Pronte al Sud le prime dieci ''Zone franche urbane'', i nuovi incentivi che prenderanno il posto della 488
Zone franche al Sud, pronte le prime dieci
di Nicoletta Picchio (Il Sole 24ORE, 27 aprile 2007)
La scelta delle aree dovrà avvenire entro il 15 maggio, data in cui è fissata la prossima riunione. E non si potrà derogare se,come è intenzione del Governo, le zone franche urbane dovranno partire entro giugno: il pacchetto dovrà infatti ottenere il via libera di Bruxelles.
Già individuate dalle Regioni interessate una decina delle aree che beneficeranno del nuovo regime agevolativo per le imprese: Napoli Est, Napoli Centro e Caserta per la Campania; Brindisi, Andria, Taranto per la Puglia; Palermo, Catania e Gela per la Sicilia; Gioia Tauro per la Calabria.
Le zone franche urbane, i nuovi incentivi che prenderanno il posto della 488 e le infrastrutture sono stati i tre capitoli dell'incontro sul Mezzogiorno che si è tenuto ieri (26 aprile) a Palazzo Chigi, presenti il vice ministro per il Sud, Sergio D'Antoni, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, le parti sociali e gli enti locali.
E' uno dei tasselli dei tavoli di concertazione tra Governo e parti sociali che dovrebbero sfociare in un'intesa entro giugno, prima del Dpef.
Dal documento presentato da D'Antoni emerge un cambiamento rispetto al passato: si punta sui automatismi, fiscalità di vantaggio e credito d'imposta, che prendono il posto dei meccanismi di incentivazione a fondo perduto o con mutui agevolati,legati ad una graduatoria, come è stata la 488. La scelta era già emersa con la Finanziaria 2007, che ha introdotto le zone franche e che ha riproposto il credito di imposta per gli investimenti (ci sono 2 miliardi di euro circa per il 2007/2009). E questa strategia si rafforza nel documento di ieri: credito d'imposta sui contributi legati a nuove assunzioni a tempo indeterminato e sconti fiscali sono i pilastri sia delle zone franche sia dell'impianto degli aiuti alle imprese. Fermo restando che la riforma degli incentivi entrerà in vigore a gennaio 2008 e che nel 2007 la 488 avrà un nuovo bando, per ovviare al vuoto che si creerebbe in quest'anno.
Per le zone franche la Finanziaria ha messo a disposizione 50 milioni di euro per il 2008 e altrettanti per il 2009. Ma è previsto un cofinanziamento di almeno un 50% da parte delle Regioni, che dovranno individuare le aree, insieme agli enti locali. ''Se non si rispettano i tempi, deciderà il tavolo di concertazione'', ha detto D'Antoni,che forse potrebbe concedere qualche giorno in più per superare le amministrative. La scelta avverrà in base ad una serie di indicatori (densità abitativa, disoccupazione, dimensione media d'impresa ecc). Andranno privilegiate le zone con disagio sociale e potenzialità di sviluppo: l'aspetto sociale va sottolineato per avere più facilmente il via libera Ue.
Nelle ZFU le imprese avranno sotto il profilo contributivo, credito d'imposta in cifra fissa sulla nuova occupazione; per il fisco, esonero per 5 anni dalle imposte sul reddito d'impresa e dell'imposta sui fabbricati, agevolazioni allo start up,menttre i Comuni potrebbero partecipare con l'abbattimento delle aliquote Ici.
Se su questo punto c'è stato consenso, il sindacato è più scettico sulle infrastrutture. Nel documento si parla di identificare poche grandi opere, dando la priorità al Corridoio 1 e 8, ai porti e interporti. A seguire, arte e recupero ambientale. Ma questa selezione non c'è ancora stata: ''Di Pietro ha presentato il suo piano, un programma troppo frammentato: bisogna indicare una decina di opere, il corridoio tirrenico, quello adriatico e la logistica legata ai porti'', ha detto Giorgio Santini, della Cisl, una critica condivisa da Uil e Cgil. Un problema di risorse, per Di Pietro, che ha indicato in 180 miliardi di euro i soldi che servirebbero per le infrastrutture del Sud. Per definire le priorità, comunque, è in funzione la Cabina di regia, a Palazzo Chigi. Ma i sindacati sono preoccupati anche di un'altro aspetto: che le decisioni prese al tavolo di concertazione siano vincolanti per tutto il Governo. La Babele di voci in quest'ultimo periodo qualche sospetto l'ha fatto venire.
Illustrazione tratta da Il Sole 24ORE