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Proteste sospese

Tregua a Palermo: dopo i dipendenti dell'Amia, anche i lavoratori della Gesip hanno deciso di interrompere la protesta

29 marzo 2012

La delibera approvata ieri dal Consiglio comunale di Palermo, e l'apertura mostrata in questi giorni dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, insieme all'impegno profuso dal commissario straordinario del Comune di Palermo, Luisa Latella, lasciano intravedere "uno spiraglio di luce" sul buio fitto che sembrava calato sul futuro degli oltre 1.800 lavoratori della Gesip.
"Le soluzioni prospettate da Lombardo - ha scritto in un comunicato il sindacato A.Si.A. - ci permette di guardare con serenità ai prossimi nove mesi. È una soluzione che accettiamo, a patto che, fin da subito, si crei un tavolo tecnico che si riunisca settimanalmente per cercare di portare avanti un progetto concreto che crei la via d'uscita a questa annosa situazione e che possa dare per sempre stabilità al futuro di centinaia di lavoratori".
Per questo gli operai hanno sospeso la protesta, ma i centri di lavoro territoriale, così come la sede centrale di via Maggiore Toselli sono rimasti chiusi, impedendo la maggior parte dei servizi di cui è incaricata Gesip".

Come già detto ieri, anche i dipendenti dell'Amia, la società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, hanno cessato la protesta e ripreso la raccolta (LEGGI), ma il lavoro che li attende è a dir poco arduo. "Speriamo di riuscire a ripulire la città prima di Pasqua", ha detto il dg dell'Amia, Nicolò Gervasi. Ci sono, infatti, circa 3 mila tonnellate di rifiuti non raccolti per le vie di Palermo, dentro e a ridosso dei cassonetti della spazzatura. "La situazione - ha aggiunto Gervasi - è critica ovunque, in centro come in periferia. Comunque, il servizio è di nuovo operativo e per ciascuno dei tre turni di lavoro, sono in azione anche le pale meccaniche".
Intanto, la procura di Palermo ha aperto una indagine sull'emergenza rifiuti che ha messo in ginocchio la città. L'indagine è coordinata dai procuratori aggiunti Ignazio De Francisci e Leonardo Agueci e dai pm Geri Ferrara e Claudia Bevilacqua e ipotizza i reati di interruzione di pubblico servizio, violenza privata e frode in pubbliche forniture. Agli atti del fascicolo, a carico di ignoti al momento, verrà acquisita l'informativa della Digos che, durante i picchettaggi organizzati da alcuni dipendenti dell'Amia, ha identificato una quarantina di persone. In particolare, i magistrati cercheranno di capire se a impedire l'uscita degli automezzi dell'Amia dal deposito di Brancaccio durante i picchettaggi dei giorni scorsi, che hanno determinato lo stop del servizio, siano stati i dipendenti dell'azienda incaricati di mansioni diverse dalla raccolta o gli operai dell'Amia Essemme, il ramo della municipalizzata che gestisce lo spazzamento delle strade. Inoltre si deve verificare se sia stata usata la violenza verso i colleghi a cui è stato impedito di lavorare. Oltre all'interruzione di pubblico servizio e alla violenza privata, i pm ipotizzano la violazione del contratto di servizio che lega l'Amia al Comune.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

 

 

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29 marzo 2012
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