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Primo giorno al Colle

E' inizia la nuova vita di Sergio Mattarella, neo presidente della Repubblica italiana. In Sicilia cambierà qualcosa?

05 febbraio 2015

Per Sergio Mattarella è iniziata una nuova vita, quella da presidente della Repubblica italiana. Ieri è stato il suo primo giorno al Colle e dalle stanze del Quirinale, come prima cosa, è tornato a parlare di terrorismo. Lo ha fatto durante la visita alle Fosse Ardeatine, il primo luogo che ha visitato subito dopo la sua nomina, poi durante il discorso di insediamento, ricordando il piccolo Stefano Taché ucciso nell’82 nell'attentato alla sinagoga di Roma compiuto da un commando palestinese, e ieri il suo primo messaggio è stato per Abdallah II, re di Giordania, Paese sconvolto dall'uccisione del pilota nelle mani dell'Is, bruciato vivo in una gabbia. "Ho appreso con orrore della barbara uccisione del tenente dell'Aeronautica giordana, Moath El-Kassasbeh" - ha scritto nel messaggio il capo dello Stato - condannando "con la massima fermezza questo gesto di efferata violenza". "Sono certo che questa tragica morte rafforzerà ulteriormente l'unità del popolo giordano - ha aggiunto - e la collaborazione della comunità internazionale per sconfiggere la piaga del terrorismo".

Intanto si infittisce l'agenda del nuovo inquilino del Colle. La prossima settimana Sergio Mattarella sarà al Csm, di cui è il presidente, in occasione della nomina del nuovo Pg della Cassazione da parte del plenum. La data esatta dovrebbe essere definita nei prossimi giorni. Martedì prossimo, alle 16.30, parteciperà invece alle celebrazioni per il Giorno del ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Resta poi il nodo della squadra del Colle. Nelle prossime ore Mattarella dovrebbe annunciare i nuovi incarichi. Il presidente ha chiesto al segretario generale e ai consiglieri in carica di rimanere nell'esercizio delle proprie funzioni fino alle decisioni definitive.

Dunque, il nuovo presidente della Repubblica italiana si prepara a rappresentare tutti gli italiani al cospetto delle istituzioni, e tutti gli italiani, compreso le istituzioni davanti al mondo intero.
Ma con Sergio Mattarella al Colle per la Sicilia cambierà qualcosa? Un quesito che, nell’isola in particolar modo, pensiamo si pongano in tanti e che il quotidiano online SiciliaInformazioni.com analizza in un articolo che riportiamo di seguito.

Che cosa cambierà in Sicilia con il siciliano al Colle…
Che cosa cambierà in Sicilia con Sergio Mattarella al Quirinale? È una domanda che in questi giorni si pongono in tanti, nei bar e nelle stanze dei bottoni. Oggetto di analisi o di semplice conversazione, la presenza di un siciliano al Colle pone qualche interrogativo e divide.
La risposta non è mai netta, univoca. Si preferisce il condizionale, si evocano scenari. Gli scettici affermano che non cambierà proprio nulla, ma ammettono che il Presidente della Repubblica possa influenzare le istituzioni siciliane attraverso la moral suasion. Poco o niente, dunque.
Sergio Mattarella, è opinione comune, rimarrà lontano mille miglia dalle vicende politiche siciliane, a meno che esse non lo coinvolgano, circostanza eccezionale. Del resto è da parecchi anni, ancor prima venisse eletto dal Parlamento giudice costituzionale, che Mattarella si tiene a debita distanza dalle questioni isolane.

Da giudice costituzionale questa distanza si è allargata, ma nell’unico episodio che invece è stata abbattuta, Mattarella ha modificato in modo sostanziale una norma di grande rilievo dello Statuto speciale, quella che mantiene in Sicilia il Commissario dello Stato. E questo ci riconduce al punto nodale. Da membro della Consulta, Sergio Mattarella, ha esercitato in pieno il suo ruolo, occupandosi della Sicilia. E’ stato lui ad aprire il "fascicolo", lui ad istruirlo, lui a redigere la sentenza che abolisce il Commissariato dello Stato.
Sulla decisione in Sicilia, com’è noto, si sono avuto reazioni contrapposte. Alcuni hanno plaudito, altri hanno dissentito. I primi credono che l’abolizione ridia la sovranità al Parlamento regionale, sottoposto alle censure di un Prefetto, i secondi, invece, pongono l’accento sulla "normalizzazione": la Sicilia è stata allineata alle regioni a statuto ordinario, che non hanno né Commissario di governo, né commissario dello Stato.

Qual era la intenzione di Mattarella, normalizzare o regalare sovranità? Anche su questa domanda, le risposte non sono univoche, tutt’altro. Una cosa è certa, il Presidente della Repubblica non è stato mai tenero con le istituzioni siciliane ed ha manifestato, in passato, più volte con accenti severi, la sua contrarietà.
Se le cose stanno così, allora, in Sicilia dovranno stare con due piedi in una scarpa. Più attenzione e più rigore verso la propria terra. Si pretende di più e di meglio da chi si ama.

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05 febbraio 2015
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