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Processo Berlusconi-Mills: fissata l'udienza per l'istanza di ricusazione

I giudici dovranno decidere se accogliere la richiesta dei legali di Berlusconi

19 giugno 2008

E' stata fissata per il 10 luglio prossimo, davanti alla V sezione penale della Corte d'Appello di Milano, l'udienza per decidere sull'istanza di ricusazione nei confronti del giudice Nicoletta Gandus. La richiesta era stata presentata dagli avvocati di Silvio Berlusconi in merito al processo Berlusconi-Mills, che vede il presidente del Consiglio e l'avvocato inglese David Mills accusati di concorso in corruzione in atti giudiziari.
I giudici avranno poi 5 giorni per decidere se accettare o meno la ricusazione richiesta dalla difesa di Berlusconi.

Ieri, il sostituto pg di Milano Laura Bertolè Viale aveva chiesto che l'istanza fosse dichiarata inammissibile oppure rigettata nel merito in quanto, a suo avviso, non vi erano i presupposti per quella "inimicizia grave" lamentata dal premier.
"L'istanza è inammissibile perché presentata fuori dai termini", e dovrebbe essere respinta nel merito "perché non vi è inimicizia grave", aveva affermato il sostituto procuratore, ma il suo parere non è vincolante.
Nelle motivazioni contenute nel parere della Bertolè Viale si sottolinea come non esisterebbe una "inimicizia personale" tra il giudice Nicoletta Gandus e l'imputato Silvio Berlusconi. Il giudice avrebbe soltanto 'partecipato' ad appelli contro leggi del Parlamento e non contro il presidente del Consiglio. Inoltre, secondo il sostituto procuratore, l'istanza di ricusazione è stata presentata fuori dai termini di legge e gli avvocati di fiducia di Berlusconi avrebbero dovuto dimostrare di essere venuti a conoscenza solo nei giorni scorsi della "inimicizia" del giudice.

"Che la dottoressa Bertolè Viale, quale sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Milano, si pronunciasse negativamente sulla dichiarazione di ricusazione nei confronti della dottoressa Gandus non può certo stupire", ha dichiarato Niccolò Ghedini, parlamentare del Pdl e avvocato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Straordinario sarebbe stato parere diverso da parte di chi - ha aggiunto Ghedini - all'indomani del grido del dottor Borrelli 'resistere resistere resistere' contro il governo Berlusconi, faceva proprio tale slogan, criticando duramente, nelle note comunicazioni fra alcuni magistrati, più volte pubblicate dalla stampa, l'allora maggioranza di centrodestra".
"Solo a Milano può accadere di ricusare un giudice perché ha svolto attività di contrasto politico contro il Presidente del Consiglio in carica e scoprire che a chiedere la inammissibilità della richiesta sia magistrato che tale comportamento condivideva. La realtà - ha concluso Ghedini - supera ogni fantasia".

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19 giugno 2008
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