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Provenzano aveva un po' di soldi in Svizzera

Sequestrati in Canton Ticino 100 mila euro probabilmente appartenenti al boss corleonese

05 giugno 2009

A LUGANO IL TESORETTO DI PROVENZANO
di
Salvo Palazzolo (Repubblica/Palermo.it, 04 giugno 2009)

Questa volta, i mafiosi siciliani non hanno potuto contare sulla leggendaria riservatezza delle banche svizzere. La segnalazione di un solerte funzionario ha consentito nelle scorse settimane una scoperta straordinaria dentro un conto cifrato che conteneva 100 mila euro. In quel conto ci sono le tracce di due prestanome del capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano, che negli anni scorsi avrebbero fatto delle operazioni fra Palermo e il Canton Ticino: sono gli imprenditori Carmelo Pastorelli e Giuseppe Mirabile.
Il procuratore pubblico federale Pierluigi Pasi ha subito disposto il sequestro del conto ed è poi arrivato in gran segreto a Palermo, per una rogatoria lampo, che gli ha consentito di interrogare Pastorelli, Mirabile e soprattutto Pino Lipari, il più stretto consigliere di Provenzano per gli affari economici.

Per la Procura del Canton Ticino, quei 100 mila euro sono di Provenzano. E a Palermo, il procuratore Pasi ha trovato riscontri importanti nelle indagini condotte fra il 1999 e il 2002 dai pm Michele Prestipino e Marzia Sabella. Le intercettazioni della squadra mobile e i pizzini che Pino Lipari faceva uscire dal carcere dicono che duecento milioni delle vecchie lire furono il ricavato della vendita di una delle ville di Provenzano, quella di via del Cannolicchio, sotto Monreale: fu proprio Mirabile, ufficialmente l'intestatario dell'immobile, a curare in tutta fretta l'operazione. Con la vendita di questa e altre ville, il capo di Cosa nostra riuscì ad evitare il sequestro dei beni.
Adesso, la magistratura svizzera sta passando al setaccio quel conto appena scoperto. E sarebbero saltate fuori operazioni con altri conti aperti in diverse banche del Canton Ticino alla fine degli anni Novanta. La caccia al tesoro di Provenzano è già ricominciata.

Il commento di Guiseppe Lumia - "Il tesoro di Provenzano e di Cosa nostra è immenso. Quello scoperto è importante, ma è solo una piccola parte". Così il senatore del Pd Giuseppe Lumia ha commentato l'articolo di Salvo Palazzolo. "Su questa strada - ha aggiunto - non bisogna demordere. E' necessario andare avanti e avere una legislazione adeguata, che ci consenta di fare il salto di qualità nell'aggressione ai patrimoni". L'esponente del Pd ha sottolineato che "il nostro Paese non ha ancora recepito la direttiva europea sulle squadre investigative comuni, che potrebbero essere impegnate nei canali del riciclaggio internazionale. Dal 4 marzo, addirittura, alle Procure viene impedito di poter accedere all'anagrafe tributaria, grazie alla quale potremmo in tempo reale sviluppare indagini sui patrimoni dei boss. Inoltre il nostro Paese non ha una regolamentazione seria sulle società finanziarie".

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05 giugno 2009
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