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Processo breve: il Pdl accelera

Scontro con le opposizioni e allarme dell'Anm: "Potrebbe avere effetti devastanti"

08 febbraio 2011

Il Pdl accelera sul processo breve e chiede di mettere il ddl all'ordine del giorno della commissione Giustizia della Camera questa settimana. La richiesta con una lettera del capogruppo in commissione Enrico Costa è stata indirizzata alla presidente della stessa commissione Giulia Bongiorno.
Il provvedimento è all'esame della Commissione già dal gennaio scorso. Ma, dopo numerose audizioni, di questo provvedimento non si è più parlato. Nei giorni scorsi era stato il Guardasigilli Angelino Alfano ad annunciare la nuova mossa dell'esecutivo. "Il tema non è mai stato cancellato dall'agenda politica della nostra coalizione ed anche pronunciamenti recenti della Corte di Strasburgo richiamano l'Italia ad una accelerazione dei processi" aveva detto il ministro. Sullo sviluppo complessivo del disegno di legge, Alfano aveva affermato che "non ci sono enormi contrasti, tant'è che numerosi ddl della sinistra italiana andavano in quella direzione, magari con dettagli diversi ma con la stessa sostanza".
Un paio di giorni fa, ad annunciare il ddl sul processso breve - e quello sulle intercettazioni - il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, telefonando all'assemblea regionale dell'Adc, a Milano. "Presto porteremo in Parlamento una legge che dice che le intercettazioni possono essere autorizzate solo in indagini che riguardano il terrorismo internazionale, la criminalità organizzata, l'omicidio e la pedofilia", ha spiegato il premier che ha aggiunto: "Bisogna cambiare la durata dei processi". "Io, come già detto, vado avanti", ha sottolineato. "Continueremo sul cammino delle riforme. Faremo la riforma anche della giustizia che è assolutamente fondamentale per il Paese e anche per la nostra vita di tutti i giorni".

L'accelerazione del Pdl sul processo breve ha fatto insorgere il Pd. "E' una richiesta irresponsabile. Quel provvedimento non serve ai cittadini e metterà in ginocchio il sistema giustizia, cancellerà centinaia di migliaia di processi vanificando così il fruttuoso lavoro dello Stato nella lotta alla criminalità, con buona pace della certezza della pena e dei diritti delle vittime. Per non parlare dello spreco inaudito di risorse economiche visto che in un colpo solo si getteranno al macero tutte quelle indagini che hanno avuto necessità di complessi accertamenti, a partire da quelle economiche", hanno ricordato la capogruppo democratica in commissione Giustizia, Donatella Ferranti, e il responsabile giustizia del partito, Andrea Orlando. Per il Pd, il provvedimento "serve esclusivamente ad accontentare le smanie vendicative del presidente del Consiglio nei confronti della magistratura e a perseguire una strisciante impunità".
Durissima anche la reazione dell'Italia dei valori. "Ora che si stringe il cerchio giudiziario intorno a Berlusconi - ha sottolineato il responsabile giustizia Luigi De Magistris - ecco che si riattiva la micidiale pletora dei suoi avvocati personali, quelli che siedono in Parlamento e che hanno il compito di garantirgli l'impunità per mezzo dell'abuso di legge""Il processo breve che il Pdl vorrebbe riesumare in commissione Giustizia della Camera - ha aggiunto - è un ddl inaccettabile. Distrugge infatti il diritto ad aver giustizia che spetta ad ogni cittadino ed è un pessimo segnale inviato al Paese da una politica castale, la quale dimostra di voler essere impermeabile alla legge a qualsiasi prezzo, anche forzando la Costituzione e gli equilibri fra poteri dello Stato che sono alla base di una democrazia''.

Ad annunciare battaglia in Parlamento e in piazza è anche Futuro e Libertà. "Faremo una battaglia parlamentare durissima con ogni mezzo previsto dai regolamenti", ha fatto sapere Fabio Granata. "Siamo in piena emergenza democratica - ha aggiunto - e bisogna rispondere con strategie adeguate. La destra repubblicana e legalitaria di Futuro e Libertà è pronta alla mobilitazione in Parlamento e nelle piazze".
Nei giorni scorsi Gianfranco Fini, presidente della Camera e leader di Fli, aveva chiaramente detto che il processo breve e la riforma della legge sulle intercettazioni "non sono una priorità per il Paese". "Ho sentito che il premier ha rilanciato la necessità di una legge sulle intercettazioni e di una riforma del processo breve. Penso che in questo momento ci siano altri problemi più importanti per i cittadini e che questa non sia una priorità per il Paese. Essere di destra - ha detto - soprattutto significa essere dalla parte delle vittime. E' giusto che i processi siano brevi ma questo non significa che si debbano cancellare processi già incardinati perché questo finirebbe per danneggiare proprio le vittime". Fini ha poi attaccato Berlusconi in modo netto: "Vede nemici dappertutto, una volta sono gli alleati, una volta i giornalisti, una volta i comunisti, una volta i magistrati. La verità è che prende in giro il popolo italiano quando parla delle cose non fatte. Dovrebbe avere il coraggio di dire che nessuno ha la bacchetta magica".

Contro il processo breve è intervenuta anche l'Associazione nazionale magistrati secondo cui potrebbe avere "effetti devastanti". A intervenire è stato il presidente dell'Anm Luca Palamara: "Ribadiamo quello che abbiamo detto più volte, credevamo che questi fossero progetti di legge ormai accantonati: il nostro giudizio negativo sugli effetti devastanti che queste riforme possono avere è noto, ma se necessario lo ribadiamo".
Per il vertice del sindacato delle toghe riforme come quella del processo breve, "sono provvedimenti che vanno nel senso contrario a quello di cui la giustizia ha bisogno, cioè di un processo che funzioni nell'interesse di tutti quanti". Per Palamara, "abbiamo necessità di riforme strutturali e non di provvedimenti contingenti e dettati da situazioni episodiche".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

 

 

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08 febbraio 2011
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