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Prima la ferrovia, poi il Ponte

Dopo il disastro l'arcivescovo Marra dice ciò che la maggior parte dei siciliani pensa

22 luglio 2002
"Non si può fare il Ponte sullo Stretto lasciando la ferrovia con una monorotaia. Sarebbe un assurdo".

Lo ha detto l' arcivescovo di Messina Giovanni Marra, in visita sul luogo della tragedia, parlando con i giornalisti.

"Bisogna disegnare un progetto che non duri 50 anni come la Cassa per il Mezzogiorno - ha proseguito il presule. Il ponte lo vedo valido nella prospettiva che le autostrade e le ferrovie di Calabria e Sicilia concorrano insieme a realizzare sviluppo e sicurezza".

L' arcivescovo ha sottolineato altre condizioni di arretratezza di questa provincia: "a Messina sono da rifare le baracche del terremoto del 1908. Ma attenzione, non vorrei che con la scusa di non fare qualche cosa non si faccia nè l' una nè l' altra cosa".

Sul banco degli imputati è salita la classe politica nazionale e regionale: "Bisogna avere il coraggio di programmare tutto e fare tutto - ha aggiunto Marra - naturalmente con il tempo che ci vuole, ma non mezzo secolo. È passato mezzo secolo di Cassa per il Mezzogiorno, che all' inizio ci aveva dato speranze. Ma strutture elementari non sono state realizzate. Sono pesi che gravano su chi ha avuto la responsabilità politica della Sicilia e del Mezzogiorno. Non possiamo più tollerare, accettare questa realtà - conclude l' arcivescovo - non è più il tempo di polemiche, guardiamo a tutto quello che è necessario per lo sviluppo del Sud". 

Fonte: GdS

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22 luglio 2002
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