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Processo Sme: 5 anni di reclusione per Silvio Berlusconi. Questa la condanna chiesta dal sostituto Pg di Milano

27 marzo 2007

Cinque anni di reclusione. Questa la condanna richiesta dal sostituto Pg di Milano, Piero De Petris, per Silvio Berlusconi, al termine della sua requisitoria nel processo d'appello bis per la vicenda Sme.
Secondo De Petris l'ex premier deve essere condannato per il reato di corruzione in atti giudiziari perché avrebbe partecipato alla corruzione del giudice romano Renato Squillante, e sarebbe dimostrato il suo ''pieno coinvolgimento nei fatti''. Il reato, in primo grado, era stato dichiarato prescritto con la concessione delle attenuanti generiche, mentre l'ex premier era stato assolto per la vicenda della compravendita della Sme.
In concreto, la corruzione di Squillante sarebbe avvenuta attraverso il cosiddetto ''bonifico Orologio''. Si tratta di 434 mila dollari che, da un conto riconducibile alla Fininvest, sarebbero giunti all'ex capo dei Gip di Roma, Renato Squillante, attraverso un conto di Cesare Previti.
''Berlusconi è stato il motore primo - ha affermato il pg durante la requisitoria - nel contrastare De Benedetti per la conquista della Sme''. A dimostrare la colpevolezza del leader di Forza Italia, ci sarebbero sia ''elementi logici che fattuali''.

De Petris ha chiesto la conferma dell'assoluzione per la presunta corruzione nei vari passaggi giudiziari che impedirono a De Benedetti, alla fine degli anni '80, di acquistare il colosso agro-alimentare dell'Iri, perché per questo capo d'imputazione non c'è stata impugnazione della Procura.
Ha chiesto, invece, che l'ex premier sia condannato per il cosiddetto capitolo ''Squillante a libro paga'' e senza che gli siano concesse le attenuanti generiche ''perché lo stato di incensuratezza non basta al riguardo''. Né vale il ragionamento dei primi giudici in base al quale le generiche andavano concesse, anche per le ''condizioni di vita individuale e sociali'' dell'allora premier. Argomenti simili a quelli che i giudici d'appello di Milano usarono quando dichiararono prescritte le accuse nei confronti di Berlusconi nel processo Lodo-Mondadori, decisione poi confermata nel 2001 dalla Cassazione. Per de Petris, ''proprio le condizioni di vita e sociali'' hanno consentito agli imputati nel processo Sme principale (trasmesso a Perugia per volere della Suprema Corte) e lo stesso Berlusconi, giudicato a parte in un procedimento stralcio, di commettere il reato e a un magistrato ''di fare mercimonio della sua funzione pubblica''.
Secondo il rappresentante dell'accusa, le spiegazioni che, nel tempo, Cesare Previti, Attilio Pacifico e altri hanno dato delle varie movimentazioni di denaro ''non sono supportate da nessun elemento fattuale e logico''. ''Berlusconi è quello che più si è impegnato'' nella vicenda Sme e ci sarebbe ''il suo pieno coinvolgimento nell'erogazione'' di denaro all'ex magistrato Squillante. Quella somma, inoltre, ''non trova alcuna giustificazione lecita''.

L'avvocato dello Stato Domenico Salvemini, a nome della Presidenza del Consiglio, ha chiesto che Berlusconi sia condannato a pagare un milione e 100mila euro a titolo di risarcimento. ''La legge è uguale per tutti - ha detto Salvemini -. E va applicata senza guardare in faccia nessuno, altrimenti non c'è più lo Stato''. Salvemini, ha anche sollecitato che sia affermata la responsabilità penale di Berlusconi. Il processo d'appello, disposto dalla Cassazione dopo la dichiarazione d'illegittimità costituzionale della legge Pecorella che vietava l'impugnazione delle sentenze da parte dell'accusa, ricomincia il 30 marzo con l'intervento della parte civile Cir-De benedetti, mentre il 20 aprile sarà il turno degli avvocati dell'ex premier.

Il commento di Silvio Berlusconi e dei colleghi di Forza Italia
''Se credono di fermarmi con questi metodi, allora vuol dire che non mi conoscono''
. Così Silvio Berlusconi ha commentato, durante la manifestazione di ieri sulla sicurezza a Milano, la richiesta di condanna a cinque anni fatta nei suoi confronti dal sostituto pg nel processo d'appello sulla vicenda Sme.
Secondo Giulio Tremonti, vice presidente della Camera e vice presidente di FI: '' I cinque anni per la Sme? Se li meritava Prodi''.
Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha invece affermato: ''Sento il dovere in nome del primo partito italiano di rivolgere l'invito al Capo dello Stato e ai vertici delle istituzioni democratiche a tener conto del fatto che siamo di fronte ad una continua, incessante, impressionante, decennale persecuzione politico-giudiziaria contro l'esponente politico prima presidente del Consiglio e oggi leader dell'opposizione''.
Per Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di FI: ''Ci risiamo. Riparte l'aggressione politico-giudiziaria di alcuni magistrati nei confronti di Berlusconi. E, cosa ancor più grave, il Pg di Milano chiede una condanna per il leader del centrodestra in un processo che già la Cassazione, per tutti gli altri imputati, ha spostato a Perugia dichiarando l'incompetenza territoriale del capoluogo lombardo''. ''Invece di fare ammenda, di chiedere scusa se per oltre dieci anni si sono torturate persone senza averne la competenza, e quindi di uniformarsi alla Suprema Corte - ha detto - il Pg sceglie ancora una volta il colpo mediatico ad effetto. Quando si invoca una fase di pacificazione è necessario tenere anche nel dovuto conto l'intromissione continua di una parte della magistratura nel dibattito parlamentare e l'uso della leva giudiziaria a fini politici, che da più di dieci anni rende particolarmente duro e drammatico lo scontro politico in Italia''. [Ansa]

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27 marzo 2007
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