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Quando ci si ammazzava con facilità...

In due giorni le cronache siciliane hanno raccontanto di ben tre storie di suicidio

12 marzo 2014

Nel giro di due giorni le cronache locali siciliane hanno riportato ben tre notizie di suicidio.
Lunedì scorso due le persone che hanno deciso di mettere fine alla propria esistenza.
A Scaletta Zanclea, nel Messinese, un operaio 56enne rimasto senza lavoro si è impiccato. Il corpo dell’uomo è stato trovato da un amico in un terreno di fronte alla sua bitazione di campagna. La vittima, secondo una ricostruzione degli investigatori, sarebbe caduta in depressione perché non riusciva a trovare lavoro. Trovato un biglietto in cui ha spiegato i motivi del gesto.

Lo stesso giorno a Marsala, ha deciso di farla finita una ragazza di 17 anni. La giovane si è tolta la vita sparandosi con la pistola del padre, un militare. Prima dell’insano gesto, dopo aver studiato, avrebbe detto ai genitori che andava a farsi una doccia, ma aveva confessato attraverso un sms a una compagna di classe, la decisione di suicidarsi.

Infine, ieri a Leonforte, in provincia di Enna, il tentativo di suicidio di un 41enne è stato sventato dal sindaco del paese. Michele La Delfa, questo il nome dell’uomo, è salito sul tetto del Municipio e si è dato fuoco per protestare per i ritardi nell'assegnazione della casa popolare che aveva richiesto. È stato il sindaco Francesco Sinatra, che fa il vigile del fuoco, a salvare la vita all’uomo, ricoverato in gravi condizioni nell'ospedale Civico di Palermo. Il primo cittadino si è lievemente ustionato ed è stato medicato all'ospedale di Leonforte. La Delfa, disoccupato e padre di tre figli, è salito sul tetto, ma il sindaco che ha intuito le intenzioni suicide dell'uomo lo ha seguito. Il disoccupato si era già cosparso di benzina e dato fuoco. Il sindaco ha tentato di spegnare l'incendio con il suo giubbotto.

Accomunare queste tre storie sarebbe una sciocca forzatura. La sciagurata decisione di porre fine alla propria vita, pensiamo sia dettata da meccanismi mentali tanto complessi e imperscrutabili che sarebbe insopportabilmente superficiale addebitare al pessimo clima che si respira un po’ dappertutto a causa della crisi generalizzata e all’effettivo aumento di disagio sociale. Però fa impressione constatare con quanta facilità, oggi, si riesca a profanare la sacralità della vita, ed è ovvio, comunque, che una buona percentuale di causalità si trovi nel malessere esistenziale contemporaneo sempre maggiore.
Saranno, questi nostri anni, da raccontare come i tempi nei quali ci si ammazzava con facilità?

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12 marzo 2014
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