Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Provenzano poteva essere arrestato il 31 ottobre del '95, quando i vertici di Cosa nostra si riunirono a Mezzojuso...

07 settembre 2007

Secondo il tenente colonnello dei carabinieri Michele Riccio, il 31 ottobre del 1995 ci fu l'occasione di arrestare il boss dei boss Bernardo Provenzano, ma questa non venne deliberatamente sfruttata.
Tale possibilità, palesata allora dallo stesso ufficiale dell'Arma durante una riunione a Roma tra i vertici del Ros, sarebbe stata data da un summit di mafia fissato per quella data dai vertici di Cosa nostra in un casolare di Mezzojuso, in provincia di Palermo.
In quell'occasione, secondo il tenente colonnello Riccio, il generale dei carabinieri Antonio Subranni, ex comandante del Ros e della divisione ''Palidoro'', non si sarebbe adoperato per organizzare un blitz, motivando il rifiuto con la mancanza di mezzi tecnici necessari all'operazione.
La presenza di Provenzano era stata riferita a Riccio dal suo confidente, il boss Luigi Ilardo, assassinato alcuni mesi dopo il mancato arresto, e alla vigilia del suo ingresso nel programma di protezione.

La pesante accusa del tenente colonnello Riccio lanciata un paio di anni fa, continua ad infuocare lo scontro tra i penalisti Piero Milio e Fabio Repici. Polemica che, dopo essere riesplosa il 5 luglio scorso nell'aula dell'udienza preliminare del processo scaturito dalle denunce incrociate tra gli ex vertici del Ros Mario Mori (ex direttore del Sisde), il generale dei carabinieri Subranni e il colonnello Mauro Obinu da una parte, e il tenente colonnello Riccio dall'altra, in questi giorni è finita davanti al Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Palermo.
L'avvocato Milio, difensore di Mori, Subranni e Obinu, ha contestato la memoria presentata dal suo collega Repici, del Foro di Messina, difensore di Riccio, nella quale vengono ricostruiti una serie di episodi che sollevano pesanti interrogativi sull'operato dei vertici del Ros. Nel suo esposto, Milio ha definito la memoria ''un libello diffamatorio'', chiedendo all'Ordine degli avvocati di valutare l'opportunità di un intervento disciplinare nei confronti di Repici.
Il presidente del Consiglio forense, Enrico Sanseverino, ha annunciato che nei prossimi giorni affiderà il caso ad un relatore per verificare la fondatezza delle osservazioni di Milio.

Per il mancato blitz di Provenzano, Mori, Obinu e Subranni sono accusati di favoreggiamento aggravato dall'aver agevolato Cosa Nostra. Nei loro confronti, il Pm Nino Di Matteo ha chiesto l'archiviazione, così come nei confronti di Michele Riccio, denunciato a sua volta dai tre ufficiali per calunnia.
Il Gup Maria Pino scioglierà la riserva decidendo se archiviare la posizione di tre ex capi del Ros o se chiederne l'imputazione coatta; oppure se invocare la prosecuzione delle indagini.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

07 settembre 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia