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PROVINCE ADDIO!

Dopo settimane di scontri l'Ars approva tutte le norme del disegno di legge. Crocetta: "Ora Liberi consorzi, ma che fatica"

07 marzo 2014

Mercoledì scorso, la seduta parlamentare per l'esame della riforma della Province è stata piena di tensioni esplose in una vera e propria bagarre. Il patatrack è avvenuto mentre era in discussione il penultimo articolo del ddl di riforma, quello sulla norma di riscrittura del governo sull'articolo 10, che disciplina funzioni e compiti dei Liberi consorzi e  delle Città metropolitane.
Un situazione tanto incandescente ed esplosiva che ha causato il rinvio della seduta all’indomani mattina, ossia ieri e che non faceva presagire nulla di buono.

E invece… E invece, ieri l'Assemblea regionale siciliana ha approvato tutte le norme del disegno di legge, rinviando a martedì il voto finale.
Insomma, addio alle Province! D'ora in poi in Sicilia ci saranno i Liberi Consorzi e le Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
"E' stata una grande fatica", ha detto il governatore Rosario Crocetta. "C'è stato un incessante lavoro di mediazione che ha portato, alla fine, a esitare una legge persino migliore di quella che avevamo pensato", ha aggiunto.
Il percorso per la maggioranza è stato difficilissimo, con il governo che è andato sotto più volte durante quasi un mese e mezzo di discussione della riforma, con le opposizioni che hanno fatto ricorso all'ostruzionismo e che durante la maratona parlamentare hanno più volte sostenuto che il testo potrebbe essere impugnato dal commissario dello Stato, perché conterrebbe norme incostituzionali.

Alla fine il "salvagente" per Crocetta e la sua maggioranza è arrivato dal Movimento 5 Stelle e dal Nuovo centrodestra che hanno garantito col loro voto l'approvazione delle norme più importanti della riforma, a partire proprio dai Liberi consorzi: al momento sono nove, quante le attuali Province, ma potrebbero diventare di più nei prossimi sei mesi se i comuni riusciranno a formare nuovi enti, partendo da una popolazione minima di 180 mila abitanti.
Numerosissimi i rinvii e le sedute sul tema quasi sempre cariche di tensioni, l’ultima appunto proprio quello di mercoledì sera.

Il dato più evidente della riforma è che scompare il voto diretto, gli organismi rappresentativi (presidenti e assemblee) sono di secondo livello.
"Siamo andati avanti con una maggioranza d'aula anche in presenza di voto segreto, lo vedo come un fatto positivo", ha affermato il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. "Oggi si è segnato un notevole passo in avanti, un'ulteriore fase di completamento dell'abolizione delle Province avviata un anno fa", ha aggiunto il presidente dell’Ars secondo cui "ora si deve puntare in maniera significativa sulle città metropolitane".
Le norme approvate definiscono un quadro che dovrà essere completato con una successiva legge che il governo porterà in aula in autunno e che dovrà stabilire soprattutto compiti e funzioni di Liberi consorzi e Città metropolitane. "La Regione dovrà privarsi delle sue funzioni prima in favore dei Comuni e poi delle città metropolitane - ha osservato Ardizzone - Avremo tutto il tempo per far maturare questo percorso".

Quindi, dopo l’ok finale dell’Ars, il presidente Crocetta ha voluto rassicurare il personale degli enti provinciali: "I lavoratori non devono preoccuparsi perché saranno valorizzati. Una parte dei funzionari sarà trasferita ai comuni dove potranno mantenere lo status, alcuni andranno nei Liberi consorzi e nelle città metropolitane, questo verrà fatto per migliorare i servizi". "Da martedì, dopo che sarà  approvata la legge sulla riforma delle Province, avvieremo una  discussione utile alla ricomposizione del governo", ha aggiunto Crocetta che alla domanda se il Ncd sarà in giunta, ha risposto: "Non credo sia all'ordine del giorno".

I SODDISFATTI E GLI SCONTENTI - "La legge più tribolata vissuta nella mia esperienza all'Ars, cambiare in Sicilia è ancora un verbo di difficile coniugazione. Abbiamo rotto il muro della conservazione". Queste le parole del presidente della Prima Commissione, Affari Istituzionali, Antonello Cracolici a proposito della legge sui liberi Consorzi. "Le paure rispetto al nuovo ed il sentirsi garantiti dai privilegi del passato - ha spiegato il parlamentare Pd - sono i più grandi nemici dell'innovazione e del progresso, ma alla fine l'Ars licenzierà martedì prossimo una legge, che prima in Italia, supera le Province e, prima in Italia, istituisce le Città metropolitane".

Secondo Nello Musumeci, ieri nell’aula dell’Ars "si è consumato il penultimo atto di una vicenda legislativa schizofrenica e irragionevole. La finta soppressione delle Province è solo una trovata, inventata per la politica-spettacolo, che serve a Crocetta per fargli dire: come vedete, facciamo sul serio la rivoluzione". "Una legge incostituzionale, inapplicabile, che toglie il diritto al voto a quattro milioni di siciliani e che rischia di condannare i comuni alla paralisi e al collasso finanziario - ha aggiunto -. Vedremo in aula martedì, a scrutinio palese nominale, quanti deputati sapranno assumersi la responsabilità di far passare questo mostro giuridico".

Soddisfatto il Movimento 5 Stelle. "La legge dei cittadini è in dirittura d’arrivo" hanno detto i deputati pentastellati che in quessta maniera hanno registrato un importantissimo traguardo portando a compimento uno dei punti chiave del loro programma: "Via le province e spazio ai consorzi liberi".
"Abbiamo evitato che questa riforma si riducesse ad uno dei soliti slogan del presidente Crocetta, - ha affermato il nuovo capogruppo dei Cinquestelle all’Ars Francesco Cappello - disegnando un nuovo ordinamento degli Enti locali siciliani ed evitando che i liberi consorzi si traducessero in una mera replica delle province abolite. Un tassello in più per dire basta agli sprechi, basta al clientelismo; un obiettivo raggiunto nonostante le barricate della restante parte dell’opposizione che ha cercato in tutti i modi di affossare questa riforma per tornare alle elezioni provinciali e nonostante una maggioranza claudicante e visibilmente frantumata".

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07 marzo 2014
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