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Processo Dell'Utri: l'ora della verità

Oggi l'ultima udienza. La Corte d'Appello si è riunita in camera di consiglio. La sentenza è prevista per domani o sabato

24 giugno 2010

A differenza del processo di primo grado, nel quale venne condannato a 9 anni di carcere, stamane Marcello Dell'Utri non si è presentato in aula all'ultima udienza del processo d'appello che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.
"Oggi la mia presenza in aula sarebbe stata inutile, anche perché
non avrei fatto neppure dichiarazioni spontanee. Ecco perché ho preferito restare a casa. Aspetterò la sentenza da qui''. Queste le parole di Dell'Utri all'Adnkronos, commentando la sua assenza a Palermo.

L'udienza è iniziata con le repliche del procuratore generale di Palermo Antonino Gatto. Il rappresentante dell'accusa prima di prendere la parola ha depositato il testo scritto della sua requisitoria.
Il pg Gatto ai giudici: "La vostra decisione è storica" - "Non vorrei essere nei vostri panni. Dovete prendere una decisione storica per il nostro Paese: o costruire di un gradino attraverso il quale forse si potrebbero fare altri scalini per scoprire verità che hanno dilaniato l'Italia oppure no". Lo ha detto il pg Nino Gatto alla Corte d'appello nella sua replica al processo. "Germoglia da tempo un interscambio tra politica e mafia, questa sentenza potrebbe sancirlo. E' un peccato - ha detto - che sia stato separato il procedimento per calunnia che ulteriore supporto avrebbe dato alle nostre accuse".
Gatto ha poi ribadito l'affidabilità del pentito Gaspare Spatuzza. "Non ho sentito dichiarazioni di natura tecnica - ha detto - Ho sentito solo che Spatuzza non è una persona per bene. Che ha fatto delle stragi e molti omicidi e per questo non può essere credibile. Ho sentito solo ingiurie nei confronti del collaboratore. Ma qui siamo ancora all'età della pietra, allora. A prescindere dalle decisioni della Commissione del Viminale sulla protezione a Spatuzza, sarà questa corte a decidere sulla sua attendibilità". "L'unica notazione tecnica sulle dichiarazioni di Spatuzza da parte della difesa - ha spiegato Gatto - è l'autonomia del canale Graviano-Dell'Utri-Berlusconi dal canale Dell'Utri-Mangano, ma anche questo fa a cazzotti con le altre risultanze. In ogni caso il collegamento Dell'Utri-Graviano è provato dal provino che fece Gaetano D'Agostino al Milan". "Potremmo capire l'importanza delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza forse solo in futuro. La sua testimonianza non è stata assolutamente un boomerang per l'accusa, anzi tutto quello che ha detto combacia alla perfezione con ciò che era stato affermato prima dai pm e dai giudici".
La Corte d'appello di Palermo ha poi letto nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo una lettera arrivata stamane di Carlo Marchese, detenuto in passato assieme al pentito Gaspare Spatuzza. "Non conosco i difensori di Dell'Utri - dice Marchese - Posso dire che ho parlato spesso con Spatuzza mentre ci trovavamo nel carcere di Parma. Tutto quello che ci siamo detti é stato probabilmente registrato ed è quindi riscontrabile. Mi ha confessato di essere stato protagonista della strage di via D'Amelio e mi ha parlato anche di Dell'Utri, Silvio Berlusconi (che non mi sta simpatico soprattutto da quando si vanta di aver inasprito il 41bis) e Massimo D'Alema".
Dopo la lettura della missiva, la difesa di Dell'Utri ha chiesto nuovamente l'esame di Marchese, rigettato dalla Corte che ha addotto le stesse motivazioni della precedente udienza, ribadendo la mancanza assoluta di necessità dell'audizione (LEGGI).

La difesa: "E' un processo di soli pentiti" - "E' un processo di soli pentiti. Le accuse all'imputato sono state fatte solo da loro e non hanno nessun riscontro". Così l'avvocato Alessandro Sammarco ha controreplicato al procuratore generale, Nino Gatto. "Ci sono episodi sporadici - ha ribadito - nel corso di un lungo arco temporale di incontri con alcuni personaggi. Per esempio, con Mangano non ci sono stati incontri tranne forse quello negli anni Settanta al ristorante Le colline pistoiesi e ad Arcore. Non ci sono telefonate frequenti. Anche se ci fossero prove di un'amicizia, questa non sarebbe in ogni caso un reato". "Adesso il pg ci viene a dire che gli incontri tra Dell'Utri e mafiosi non sarebbero stati nel 1993 ma nel 1994 - ha proseguito - A parte che così cambierebbe tutta la lettura delle cose già dette e in ogni caso non c'é alcun riscontro a eventuali riunioni".
Sul pentito Gaspare Spartuzza, Sammarco ha rincarato la dose dell'arringa. "Le sue dichiarazioni sono strumentalizzate - ha spiegato - dall'ottenimento di benefici. Le cose che ha detto sono vaghe e generiche e smentite da tutti i testi di riferimento". Sul presunto rapporto di Dell'Utri con i fratelli Graviano, Sammarco si è chiesto "che dimostrazione è un provino di un ragazzino di dieci anni, Gaetano D'Agostino, al Milan che sarebbe stato 'spinto' da Dell'Utri? Ma stiamo scherzando?". Dura la replica al monito di Gatto. "Il pg ha chiamato la corte a fare la storia - ha detto - ma nessun giudice deve fare questo. I giudici devono solo applicare la legge. Le conseguenze delle sentenze non devono interessare ai giudici. Noi chiediamo solo questo perché l'applicazione della legge non può che portare all'assoluzione di Dell'Utri".

La seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo, presieduta da Claudio Dall'Acqua, è dunque entrata in camera di consiglio. La sentenza è prevista tra domani e sabato, ma non è escluso che possa slittare a domenica. L'accusa ha chiesto per Dell'Utri la condanna a undici anni di carcere.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]

 

 

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24 giugno 2010
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