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Processi brevi, brevissimi...

Il ddl presentato ieri al Senato per l'Associazione dei Magistrati è: ''Una riforma devastante''

13 novembre 2009

Il Pdl e la Lega hanno presentato ieri al Senato il testo del ddl per il cosiddetto processo breve. Lo hanno illustrato ai giornalisti il presidente e il vice presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello. Il testo porta la firma anche del capogruppo del Carroccio Federico Bricolo, del capogruppo leghista in commissione Giustizia e dei componenti della maggioranza. Il ddl, che porta il titolo 'Misure per la tutela dei cittadini contro la durata indeterminata dei processi', è composto da tre articoli e prevede, tra l'altro, la prescrizione dei processi in corso in primo grado per i reati "inferiori nel massimo ai dieci anni di reclusione" se sono trascorsi più di due anni a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero senza che sia stata emessa la sentenza.
Anche il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha dato la sua adesione al ddl.

"Nel quadro della riforma della giustizia, che comprenderà anche interventi costituzionali, a nostro avviso va anche aperta una riflessione sul tema dell'immunità parlamentare. Ricordiamo che l'immunità parlamentare era un tassello di un sistema concepito per regolare in modo equilibrato i rapporti fra politica e magistratura", ha dichiarato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl.
"Condivido lo spirito e il senso di questo ddl che va nella direzione di un'accelerazione dei processi". Ad affermarlo il ministro della Giustizia Angelino Alfano. "E' chiaro che stiamo lavorando - ha aggiunto - per abbinare anche un'ulteriore modalità di efficienza, la digitalizzazione, maggiori risorse, più efficacia ed efficienza dell'organizzazione degli uffici".

Ma fuori dagli ambienti del centrodestra il progetto - che ha come effetto quello di "tagliare" non solo i processi del Cavaliere, ma anche molti altri dibattimenti - ha provocato una vera e propria rivolta in parlamento e tra le toghe, mentre anche costituzionalisti di area di centrodestra, come Antonio Baldassarre, hanno espresso i propri dubbi sui profili di incostituzionalità. Proprio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale, ritenuto vicino alla destra, ha definito il ddl "incostituzionale" e "imbarazzante". E spiega, dicendosi "desolato innanzitutto come cittadino", che il provvedimento viola il principio di uguaglianza soprattutto perchè si applica a "reati gravissimi, come quelli di corruzione e concussione" mentre tra quelli esclusi ce ne sono alcuni "lievi".

Il disegno di legge sul 'processo breve' "dice che dopo due anni il processo non si deve fare più e per questa ragione migliaia di processi dei maggiori scandali italiani andranno tutti dichiarati estinti. E' la più grossa amnistia mascherata della storia e, ancora una volta, l'Italia dei valori dal 5 dicembre si impegnerà a raccogliere le firme per un nuovo referendum perché anche questa volta questa legge è incostituzionale, immorale e contro gli interessi del Paese". Questa la dichiarazione del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "La giustizia - ha aggiunto - deve essere il più breve possibile nel senso che nel più breve tempo possibile si deve avere una sentenza di merito per sapere se un signore è una brava persona o un delinquente, non per avere l'estinzione del processo. E' somma ingiustizia quella di non fare più il processo dopo che è passato un certo periodo di tempo, è grande giustizia farlo il processo nel tempo prestabilito. Per fare questo ci vogliono più strutture, più risorse, più mezzi e non estinguere il processo come a dire 'siccome si scopre la malattia è meglio ammazzare il medico'". "Stiamo parlando - ha ribadito infine il leader dell'Idv - di un ddl che non solo è immorale ma soprattutto incostituzionale perché permette ad alcune persone di rimanere sempre incensurate anche se commettono tanti reati, perché per gli incensurati il processo non si fa più. E' la più grossa truffa che viene realizzata ai danni della Costituzione".

Da parte del Partito democratico, per la presidente dei senatori Anna Finocchiaro, sul testo del ddl della maggioranza ''confermo le perplessità espresse nei giorni scorsi". Di fatto, afferma, "il reato si prescrive dopo due anni dalla data di rinvio a giudizio" e ciò significa che "per reati molto seri non si ultimeranno i processi: penso ai processi Eternit, Thyssen, Cirio e Parmalat". La Finocchiaro non si è limitata alle critiche di merito. Fuori dalla visuale delle telecamere, a palazzo Madama, ha un inedito gesto di stizza che la spinge a sbattere una copia del testo del ddl contro la porta. E poi esclama: "L'Eternit va al macero, ma si procede per furto aggravato dei Rom...".
Il provvedimento, secondo il segretario del Pd Pierluigi Bersani, potrebbe essere a rischio incostituzionalità. "Norme per snellire il sistema giustizia sono auspicabili e il Pd ha presentato una serie di proposte in merito. Ma norme per far saltare processi in corso non sono accettabili e se si dovesse andare ad uno scontro su questo, non sarà responsabilità nostra. Questo ddl è inaccettabile e daremo battaglia".

Associazione nazionale magistrati in rivolta: "Riforma devastante" - "La lettura del disegno di legge sul cosiddetto 'processo breve', presentato al Senato, conferma e aggrava le forti perplessità già espresse dall'Anm nell'incontro con la Consulta per la giustizia del Pdl, pur in assenza di testi e di particolari. Oggi sentiamo il dovere di dire che questa riforma avrebbe effetti devastanti sul funzionamento della giustizia penale in Italia". Lo affermano, in una nota congiunta, Luca Palamara e Giuseppe Cascini, rispettivamente presidente e segretario generale dell'Anm.

"Gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni (articolo 2, comma 5 del disegno di legge) che pone forti dubbi di costituzionalità. E' impensabile, infatti, - proseguono Palamara e Cascini - che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti dell'imputato incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per una truffa da pochi euro, commessa da una persona già condannata, magari anni prima, per altro reato". "Saranno invece destinati a inevitabile prescrizione tutti i processi per reati gravi, quali - elencano Palamara e Cascini - abuso d'ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d'ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti; traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d'autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino". "Per tutti questi reati sarà impossibile arrivare a una sentenza di primo grado entro due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, quindi sarà sempre impossibile accertare i fatti. Più che di una amnistia, si tratta - sostengono Palamara e Cascini - di una sostanziale depenalizzazione di fatti di rilevante e oggettiva gravità. Truffatori di professione, evasori fiscali, ricettatori, corrotti e pubblici amministratori infedeli, che non abbiano già riportato una condanna, avranno la certezza dell'impunità".
"Infine la norma transitoria, che estende ai processi in corso l'applicazione delle nuove disposizioni, è destinata a determinare l'immediata estinzione di decine di migliaia di processi, anche per fatti gravi. Per limitarci a qualche esempio, la legge provocherà l'immediata estinzione di gran parte dei reati nei processi per i crac Cirio e Parmalat, per le scalate alle banche Antonveneta e Bnl, per corruzione nel processo Eni-Power", concludono Palamara e Cascini.

- IL TESTO DEL DDL (pdf)

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

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13 novembre 2009
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