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Proroga per il ''S. Stefano'' di Mazzarino

Dalla relazione dell'assessore alla Sanità: ''La chirurgia e la sala operatoria del nosocomio non erano chiuse''

29 agosto 2009

L'iniziativa di protesta, che ha coinvolto tutti i cittadini del comune di Mazzarino (CL), è scattata l'altro ieri dopo la morte di Filippo Li Gambi, il giovane di 23 anni deceduto a causa di un incidente stradale dopo essere stato trasportato nell'ospedale Santo Stefano, dove la sala operatoria era chiusa (LEGGI).
Protesta che è continuata per gran parte della mattinata di ieri e che ha provocato il caos. Poi il sindaco, Vincenzo D'Asaro, ha convinto i manifestanti a rimuovere i blocchi stradali sulle principali arterie di collegamento con il paese e sugli svincoli per Caltanissetta della A19 Palermo-Catania.
Alcuni familiari del giovane, che giovedì si erano incatenati davanti al nosocomio che in base al nuovo piano sanitario regionale dovrà chiudere il primo settembre, ieri mattina avevano anche manifestato l'intenzione di spostare il sit-in a Palermo, davanti alla sede dell'assessorato alla Sanità.
I dimostranti che hanno rimosso i blocchi stradali hanno tenuto a precisare che se dal confronto in Prefettura non emergeranno chiare garanzie circa la "continuità operativa" dell'ospedale Santo Stefano, torneranno a bloccare i punti nevralgici della viabilità siciliana.

Ed una prima garanzia per i cittadini di Mazzarino è arrivata sotto forma di una proroga di altri 4 mesi per l'ospedale Santo Stefano, decisa proprio nel corso del vertice in Prefettura a Caltanissetta a cui ha partecipato anche il sindaco. Il prefetto Vincenzo Pretucci ha disposto che fino al 31 dicembre la struttura non debba subire il ridimensionamento previsto dal decreto dell'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo. Pertanto dal primo settembre, secondo il prefetto, il reparto di chirurgia tornerà in funzione con il distacco a Mazzarino di alcuni medici da parte dell'Asl 2 di Caltanissetta.
Inoltre, il presidente della commissione Sanità dell'Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Laccoto, ha convocato per il primo settembre una riunione della Commissione per l'esame, si legge in una nota, "delle più recenti vicende che hanno interessato la realtà siciliana, in particolare con riferimento alla protesta esplosa a Mazzarino".
Il primo cittadino del comune nisseno, infine, con una lettera ha rivolto un accorato appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perchè intervenga personalmente per bloccare il progetto di rimodulazione che decreta il declassamento del "S. Stefano" da ospedale a presidio territoriale di assistenza, cioè un pronto soccorso senza ricovero per i casi acuti, e lo ha invitato a visitare la città.

La relazione dell'assessorato alla Sanità: "Reparto di chirurgia e sala operatoria erano aperte"- La chirurgia e la sala operatoria dell'ospedale Santo Stefano di Mazzarino "non erano chiuse; il personale non era in ferie e garantiva i normali turni di reperibilità notturna sufficienti per intervenire in caso di urgenza". Sono questi i primi dati che emergono dalla relazione dei funzionari dell'assessorato regionale alla Sanità, che hanno effettuato l'ispezione immediatamente disposta dall'assessore Massimo Russo.
Filippo Li Gambi, il giovane rimasto vittima di un grave incidente stradale, "è stato soccorso prontamente da un'ambulanza del 118 e preso in carico dal medico di guardia dell'ospedale di Mazzarino, che ha allertato immediatamente il chirurgo e l'anestesista". "Il giovane - si legge sempre nella relazione - è rimasto 53 minuti all'ospedale di Mazzarino, poi è stato trasferito al Sant'Elia di Caltanissetta dove è arrivato 40 minuti dopo, alle 00.30. Il decesso è avvenuto oltre due ore dopo, alle 2.40, nella sala operatoria del Sant'Elia di Caltanissetta".

"La ricostruzione chiarisce con precisione la sequenza di quanto accaduto. Un fatto, purtroppo, rimane certo: un giovane è morto dissanguato e questo non è ammissibile. Spetterà alla magistratura accertare le eventuali responsabilità personali di coloro che sono intervenuti in questa vicenda, verificando la correttezza dei comportamenti posti in essere".
Questo è quello che ha detto l'assessore regionale alla Sanità, in merito ai primi risultati dell'ispezione negli ospedali di Mazzarino e Caltanissetta. Per Russo "è stato montato un caso nazionale sulla base di un dato falso: la sala operatoria, infatti, era funzionante, il chirurgo è regolarmente intervenuto e gli stessi medici del Santo Stefano hanno avuto un corretto approccio metodologico, quello cioé di stabilizzare il paziente e trasferirlo nel più vicino ospedale attrezzato per le emergenze di terzo livello". "L'ospedale di Mazzarino - ha detto ancora l'assessore Russo - è un piccolo ospedale che non ha i requisiti per trattare casi di estrema complessità. In ogni caso, quanto successo conferma che è indifferibile il rinnovamento del modello sanitario che prevede di razionalizzare la rete ospedaliera, concentrando le eccellenze negli ospedali di alta specializzazione e potenziando la rete territoriale e quella del sistema di emergenza e urgenza". "Di certo questa vicenda - ha aggiunto - non ha nulla a che vedere con i provvedimenti adottati per la riorganizzazione del sistema sanitario, che peraltro non sono ancora stati eseguiti".
Il sindaco di Mazzarino, Vincenzo D'Asaro, ha replicato all'assessore Russo dicendo che: "La sala operatoria era aperta, ma il problema è che il protocollo prevede che vi siano tre chirurghi e due anestesisti e quella sera, come nei giorni precedenti, non vi era personale perché non hanno provveduto a colmare l'organico".

La relazione degli ispettori - Sulla vicenda relativa alla morte di Filippo Li Gambi, al centro di una inchiesta della Procura di Gela dopo la denuncia dei familiari che accusano medici e sanitari, gli ispettori indicati dall'assessorato regionale alla Sanità hanno ricostruito la tempistica degli interventi effettuati negli ospedali di Santo Stefano e Sant'Elia.
"Sono trascorsi appena sette minuti tra la chiamata di un passante al 118 (ore 22.50) e l'arrivo del paziente al pronto soccorso dell'ospedale Santo Stefano (ore 22.57)
- si legge nella relazione - Al Santo Stefano vengono messe in atto le manovre medico-assistenziali finalizzate alla stabilizzazione del paziente, apparso subito in gravi condizioni per la copiosa perdita di sangue dovuta a una frattura esposta della tibia".
Secondo la relazione "i sanitari intervenuti, proprio a causa della gravità della situazione, contattano il Sant'Elia di Caltanissetta (abilitato alle emergenze di terzo livello) dove sono presenti le unità operative competenti per la gestione appropriata di un simile caso. Nei 53 minuti di permanenza al Santo Stefano (tra le 22.57 e le 23.50) viene effettuato il prelievo per emocromo, avviata la consulenza anestesiologica e chirurgica, effettuata sia la terapia antidolorifica del caso che quella per il riequilibrio emodinamico del paziente ivi compresa la emotrasfusione, e viene legata la radice della coscia con cinghia di contenimento e applicato il laccio emostatico al di sotto del ginocchio".
Alle 23.50 il paziente viene trasportato al Sant'Elia di Caltanissetta in autoambulanza, con l'assistenza del rianimatore, del chirurgo e di due infermieri, dove arriva dopo 40 minuti, alle 00.30. "Al pronto soccorso del Sant'Elia - continua la relazione - viene richiesta la consulenza rianimatoria, vascolare ed ortopedica e disposta l'esecuzione di una Tac e di esami radiografici. Filippo Li Gambi entra in sala operatoria alle 2.10. Il decesso avviene alle 2.40".
Secondo quanto scritto nella relazione "non si evincerebbero elementi di inadeguatezza nella valutazione da parte degli operatori circa la tempistica del soccorso" avvenuto a Mazzarino e "risulterebbe giustificata la valutazione dei sanitari in ordine al trasferimento in emergenza del paziente all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta, non essendo quel tipo di struttura la sede appropriata per un intervento di tale complessità". Il trattamento del paziente al Sant'Elia di Caltanissetta, è scritto nel documento, "presenta sotto il profilo cronologico e della sequenzialità aspetti che meritano un ulteriore approfondimento, al fine di valutare il modo in cui i diversi fattori causali o contribuenti potrebbero avere influito sull'esito finale".

La relazione, alla quale sono allegati numerosi documenti acquisiti nei due ospedali, è firmata da Renato Li Donni, responsabile del servizio programmazione ospedaliera dell'assessorato, da Giuseppe Murolo, responsabile del servizio qualità, governo clinico e sicurezza dei pazienti e da Francesco Carullo, direttore dell'unità operativa di medicina e chirurgia di accettazione e d'urgenza del Gravina di Caltagirone.

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com]

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29 agosto 2009
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