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Provenzano coperto dalla politica e dall'Arma

Il pentito Stefano Lo Verso racconta quanto confidatogli da Provenzano e tira in ballo Dell'Utri ed un alto ufficiale dei carabinieri

21 settembre 2011

La latitanza del capomafia Bernardo Provenzano sarebbe stata coperta, oltre che da esponenti politici, da "un alto ufficiale dell'Arma dei carabinieri".
E' l'ultimo colpo di scena del processo per favoreggiamento aggravato all'ex generale dell'Arma Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, raccontato ai magistrati dal pentito Stefano Lo Verso.
Il collaboratore di giustizia, vicinissimo al padrino di Corleone, che ospitò mentre era ricercato, ha raccontato di avere raccolto, tra il 2003 e il 2004, le confidenze del boss sulla rete istituzionale che coprì la sua latitanza. Tra le rivelazioni anche quella sul presunto ruolo svolto "da un Alto ufficiale dell'Arma".
Il racconto del pentito potrebbe entrare tra le carte del processo Mori: il pm Nino Di Matteo ha depositato davanti alla quarta sezione del tribunale, che processa l'ufficiale, i verbali con le dichiarazioni di Lo Verso che verrà sentito in dibattimento ad ottobre. La procura ha sollecitato i giudici ad ampliare il capitolato di prova e sentire il pentito anche sulle ultime circostanze emerse negli interrogatori.

Per quanto riguarda la copertura che Provenzano avrebbe avuto garantita da esponenti politici, Stefano Lo Verso ha chiamato in causa, così come già fatto in precedenza da Gaspare Spatuzza, il senatore Marcello Dell'Utri.
"Bernardo Provenzano mi riferì di accordi politici con Dell'Utri, dopo le stragi del '92-'93, che costituirono la base su cui la mafia decise di appoggiare Forza Italia". "Dell'Utri si mise in contatto con i miei uomini e sostituì di fatto l'onorevole Lima nei rapporti con la mafia. Per questo nel 1994, a seguito degli accordi che abbiamo raggiunto, ho fatto votare Forza Italia", avrebbe detto Provenzano. La conversazione con Lo Verso risalirebbe a luglio del 2004. Il collaboratore ha riferito ai pm che tra i benefici previsti dal presunto accordo tra mafia e Dell'Utri c'era anche il mantenimento dello stato di latitanza di 'Binnu'.

"Le nuove accuse provengono da un calunniatore di giustizia. Cui prodest?". Lo ha detto all'Adnkronos il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri commentando le ultime rivelazioni di Lo Verso. "Non se ne può più", ha aggiunto Dell'Utri parlando ancora delle dichiarazioni del pentito.

Il generale Mario Mori rinuncia alla prescrizione - "Non intendo avvalermi della prescrizione se dovesse maturare prima della chiusura del processo". Lo ha detto, rendendo dichiarazioni spontanee, il generale Mario Mori nel processo che lo vede imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Anche il coimputato del generale Mori, il colonnello Mauro Obinu, anche lui imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, rendendo dichiarazioni spontanee ha annunciato di volere rinunciare "all'eventuale prescrizione che dovesse maturare prima della chiusura del processo".
Secondo la difesa di Mori e Obinu il processo sarebbe già prescritto dallo scorso 31 luglio, perché "l'informativa chiamata 'Grande Oriente'" nella quale per la prima volta si parla di coperture dell'Arma dell'allora latitante Bernardo Provenzano è del 30 luglio '95, esattamente 15 anni, tempo previsto dalla legge in caso di favoreggiamento aggravato. Mori e Obinu sono accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra per la mancata cattura del boss Provenzano dell'ottobre '95. Il processo è stato rinviato al prossimo 10 ottobre per sentire il pentito Giovanni Brusca in videoconferenza.

Inoltre, secondo i difensori del generale Mori, alcuni dei documenti consegnati nei mesi scorsi da Massimo Ciancimino ai magistrati della Dda di Palermo "sono falsi".
I tre consulenti hnno deposto davanti alla quarta sezione penale del Tribunale con Power Point per dimostrare che le carte consegnate dal figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, sarebbero state "manipolate". Occhi puntati soprattutto su una lettera che Vito Ciancimino avrebbe scritto a Silvio Berlusconi alla fine degli anni Novanta. Nella lettera Ciancimino senior dice a Berlusconi di "mettere a disposizione una delle sue reti televisive".
Secondo la polizia scientifica chiamata a deporre prima dell'estate dai magistrati che rappresentano l'accusa, Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo, la lettera "non solo è autentica ma non presenta alcuna traccia di manipolazioni". Non sono d'accordo i tre consulenti della difesa Mori, Antonio Marras, Antonio Di Pio e Antonio De Tommaso, con un passato nel Ris dei carabinieri. Secondo Marras "la scrittura è autografa ma non è autentica", facendo notare delle "interpolazioni, fatte con un copia e incolla o con un sistema software particolare". E' sempre l'ex sottufficiale dei carabinieri a parlare di una "manifesta manipolazione a un appunto autografo di Vito Ciancimino". Inoltre, i consulenti hanno mostrato al Tribunale anche delle presunte incongruenze tra le firme di Vito Ciancimino sul cartellino segnaletico del 19 dicembre '92, il giorno del suo arresto e altri verbali.
Durante l'udienza i consulenti hanno anche mostrato alcuni dei 'pizzini' che, secondo quanto dichiarato da Massimo Ciancimino, sarebbero attribuibili a Bernardo Provenzano. Gli ex Ris dei carabinieri sono convinti che, in particolare 7 pizzini attribuiti a Ciancimino junior non sarebbero stati scritti dal capo mafia. Si tratta di fogli di carta scritti a macchina. A differenza di altri 'pizzini' attribuibili "certamente a Provenzano" quelli consegnati da Ciancimino junior "non lo sono". Secondo i consulenti i 7 pizzini sono stati scritti "da macchine per scrivere diverse ma molto probabilmente dalla stessa mano, che non è Provenzano". Secondo la polizia scientifica, invece, i pizzini sarebbero stati scritti con la stessa macchina per scrivere. Un punto molto controverso che ha provocato non poche tensioni in Aula tra accusa e difesa. Il pm Di Matteo ha poi chiesto di acquisire ulteriori documenti tra cui dei manoscritti di Vito Ciancimino risalenti al '96.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it]

 

 

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21 settembre 2011
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