulti. Non si può, per proteggere i bambini, violare i loro diritti fondamentali. Non dobbiamo criminalizzare le vittime. Dobbiamo invece colpire chi abusa e sfrutta i bambini".

Per il ministro dell'Interno la misura è invece ottima, e anche ieri ha ripetuto che il governo andrà avanti fino in fondo sul tema della sicurezza, in particolare sui nomadi: "Non ci faremo impressionare o fuorviare da chi esprime giudizi e conosce poco questa terribile realtà che fa dell'Italia uno dei Paesi più arretrati al mondo". Identificare, per altri schedare, e prendere le impronte ai minori è - secondo il ministro - "una norma che punta al superamento dell'emergenza nomadi", una realtà per cui "i bambini vivono nei campi in mezzo ai topi".
Il nesso causa-effetto tra topi e impronte digitali sfugge un po' e Maroni lo ha spiegato così: sapere chi sono i minori rom, quanti sono, dove vivono e con chi è il fondamento "per rispettare il loro diritto all'infanzia" e dire basta ad abusi e sfruttamenti, anche quelli a cui li sottopongono i genitori. Un altro intendimento del ministro, infatti, è quello di togliere la patria potestà a chi manda i figli a rubare o a chiedere l'elemosina. Anche solo a vendere rose. "Del resto - ha aggiunto Maroni - nel 2007 l'allora ministro Rosi Bindi disse che occorreva difendere i minori anche ricorrendo alla rilevazione delle impronte digitali".

Le spiegazioni di Maroni non hanno però convinto tutti. "Ma cosa succederebbe se invece che bambini rom scrivessimo bambini ebrei?" è la provocazione di Anna Finocchiaro. "Quali sarebbero le reazioni e le considerazioni? - aggiunge la presidente dei senatori del Pd - Credo proprio che il ministro Maroni debba riflettere bene prima di fare certi annunci". Fare liste è sempre pericoloso. Chi garantisce sull'uso legittimo di quelle liste? Contrari in blocco i Radicali: "Censimento è una cosa, prendere le impronte un'altra. Non ci stiamo" ha detto Rita Bernardini.
Con il ministro Maroni si è schierato compatto il Pdl, da Maurizio Gasparri (An) a Gabriella Carlucci (Fi), vicepresidente della Commissione Infanzia. D'accordo anche un tecnico come Simonetta Matone, ex presidente del Tribunale dei minori di Roma e ora capo di gabinetto alle Pari Opportunità: "Troppo spesso il pregiudizio ideologico frena la tutela e la difesa dei bambini. Prendere le impronte digitali è una prassi consolidata da sempre negli uffici giudiziari minorili. In tribunale ci sono pacchi alti così di impronte digitali di piccoli rom". Quattro eurodeputati di Rifondazione comunista hanno interrogato l'Unione europea sulle ultime iniziative del governo italiano. Le suore missionarie comboniane hanno consegnato addirittura un comunicato per dire che "lungi dal servire e difendere i piccoli zingari, la proposta ha il sapore del razzismo etnico, una sorta di moderno triangolo marrone che classifica da subito come delinquenti i bambini zingari".

L'Unicef: "I bambini Rom non sono diversi dagli altri bambini"
"L'Unicef Italia esprime stupore e grave preoccupazione per la proposta del Ministro degli Interni Roberto Maroni di avviare un censimento dei bambini presenti nei campi rom, mediante impronte digitali. Verrebbe da proporgli, per rispettare il diritto all'uguaglianza di tutti i bambini, di schedare allo stesso modo tutti i bambini italiani. Ci auguriamo che si tratti di una proposta provocatoria destinata a non avere seguito"
. Questo è quanto ha dichiarato il neo presidente dell'Unicef, Vincenzo Spadafora, a seguito della proposta del Ministro degli Interni Roberto Maroni.
Secondo Spadafora "i bambini rom non sono diversi dagli altri bambini (tra l'altro molti di loro sono cittadini italiani a tutti gli effetti), ma soprattutto i bambini non possono e non devono essere trattati come gli adulti. Sono mesi ormai che l'attenzione delle istituzioni, nonché dell'opinione pubblica e dei mass media italiani si concentra sulle comunità rom presenti nel nostro territorio. Un'attenzione che, come Unicef Italia, chiediamo non si trasformi in principi di discriminazione verso popolazioni e soprattutto bambini in condizioni di evidente vulnerabilità".
Infine, ha concluso il presidente di Unicef Italia, "auspichiamo che il Governo italiano affronti le tematiche relative alla sicurezza senza trascurare i diritti dei bambini, tra cui quelli di essere tutelati e non essere discriminati, come ricorda la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia, ratificata dall'Italia con legge n° 176 del 27 maggio 1991". [Aise]
 
- "Le impronte dei bimbi rom e il silenzio della Chiesa" di F. Merlo

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27 giugno 2008
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