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Quando Alitalia voleva rilevare Windjet

La magistratura sulla trattativa, andata male, tra la compagnia di bandiera e la low-cost siciliana

08 novembre 2012

Si accendono i fari della magistratura sulla trattativa per l'acquisizione da parte di Alitalia di Windjet, la compagnia aerea low-cost che in seguito al fallimento del 'dossier' ha finito di volare il 12 agosto scorso, lasciando a terra 500 dipendenti e diverse migliaia di passeggeri.
La Guardia di Finanza di Catania ha effettuato ieri mattina perquisizioni negli uffici di Alitalia e Windjet. L'inchiesta è coordinata dal Procuratore Giovanni Salvi. Il fascicolo è stato aperto contro ignoti e non ci sarebbero indagati.

Le perquisizioni, si legge in una nota della Procura di Catania, chiudono la prima fase delle indagini preliminari avviate fin da questa estate ed attinenti da un lato alla denuncia sporta dai legali responsabili di Windjet nei confronti di Alitalia, circa la gestione delle trattative per l'acquisto di Windjet o di suoi assetti patrimoniali e dall'altro, in via autonoma ma collegata, alla verifica della sussistenza di reati nella gestione di Windjet e in particolare nella redazione della documentazione contabile.
Già il 29 agosto scorso, continua la nota della Procura, la Guardia di Finanza aveva proceduto al sequestro di documentazione presso gli uffici di Windjet.
A porre fine alla possibile intesa, dopo un lungo tira e molla, era stata l'Alitalia. La compagnia aveva motivato la decisione dicendo che "nonostante la volontà di realizzare l'operazione", Windjet non era mai riuscita a rispettare le date e gli obblighi derivanti dai vari accordi firmati, "conferendo così all'operazione un profilo di rischio assolutamente imprevedibile ed inaccettabile nell'ottica di una gestione seria e responsabile".

"Le indagini - ha spiegato il procuratore capo Salvi - sono in fase di accertamenti preliminari, finalizzati alla individuazione di responsabilità personali". "Con riferimento a notizie di stampa circolate nei giorni passato, si precisa che per i fatti denunciati in danno di Windjet non sono state effettuate, allo stato, iscrizioni nei confronti di noti. La Procura della Repubblica - conclude il procuratore - segue constantemente e nell'ampiazza delle sue attribuzioni, anche di carattere civilistico, lo sviluppo della vicenda".

La trattativa tra Alitalia e Windjet, durata diversi mesi, ha avuto un primo punto di incontro il 13 aprile scorso, quando è stato firmato il contratto preliminare di acquisizione. Ma è seguita una rottura tra le parti: la dead line è fissabile il 29 giugno scorso, data di scadenza dell'acquisizione: per Alitalia la compagnia aerea siciliana non aveva presentato documenti chiesti sulla situazione patrimoniale e di bilancio; per Windjet era Cai che sperava di spuntare condizioni maggiormente vantaggiose, imponendo 'condizioni vessatorie' e usando a pretesto la necessità di ricevere documentazione da terze parti. Una contrapposizione che è diventata sempre più forte, fino alla rottura definitiva avvenuta il 10 agosto scorso, con la chiusura negativa del 'dossier'.
Per Windjet, schiacciata da un debito 140 milioni di euro, sono arrivate offerte e proposte per evitare il fallimento, ma nessuna si è concretata. La società, il 30 settembre scorso, ha rivelato di essere pronta a ripartire, dal prossimo 6 dicembre, con un nuovo nome, Aereo linee siciliane, e nuovi colori. Tra meno di un mese si saprà se sarà così.

Sempre ieri, però a Roma, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per gli ex amministratori delegati dell'Alitalia, Francesco Mengozzi e Giancarlo Cimoli, insieme ad altri cinque ex manager, per il crac dell'azienda, quando il tribunale ne aveva dichiarato l'insolvenza. Secondo l'accusa si sarebbe trattato di una 'dissipazione' della compagnia di bandiera con "operazioni abnormi sotto il profilo economico e gestionale" che avrebbero causato perdite per oltre 4 miliardi di euro fino al 2007.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, GdS.it, Italpress]

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08 novembre 2012
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