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Pronta la riforma del processo penale

Accordo raggiunto tra Pdl e Lega. Domani la riforma approda in Consiglio dei ministri

05 febbraio 2009

Allargamento delle competenze della Corte di Assise ai reati di maggiore allarme sociale, a cominciare da quelli di mafia. Elezione diretta dei pm onorari attraverso persone altamente qualificate appartenenti al circondario. Maggiori autonomia e poteri di indagine per la polizia giudiziaria. Snellimento delle procedure con notificazioni e comunicazioni giudiziarie per via informatica.
Sono questi i principali punti della riforma del processo penale che approderà al prossimo Consiglio dei ministri di domani, venerdì 6 febbraio. La quadra è stata raggiunta durante la riunione di ieri mattina a palazzo Grazioli, tra Silvio Berlusconi e i tecnici del Popolo delle libertà.

All'incontro erano presenti Matteo Brigandì, responsabile giustizia della Lega, Niccolò Ghedini, parlamentare di Fi e legale del premier, Giulia Bongiorno, deputato di An e presidente della commissione Giustizia di Montecitorio.
Il confronto è stato serrato. Dal testo resta fuori la parte relativa alla cosiddetta messa alla prova, che era già stata esaminata all'interno della maggioranza nei giorni scorsi. Il Carroccio canta vittoria, perché ha ottenuto una netta distinzione dei ruoli tra pm e polizia giudiziaria, che potrà fare indagini fino all'acquisizione della notizia di reato.
"E' una svolta epocale", ha detto Brigandì, che ha citato Giovanni Verde, ex vicepresidente del Csm: "Nel '99 diceva che i pm fanno sempre meno indagini e più inchieste. Noi vogliamo che facciano solo indagini e l'accordo raggiunto oggi va in questa direzione". Dopo il fascismo, ha spiegato il parlamentare leghista, negli anni cinquanta la polizia giudiziaria è stata sottoposta alle dipendenze dei magistrati per fare le indagini. "Ora - avverte - siamo nel 2008, e le cose sono cambiate. E' giusto che cambino anche i ruoli. Con questa riforma la polizia giudiziaria non è più schiava dei magistrati e avrà più autonomia". Ciò non significa, però, ha precisato, "che verranno sottratte le indagini ai giudici".

Il partito di Umberto Bossi porta a casa anche la scelta diretta dei pm onorari ma non incassa risultato pieno. Non ci sarà, infatti, un'elezione popolare dei pubblici ministeri, che invece verranno scelti da avvocati, magistrati e professori universitari del circondario del tribunale. Su questo aspetto, racconti fonti parlamentari, ha prevalso la linea di Alleanza Nazionale. Forza Italia, invece, ha spinto per l'estensione della competenza della Corte di Assise anche in materia di criminalità organizzata. Tra le novità in arrivo pure la digitalizzazione del sistema delle notifiche. Secondo la riforma ogni avvocato dovrà dotarsi di una e-mail per ricevere notificazioni giudiziarie. [Adnkronos]

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05 febbraio 2009
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