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Prima udienza del nuovo processo a Totò Cuffaro

"Affronto questo nuovo processo con grande serenità. Rispetto la magistratura e accetterò qualunque decisone"

15 aprile 2010

Prima udienza del nuovo processo a carico dell'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo, cominciato in tarda mattinata nell'aula 24 del nuovo palazzo di giustizia di Palermo davanti al gup di Vittorio Anania, si svolge a porte chiuse perché è con il rito abbreviato. A gennaio Cuffaro è stato condannato, sempre a Palermo, a sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra (LEGGI).
L'accusa è rappresentata dai pubblici ministeri Antonino Di Matteo e Francesco Del Bene. Totò Cuffaro stamane era presente in aula.

"Affronto questo nuovo processo con grande serenità. Rispetto la magistratura e accetterò qualunque decisone"
, ha detto l'ex governatore siciliano appena cominciata l'udienza. Rispondendo ai cronisti, Cuffaro si è detto certo della serenità del giudice. Parlando della vicenda giudiziaria che vede protagonista il nuovo presidente della Regione, Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, Cuffaro ha detto: "Per la Sicilia mi augurò che non ci sia un nuovo caso Cuffaro", e il suo auspicio è che i fatti abbiano un esito differente da quelli da lui vissuti e conclusasi con una condanna e con le sue dimissioni.

Uno dei difensori di Cuffaro, Oreste Dominioni, ha presentato al gup Anania una eccezione per 'ne bis in idem', secondo cui non si può essere processati due volte per lo stesso reato, riferendosi al processo che recentemente si è concluso con la condanna di Cuffaro.
Dura l'opposizione dei pm Di Matteo e Del Bene che hanno sostenuto che le accuse mosse all'ex governatore nel giudizio attuale "riguardano un periodo ben più esteso e fatti ulteriori rispetto al primo processo". "Qui - ha detto Di Matteo - c'è in discussione l'esistenza di un patto elettorale-politico-mafioso che si dispiega in un lasso di tempo che va dagli anni 90 a dopo l'elezione a governatore di Cuffaro. Nel primo processo si discuteva solo di due episodi di favoreggiamento relativi al 2001 e al 2003".
A una delle contestazioni fattegli dalla procura che lo accusa di avere stretto un patto politico-elettorale-mafioso con Cosa nostra fin dagli anni '90 l'ex presidente ha risposto: "Ho sempre ammesso di avere incontrato Angelo Siino nel '91 e di avergli chiesto i voti, ma non sapevo che era un mafioso e non lo sapevano nemmeno gli inquirenti, che infatti, non lo avevano ancora arrestato. Peraltro Siino mi disse che doveva sostenere altri candidati e che non mi avrebbe votato".
Il gup Vittorio Anania si è riservato di decidere sull'eccezione il 29 aprile, data di rinvio dell'udienza.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

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15 aprile 2010
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