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Provenzano potrebbe morire da un momento all'altro...

Il legale del boss mafioso: "E' giusto che paghi il suo debito, ma in condizioni di vita adeguate"

09 settembre 2011

"Voglio essere curato, ho diritto ad essere curato". Sono queste le parole che il boss mafioso Bernardo Provenzano, detenuto e che non sembra essere più lucido, ha espresso al proprio legale, Rosalba Di Gregorio. L'avvocato è stata intervistata da Klaus Davi nell'ultima puntata di KlausCondicio.
"In questo momento - ha aggiunto l'avvocato - la situazione di Bernardo Provenzano è pessima. Potrebbe morire da un momento all'altro poiché le sue condizioni neurologiche e fisiche generali non rendono possibile intervenire con una chemio o con qualsiasi altra terapia per bloccare la ripresa del tumore alla prostata. Si sta solo intensificando la terapia ormonale che lascia il tempo che trova. È giusto che Provenzano, che è riconosciuto colpevole di qualcosa, paghi il suo debito, però in condizioni di vita carceraria adeguate alla società civile. Vorrei avere la fortuna di trovare un soggetto medico che sia disponibile a visitarlo come consulente di parte. Non ci sono molti soggetti disponibili ad andare a visitare Provenzano".
"Quello che è stato sottovalutato sia all'interno della perizia sia nei provvedimenti successivi è il problema cerebrale - ha proseguito - C'è stata un'ischemia che ha bruciato, nel 2010, una parte del cervello e da qui residuo, come un fatto neurologico a caduta, un riflesso simile al Parkinson. Abbiamo un soggetto che in questo momento non è in condizione di accudire sè stesso, nella maniera più categorica. L'ultima volta in cui sono andati i figli a trovarlo, si è messo a pregare al colloquio. E non riesce a capire che deve prendere il citofono e posizionare nel punto giusto l'orecchio e la bocca. Addirittura non riesce più neanche a fare uscire la biancheria sporca, sbaglia e manda fuori quella pulita".

Bernardo Provenzano non è più detenuto nel carcere di Novara, ma è da circa quattro mesi in quello di Parma. Il trasferimento si è reso necessario - secondo quanto si è appreso da fonti penitenziarie - perché il boss di Cosa Nostra fosse curato all'interno dell'attrezzato centro clinico del carcere emiliano (che ha ospitato anche l'ex patron della Parmalat, Callisto Tanzi).
A Novara, invece, si sarebbe dovuto ricorrere a continui ricoveri presso l'ospedale della città, da presidiare con imponenti misure di sicurezza, visto che Provenzano è al 41 bis (il cosiddetto 'carcere duro'). Il 78enne 'Zu Binnu' - si è inoltre appreso - sarebbe seriamente malato, ma non in condizioni gravissime. Tutte le istanze presentate dal legale di Provenzano, infatti, sarebbero state rigettate dal Tribunale di sorveglianza di Bologna in base ai referti stilati dal personale sanitario del centro clinico del carcere, peraltro composto da medici dell'Asl e non più da medici penitenziari.

Non è della stessa opinione del legale del boss il deputato della Lega Nord e sindaco di Varallo (Vercelli) Gianluca Buonanno che, sempre a KlausCondicio, non usa mezzi termini: "Nessuna pietà; Provenzano dovrebbe marcire in carcere. Speriamo che faccia in fretta, i mafiosi devono uscire dal carcere solo in orizzontale". Buonanno ha così commentato un sondaggio della trasmissione secondo cui l'80% degli oltre 1000 elettori della Lega interpellati afferma di non provare pietà per i mafiosi che in galera soffrono di problemi di salute e di augurarsi che non ne escano vivi. "Non mi stupisce l'esito del sondaggio. Nessuna pietà - ha aggiunto - per gente come Riina e Provenzano, per persone che hanno voluto ammazzare Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e tanta altra gente, compresi gli uomini della scorta che spesso dimentichiamo. L'Italia non è diventata disumana, però troppo buonismo non funziona. Provenzano non si è preoccupato di far ammazzare tanta gente, ci doveva pensare prima. Non vedo la necessità di far uscire di galera uno che ha ammazzato decine, centinaia di persone. I mafiosi e i camorristi - ha concluso Buonanno - che si sono macchiati di delitti efferati devono uscire dal carcere, ma in orizzontale".

Secondo il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, "il diritto alla salute del boss Bernardo Provenzano non è in discussione. Le nostre strutture carcerarie sono nelle condizioni di garantire tutte le cure e l’assistenza necessaria anche per i detenuti in regime di 41 bis. Nessuno sconto può essere concesso a chi si è reso responsabile di crimini gravissimi. Piuttosto mi auguro che Provenzano maturi al più presto la decisione di collaborare con la giustizia. È questa l’unica strada per instaurare un rapporto chiaro e trasparente con lo Stato, fuori da qualsiasi trattativa a cui egli era abituato".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, ANSA, Corriere del Mezzogiorno, www.giuseppelumia.it]

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09 settembre 2011
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