Qual è il sito di Sicilia tenuto peggio?
La Villa romana di Piazza Armerina (EN), il sito più importante e più visitato di Sicilia
Dispiace dirlo, ma è così: se esiste qualcuno al quale non gliene può fregare di meno della ricchezza che si ritrova sotto il naso, ebbene, questo qualcuno è il popolo siciliano.
Chiediamo ai cultori e a tutti quelli che amano e rispettano la propria terra le nostre scuse, e sottolineamo che l'incipit di questo articolo altro non è che impulsiva e ingiusta generalizzazione. Solo che il troppo storpia, e la "secolare" storia dell'incuria della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, è andata oltre la storpiatura.
Da sempre, e ripetiamo da sempre, il sito archeologico siciliano più visitato e conosciuto al mondo è la Villa Romana del Casale, e da sempre le condizioni di conservazione, cura e preservazione sono state schifose. Sì, schifose! Altre parole adatte non ne esistono.
Chi sta scrivendo, si ricorda la sua prima visita a Piazza Armerina, avvenuta all'incirca 18 anni fa, ebbene, 18 anni fa i meravigliosi mosaici piazzesi, tesori unici al mondo, già erano malmessi e la cura del sito una porcheria.
Ritornai a Piazza Armerina diversi anni dopo. La situazione uguale, l'unica cosa che si era conservata veramente bene era solo lo stato di degrado. L'ultima volta che da Palermo sono ritornato per ammirare i mosaici è stata l'estate scorso e ai miei occhi si è presentata la medesima situazione che si presentò ai miei occhi di bambino 18 anni prima.
Dispiace dirlo, ma dovremmo metterci una maschera in faccia per la vergogna e batterci il petto mille volte se dobbiamo aspettare due turisti americani che ci vengano a dire "the maintenance is the problem" (la manutenzione è il problema), mentre raccolgono decine di bottiglie di plastica ammassate a terra, o sedici turisti padovani che indignati dalla degradante situazione, hanno preso carta e penna e protestato con l'assessorato regionale ai Beni culturali e con il Giornale di Sicilia.
"Riteniamo di dover segnalare l'incuria in cui versano i mosaici della Villa Romana del Casale. La realtà lascia appena intuire lo splendore raffigurato nelle cartoline. Agli occhi dei visitatori i preziosi mosaici si presentano sporchi e degradati, lasciati preda della polvere e dell'incuria".
Così hanno scritto i turisti...
Che vergogna.
Nello Xistus, uno dei cortili della Villa, i pavimenti musivi sono assediati dall'erbaccia. Un cespuglio secco di margherite, sul muretto sottostante la copertura in plexiglass, sovrasta la scena musiva della personificazione dell'Africa. Il peristilio, il cortile centrale circondato da capitelli corinzi, è invaso dall' erba alta. Le migliaia di tessere saltate non sono una novità.
E poi un'infinità di cartacce e cicche di sigarette sui pregiati mosaici, la mancanza di custodi durante il percorso, bambini che saltellano sulla pavimentazione. Assente qualsiasi segnaletica didattica.
Che vergogna.
E poi c'è l'inadeguatezza e la mancanza di criterio della segnaletica stradale turistica, problema che gli uffici amministrativi del Comune conoscono molto bene ma... Sì, perché al turista che fa il suo ingresso dalla parte nord della città, alla ricerca del famoso sito archeologico, si presenteranno all'interno del centro urbano ben 14 segnali stradali: si inizia con "Mosaici", si prosegue con "Villa imperiale del casale", si ritorna a "Mosaici" per quattro volte, poi a "Villa Romana del Casale", "Mosaici", e cosi via. Tre diverse dizioni per indicare la stessa cosa.
Qualche turista si perde, immagina due diversi siti, e quando riesce a raggiungere "le ragazze in bikini" protesta con i custodi, quando ci sono. La direzione museale segnala la questione all'amministrazione comunale. La segnaletica è ancora la stessa. Mai sostituita.
Che vergogna.
Giusto ieri però, alla luce forte dei riflettori che sono stati nuovamente puntati dalla stampa sul degrado della Villa Romana del Casale, l'Assessore regionale per i Beni Culturali Fabio Granata ha chiamato in causa Vittorio Sgarbi, neo assessore alla Cultura del Comune di Piazza Armerina.
Granata dice che "l'arrivo di Sgarbi consentirà di attivare un laboratorio di alto livello per una valorizzazione avanzata. Innanzitutto ci sono già le somme. Siamo riusciti a stanziare 18 milioni di euro su Agenda 2000 per la Villa del Casale. E questo servirà a rifare la copertura in legno e in plexigas per arieggare i mosaici. Poi con un mio decreto ho garantito la possibilità a chi gestisce la Villa da parte del Comune di impiegare il 30% dello sbigliettamento, che è notevolissimo grazie ai 700 mila visitatori l'anno, direttamente per ordinaria e straordinaria manutenzione e per custodia straordinaria [...]. Siamo pronti anche a perdere quote di sovranità sulla Villa purché le cose funzionino, coordinando con Sgarbi e con l'Istituto nazionale del restauro una serie di interventi immediati. Dobbiamo far diventare la Villa romana da punto nero dell'archeologia siciliana a un gioiello che il mondi ci invidii. Confido molto in Sgarbi che prima ha sempre parlato anche in termini polemici della Villa del Casale e adesso si deve mettere alla prova, aiutandoci a risolvere le questioni. Noi abbiamo messo in campo le somme e gli strumenti legislativi, quindi è una bella sfida".
Sgarbi non vuole scendere ad alcun compromesso: "Voglio un commissariamento totale della Villa Romana del Casale, non discuto con nessuno e non accetto suggerimenti, so cosa fare".
Ieri Vittorio Sgarbi a Piazza Armerina è stato accompagnato dall'architetto di fama mondiale Mario Bellini, e con il grande restauratore dei templi greci Lucio Trizzino. "Vengono a guardare quello che si può fare, come due grandi chirurghi che esaminano il malato, poi studieremo la cura giusta". Di sera si è fatto riaprire i cancelli della Villa e ha preso visione dei pavimenti più famosi del mondo.
Sgarbi esige carta bianca e con il soprintendente di Enna Salvatore Scuto non vuole nessuna inutile contrattazione. "O si fa come dico io o niente, non starò lì a parlare o a perdere tempo, non discuto con i soprintendenti io". Il fondatore del partito della Bellezza punta su una copertura lignea della Villa, mentre Granata vuole un adattamento di quella attuale. I progetti per 18 milioni allo studio del Centro regionale per il restauro vanno in quest'ultima direzione.
Ricordiamo che nell'ottobre scorso Sgarbi era riuscito a farsi aprire la Villa alle tre di notte per un improvviso blitz.