Processo Lombardo, parla la difesa
Secondo la difesa dell'ex governatore "Il pentito D'Aquino è inattendibile"
L'attendibilità del collaboratore di giustizia Gaetano D'Aquino è stata ieri al centro della prima giornata delle arringhe difensive nel processo a Catania, per concorso esterno all'associazione mafiosa e corruzione elettorale, all'ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo.
Il procedimento si svolge, a porte chiuse, col rito abbreviato condizionato davanti al Gup Marina Rizza. Nella precedente udienza, a conclusione della requisitoria, la Procura della Repubblica ha chiesto la condanna dell'ex leader del Mpa a dieci anni reclusione (LEGGI).
"Abbiamo documentato per tabulas, mostrato i documenti al giudice da cui e evidente che Di Gati e D'Acquino hanno detto falsità, e quindi siamo stati costretti a chiedere la trasmissione degli atti alla Procura perché proceda per calunnia nei loro confronti". Lo ha affermato l'avvocato Alessandro Benedetti.
Le arringhe è previsto proseguano oggi e domani con gli interventi del professore Guido Ziccone. La sentenza è prevista per il 6 novembre.
"Io ancora, dopo quattro anni di inchiesta - ha osservato l'avvocato Benedetti - non ho capito cosa Raffaele Lombardo abbia fatto, perché tutti i favori che sappiamo gli vengono richiesti. Anzi, tutti i favori che la procura sostiene che gli siano stati chiesti, ma noi diciamo che nessun favore gli e mai stato chiesto, puntualmente non si sono verificati. Ma non che non si e verificato il grande favore, non si sono verificati neppure i piccoli favori. Non è stata mai concessa la licenza per la pizzeria di Mirabile - ha sostenuto il penalista - non e stata assunta la figlia di Vaccalluzzo. D'Aquino non e stato assunto in una cooperativa sociale, il figlio di Di Dio non ha parlato con il direttore del consorzio di bonifica, Bevilacqua non è riuscito a far assumere una signora all'aeroporto di Catania. Ogni volta che dai ragionamenti, dalle argomentazioni si passa ai fatti - ha concluso l'avvocato Benedetti - l'accusa svanisce, non ha più peso, evapora perché di fronte ai fatti, se le accuse non sono provate, evaporano. In questo caso così è successo".
"Oggi è una giornata molto importante per la difesa - ha aggiunto il penalista - finalmente abbiamo l'occasione di parlare e di dire non ciò che noi pensiamo, ma ciò che emerge dagli atti del processo, cioè che Raffaele Lombardo non ha mai avuto nessun rapporto consapevole con la mafia e con nessun mafioso, che non ha stretto patti e accordi. Noi riteniamo di aver dimostrato in maniera documentata le falsità. Magari altri questo non l'hanno riscontrato".
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]