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Pubblico e Privato: gli Italiani preferiscono di gran lunga i servizi pubblici

Secondo un sondaggio gli italiani vogliono che scuola, pensioni e sanità siano erogate dallo Stato

04 marzo 2005

Dalla VI indagine dell'Osservatorio sul Capitale sociale degli italiani, curata da Demos sistema di  indicatori sociali dell'Istat) per Coop, e che si è concentrata sul tema dei ''servizi come aspetto rilevante dell'integrazione sociale e politica'', si desume che nella società italiana c'è una una forte domanda di ''pubblico''. Ossia, gli italiani, pur valutandoli criticamente, preferiscono i servizi dello Stato rispetto a quelli gestiti dai privati.
La popolazione italiana attribuisce all'intervento pubblico un ruolo fondamentale nell'ambito del welfare. Questo giudizio si estende perfino al servizio televisivo.
Sull'alternativa meno tasse o più servizi gli italiani infatti si dividono. Per esempio, la recente riduzione delle tasse, quando effettivamente percepita, viene ritenuta perlopiù ininfluente rispetto al reddito.

Dall'indagine si desume inoltre che il pessimismo rimane il tratto distintivo in generale del clima  sociale, senza tuttavia essere aumentato rispetto al passato. Come dire, i cittadini sembrano adattarsi alle difficoltà congiunturali.
In soldoni: la metà degli italiani presi in esame dall'indagine continua a vedere il futuro incerto e carico di rischi, e una percentuale sempre più alta ritiene di essere diventata un po' più povera rispetto a prima.

Proprio in questa cornice le istituzioni pubbliche con i loro servizi diventano ''importante fattore di integrazione''.
Sul piano della soddisfazione le scuole pubbliche superano le corrispettive private (scuole per l'infanzia e asili nido 61% vs. 57%; le restanti scuole 52% vs. 45%).
Le poste raccolgono il gradimento di oltre la metà degli italiani (55%). La sanità pubblica, invece, suscita un grado di soddisfazione sensibilmente più basso rispetto alle strutture private (35% vs. 58%). Limitato appare anche il gradimento dei trasporti urbani (35%) e in particolare quello delle ferrovie (23%).
Secondo il 28% dei cittadini i servizi dello Stato sono peggiorati nel corso degli ultimi anni, e il personale delle pubbliche amministrazioni viene giudicato meno disponibile e competente rispetto a quello del settore privato.
Nonostante ciò è chiaro che gli italiani auspicano la gestione pubblica delle principali istituzioni del welfare: scuola (77%), sanità (69%), pensioni (64%).
Il mercato, in questi ambiti, viene guardato con una certa diffidenza. Un sentimento che coinvolge anche la televisione, dove il 54% degli italiani ritiene più opportuna la gestione da parte dello Stato.

Chi vuole il pubblico
La domanda di pubblico presenta un profilo sociale netto: è espressa da persone con più di 45 anni, lavoratori del pubblico impiego, pensionati, elettori dello schieramento di centro-sinistra. Questo orientamento si collega probabilmente alle incertezze e alle difficoltà che continuano a caratterizzare la capacità di consumo e di risparmio degli italiani.

Cosa deve fare lo Stato
Mirare alla riduzione delle imposte oppure al potenziamento dei servizi? L'opinione degli italiani si divide in due. Su 100 cittadini 46 vedono nel calo delle tasse una priorità (ma di questi solo 10 sarebbero disposti a pagare il costo di una limitazione dei servizi). Mentre i restanti 54 riconoscono nel potenziamento dei servizi un obiettivo da perseguire (di questi, 24 si dicono disposti anche a fronteggiare l'incremento del prelievo fiscale).

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04 marzo 2005
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