Punire il voto di scambio con la legge "Borsellino"
Migliaia di mail ai politici per modificare l'articolo 416 ter
Mille mail sono state inviate tre giorni fa dalla fondazione "Progetto legalità - in memoria di Paolo Borsellino" a tutti i rappresentanti politici.
Obiettivo, sollecitare la modifica dell'articolo 416 ter del codice penale, che prevede l'ipotesi del "voto di scambio" politico elettorale.
Nel corso di una conferenza stampa tenuta al palazzo di giustizia, il presidente della fondazione, il sostituto procuratore Gaetano Paci, ha spiegato: "Il nodo mafia-politica resta purtroppo centrale, ma la legislazione che dovrebbe punirlo resta inadeguata, perché prevede solo lo scambio politico elettorale tramite l'erogazione di denaro. E invece, il patto ha spesso ad oggetto favori, raccomandazioni, appalti, insomma un sistema che potremmo definire di cricche".
Ecco, perché la fondazione "Progetto legalità" propone di allargare l'applicazione dell'articolo 416 ter non solo alla dazione di denaro, ma anche a "qualsiasi altra utilità, per sé o per altri".
Il progetto di legge è stato ribattezzato "Borsellino" perché fu proprio il magistrato assassinato nel 1992 a ipotizzarlo durante un dibattito a Bassano del Grappa, nel 1989.
"Il salto di qualità nella lotta alla mafia dovrebbe essere proprio questo - dice il pm Nino Di Matteo, presidente della giunta distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati - recidere il nodo mafia-politica. Già Borsellino lo ripeteva, ribadendo che non esiste solo la responsabilità penale, ma anche quella etica e politica".
Con il nuovo 416 ter, dunque, "verrebbe sanzionato l'accordo consapevole fra il politico e il mafioso - prosegue Di Matteo - attraverso la promessa di qualsiasi genere".
"Questa iniziativa è un modo per ricordare Borsellino da vivo", dice il giudice Giovanbattista Tona, presidente dell'Anm di Caltanisetta. "Non è più tempo di commemorazioni di morti. Questa è una proposta a costo zero, ma probabilmente costerà tanto dal punto di vista politico e sociale". [Fonte: Repubblica/Palermo.it]