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Pulcini senza un nido...

Da un indagine di Cittadinanzattiva: circa 23% dei bimbi resta fuori dagli asili nido

05 agosto 2008

I bambini non trovano posto negli asili nido, tra caro rette e liste di attesa il 23% resta fuori. In Campania a cui spetta il record) il 40% dei bimbi è in lista di attesa, seguita da Molise (36%), Sicilia e Lazio (34%). E chi riesce a mandare il figlio all'asilo nido comunale spende, in media, 290 euro al mese, una spesa annua a famiglia di circa 3.000 euro, considerando 10 mesi di uso del servizio. Con picchi di spesa fino a 572 euro al mese.
Sono questi i risultati di un'indagine di Cittadinanzattiva sugli asili nido comunali in Italia. Una fotografia che traccia difficoltà di accesso, alti costi e disparità economiche tra aree del Paese: in una provincia, la spesa mensile media per il tempo pieno può avere costi anche tre volte superiori rispetto ad un'altra provincia, e doppi tra province nell'ambito di una stessa regione.
Ad esempio, a Lecco la spesa per la retta mensile, di 572 euro, è più che tripla rispetto a Roma (146) e più che doppia rispetto a Milano (232).

Dall'indagine emerge inoltre che dal 2006 ad oggi, la situazione degli asili nido in Italia è cambiata, "nonostante alcune apprezzabili disposizioni presenti nelle leggi finanziarie 2007 e 2008" e il dato di fondo resta sempre l'enorme scarto esistente tra le esigenze delle famiglie e la reale possibilità di soddisfare tali esigenze.
L'analisi è stata svolta dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva e ha considerato una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44.200 euro e relativo Isee di 19.900 euro. I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali (anni scolastici 2006-07 e 2007-08) delle Amministrazioni comunali interessate all'indagine (tutti i capoluoghi di provincia). Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media, 9 ore al giorno) e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana.
E il risultato è "tariffe in crescita". L'incremento medio delle tariffe è del +1,8% rispetto al 2006-07, dopo un anno di sostanziale crescita zero (nel 2006-07 si era registrato un +0,7% rispetto all'anno prima), con 26 città che hanno ritoccato all'insù le rette di frequenza. Rispetto ad un anno fa, al Nord la spesa media mensile è cresciuta del 3,5%, mentre è sostanzialmente stabile al Centro e al Sud.

Altro neo le liste di attesa: dall'analisi di dati in possesso al Ministero dell'Interno e relativi al 2006, emerge che il numero degli asili nido comunali sia cresciuto del 3,3% rispetto al 2005, nonostante ciò, in media il 23% dei richiedenti rimane in lista d'attesa (percentuale che sale al 26% se consideriamo solo i capoluoghi di provincia). Il poco edificante record va alla Campania con il 40% di bimbi in lista di attesa, seguita da Molise (36%), Sicilia e Lazio (34% ciascuno).
"L'indagine - ha commentato il vicesegretario generale di Cittadinanzattiva Giustino Trincia - evidenzia l'ennesimo ritardo accumulato dal nostro Paese e l'abisso che ci separa dall'Europa: a più di trent'anni dalla legge 1044/1971 che istituì gli asili nido comunali, quelli esistenti sono poco più di 3.100, a fronte dei 3.800 asili pubblici previsti già per il 1976". Inoltre, ha sottolineato Trincia, "siamo ben lontani dalla copertura del servizio del 33% come auspicato a livello comunitario entro il 2010".
I dati inoltre - secondo l'associazione - evidenziano che "il Sud continua a perdere colpi, il Centro-Nord a rincorrere condizioni più adeguate alle proprie esigenze, mentre migliaia di giovani famiglie saranno costrette ad arrangiarsi da sole".

L'indagine ha stilato anche la classifica delle 10 città più care e di quelle invece più economiche. La Calabria è la regione più economica (118 euro), mentre il Trentino la più costosa (406 euro), e nella top ten delle 10 città più care, tra quelle che offrono il servizio a tempo pieno, si confermano, rispetto al 2006-07, Lecco, Belluno, Bergamo, Mantova, Cuneo, Treviso, Sondrio e Vicenza, mentre Udine e Pordenone subentrano a Varese e Trento. Nella graduatoria delle 10 città meno care, prevalgono le realtà del Centro-Sud. In assoluto, la città più economica si conferma per il terzo anno consecutivo Roma, seguita da Chieti e Reggio Calabria.
La differenza tra il Nord e il Sud del Paese non si limita però solo ai costi (le 10 città più care sono tutte del Nord), ma riguarda anche il numero di nidi sul territorio: sempre secondo gli ultimi dati del ministero dell'Interno, aggiornati al 2006, la regione che emerge per il più elevato numero di nidi è la Lombardia con 617 strutture e circa 27.000 posti disponibili, seguita da Emilia Romagna (540 nidi e 23.463 posti) e Toscana (399 nidi e 14.137 posti), ultima il Molise con soli sei asili per 219 posti disponibili.
A livello nazionale, sempre secondo dati ministeriali, si contano 3.110 asili nido comunali (+3,3% rispetto al 2005), dei quali il 44% è concentrato nei capoluoghi, per complessivi 130.244 posti disponibili (il 48% presso città capoluogo). Il servizio di asilo nido pubblico è presente solo nel 17% dei comuni italiani; nel loro insieme il 59% è concentrato nelle regioni settentrionali, il 27% al Centro e solo il restante 14% al Sud. Facendo un confronto tra i posti disponibili e la potenziale utenza (numero di bambini in età 0-3 anni) in media in Italia la copertura del servizio è del 6% (percentuale che sale al 10,3% se consideriamo solo i capoluoghi di provincia) con un massimo del 16% in Emilia Romagna ed un minimo dell'1% in Puglia, Calabria e Campania.

A fronte dei dati raccolti, per migliorare il servizio degli asili nido comunali Cittadinanzattiva ha proposto un piano nazionale straordinario, per nuovi asili nido comunali entro il 2010 affinché si raddoppi la copertura della domanda potenziale dall'attuale 6% al 15%, rafforzando gli incentivi fiscali ed altre misure di sostegno finanziario per i comuni, le fondazioni, le imprese disponibili ad aprire asili nido aziendali e le stesse associazioni non profit.
L'associazione sottolinea anche l'importanza di dedicare una particolare attenzione alle regioni del Sud, mediante appositi incentivi alle amministrazioni comunali. Cittadinanzattiva inoltre chiede di avviare forme di valutazione civica della qualità dei servizi di asili nido, coinvolgendo le stesse amministrazioni pubbliche e le organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini, e di assicurare la massima trasparenza delle liste di attesa per l'accesso agli asili nido comunali, prevedendone - ad esempio - la loro pubblicazione, con i criteri di assegnazione dei punteggi, su internet e sugli organi di comunicazione dei singoli comuni.
Infine, un' ultima proposta: aumentare significativamente le detrazioni fiscali per le famiglie numerose e per quelle a medio-basso reddito.

Fonte: APCOM

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05 agosto 2008
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