Quale futuro per l'informazione on line?
Arriva da Ancona il Primo rapporto sui quotidiani telematici locali in Italia
Il 2002, per Internet, è stato un anno difficile. Ma per chi si occupa di informazione, c'è stato un riscontro positivo: lo scorso anno, infatti, è stato l'anno del boom per l'informazione on line.
Gli ultimi dati confermano infatti che anche in Italia l'abitudine di collegarsi a Internet per cercare l'informazione più fresca si sta affermando sempre più. Pian piano si sta imparando ad utilizzare il web come primo strumento di informazione: mentre altri media come la Tv e la radio hanno comunque orari predefiniti per la diffusione delle notizie, il web non ha problemi di palinsesto, e può offrire notizie in tempo reale.
Ed è proprio mentre Internet si afferma come il più globale dei media, che riaffiora prepotentemente la voglia di informazione locale. E' in questo contesto che, non senza rischi e difficoltà, si sta facendo strada il fenomeno dei quotidiani telematici locali, pronti a colmare questa lacuna.
Si tratta di prodotti editoriali che, anche se germogliati in luoghi diversi e sviluppando ognuno una propria identità, presentano delle caratteristiche comuni: vengono pubblicati esclusivamente on line, si occupano di informazione a livello locale (citta', regioni, a volte circuiti interregionali) e spesso hanno l'aspetto di veri e propri portali tematici.
E' stata appena pubblicata un'indagine che ha "fotografato" questo fenomeno: si tratta del primo rapporto sui quotidiani telematici locali in Italia, dal titolo "Quale futuro per l'informazione on line?". L'indagine, promossa dal Circolo della Stampa di Ancona in collaborazione con l'editore di una testata on line marchigiana (Fastmedia.it), ha censito circa 60 testate locali italiane che operano esclusivamente on line.
"Abbiamo provato a individuare le tendenze editoriali e gli obiettivi imprenditoriali comuni a queste realtà", spiega Luca Lorenzetti, curatore del rapporto, " e abbiamo cercato di cogliere i segnali che facciano prevedere quale sarà l'evoluzione del settore. Occorre capire verso quali modelli di business e di consumo si sta muovendo l'editoria on line: c'è ancora una grande incertezza che domina il settore, e il "tasso di mortalità" è ancora molto alto".
Secondo il rapporto sui quotidiani telematici locali in Italia, i portali di informazione locale sono presenti in quasi tutte le regioni italiane, rimangono scoperte solo la Valle D'Aosta e il Friuli Venezia Giulia.
La Toscana e la Lombardia sono le regioni in cui operano più testate (12%), seguite dalla Campania (10%) e dall'Emilia Romagna (8%). Vi sono anche raggruppamenti pluriregionali (10%), in particolare nel centro-nord.
Il 93% dei portali di informazione locale è aggiornato quotidianamente, salvo qualche eccezione durante il week-end. Questa variabile è con ogni probabilità da imputarsi al fatto che molte tra queste realtà editoriali nascono e operano all'interno di aziende informatiche o case editrici, pertanto le redazioni assimilano i ritmi e gli orari dell'azienda stessa.
La maggior parte delle testate, equivalente al 24% dei quotidiani osservati, produce in media dalle 6 alle 10 notizie al giorno. Il dato non è rilevante in sé e per sé, ma solo se messo in relazione con il numero dei componenti la redazione. Se si considera infatti che la maggior parte (24%) dei giornali osservati ha un organico composto di quattro persone, possiamo affermare che, in media, ogni redattore produce circa 2 articoli al giorno.
Si tratta quindi di un livello di produttività decisamente basso: è verosimile, pertanto, che i redattori svolgano la loro attività giornalistica part-time, oppure - circostanza forse più probabile - che si dividano tra le attività di redazione e altre mansioni aziendali. Possiamo quindi trarne una considerazione: sono pochissimi, a livello locale, gli editori che si possono permettere il lusso di assumere giornalisti che lavorano soltanto su Internet. Di conseguenza, è facile dedurre che il giornalista di un quotidiano telematico, in particolare se locale, lavora a stretto contatto con il proprio editore: l'imprenditore-editore è cioè il suo superiore diretto, al quale deve costantemente rendere conto del proprio lavoro.
La maggioranza (29%) ha dichiarato che i propri profitti sono basati sulla pubblicità (tramite banner principalmente), subito seguita dal 27% che combina insieme pubblicità e autofinanziamento, mentre il 17% afferma addirittura di sopravvivere di solo autofinanziamento.
Un ulteriore dato che emerge dal monitoraggio effettuato è che la stragrande maggioranza dei quotidiani locali on line (59%) nasce a cavallo tra il 2000 e il 2001.
La rilevanza del dato è tale da escludere che si tratti di una casualità. Impossibile piuttosto non ricollegare questo dato all'epoca del boom dell'internet gratis, avvenuto in Italia proprio a cavallo tra il '99 e il 2000, che ha provocato nel nostro paese una crescita esponenziale dell'utenza Internet. Con ogni probabilità, questo continuo incremento in Italia ha portato editori e imprenditori a pensare che i tempi fossero maturi per tentare la via dell'informazione on line.
Un dato particolarmente significativo che emerge dall'indagine è che praticamente nessun quotidiano telematico ritiene che su Internet l'informazione possa bastare a se stessa: gli utenti di Internet cercano non solo l'informazione, ma anche i servizi. La gente usa la Rete come strumento per conoscere le previsioni del tempo, l'oroscopo del giorno, le ricette tipiche, gli orari dei treni, gli annunci di lavoro e altro ancora.
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