Processo 'Alta mafia': chiesti 16 anni di carcere per ex assessore regionale
Pene per oltre 65 anni di reclusione chieste per dodici imputati tra politici, funzionari pubblici, boss e imprenditori
Ieri, davanti alla seconda sezione della corte di Palermo, presieduta da Sergio La Commare, il Pubblico ministero Amalia Settineri, ha chiesto pene per oltre 65 anni di reclusione nei confronti di dodici tra politici, funzionari pubblici, boss e imprenditori, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e corruzione. La pena più alta è stata invocata per l'ex assessore regionale dell'Udc, Vincenzo Lo Giudice, per cui il pg ha chiesto 16 anni e 8 mesi, la stessa condanna inflitta al politico in primo grado.
Il processo, giunto in fase d'appello, denominato "Alta Mafia", nasce da un'indagine della Squadra mobile di Agrigento che svelò una serie di corruzioni di funzionari pubblici, tra i quali dipendenti dello Iacp della Città dei templi, e illecite aggiudicazioni di appalti pubblici.
Secondo gli inquirenti, le cosche di Agrigento e Canicattì riuscivano, grazie all'appoggio di pubblici amministratori come Lo Giudice, ad accaparrarsi centinaia di migliaia di euro di lavori pubblici. Tra le opere, la cui aggiudicazione sarebbe stata pilotata, ci sarebbero la realizzazione del centro commerciale di Castrofilippo e gli interventi di urbanizzazione della frazione di Villa Seta.
Oltre a Lo Giudice sono imputati, tra gli altri, l'ex sindaco di Canicattì, Antonio Scrimali, condannato in primo grado a 4 anni e 2 mesi, l'imprenditore Calogero Marino, che ebbe tre anni, il capomafia di Canicattì Calogero Di Caro, condannato a dieci anni, e l'ex boss, ora pentito, Maurizio Di Gati che, grazie al riconoscimento dell'attenuante prevista per i collaboratori, ebbe cinque anni.
Il processo prosegue la settimana prossima, lunedì 16 novembre, con le arringhe difensive. La sentenza potrebbe essere emessa il 9 dicembre prossimo. [ANSA]