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Quando cominceremo ad ascoltare i nostri bambini...

... tutto andrà meglio, e una speranza nuova avrà la possibilità di nascere

11 giugno 2007

Ventanni ad ascoltare i bambini. E' stato l'ascolto l'obiettivo principale che Telefono Azzurro mise davanti a tutto fin dal primo giorno della sua nascita, l'8 giugno 1987. Un elemento principale ed inalienabile ancora oggi, venti anni dopo, tempo in cui c'è ne sempre più esigenza, perché i bambini, tutti, hanno principalmente bisogno di essere ascoltati.
Sono tanti i bambini che ogni anno compongono quel semplice numero (1.96.96) sicuri di trovare qualcuno che li sappia ascoltare, qualcuno che riesca a riconoscere quell'esigenza, complessa e semplice nello stesso tempo, alla base di tutto per sconfiggere qualsiasi disagio nei più piccoli: l'ascolto, perché chi vuole bene ai bambini li sa ascoltare.
Nel terzo incontro, tenutosi la scorsa settiamana a Palermo, uno dei tanti che si svolgeranno in tutta Italia proprio per festeggiare i 20 anni di attività dell'associazione, sono stati resi noti i dati dell'attività di Telefono Azzurro riguardanti l'isola.
Dal 2000 al 2006 sono stati 2.500 gli interventi di aiuto di Telefono Azzurro a seguito delle segnalazioni giunte ai centri di ascolto della Sicilia, e in un caso ogni quattro si è trattato di situazione di abuso.
La Sicilia si pone così al quinto posto nella graduatoria nazionale riguardante le richieste giunte all'associazione, l'8,9% del dato aggregato nazionale. Le province che più hanno fatto ricorso al servizio sono Palermo (27,9%) e Catania (22,7%), che insieme costituiscono la metà degli interventi nella regione.

I casi che più spingono a rivolgersi alla linea di aiuto sono di tipo relazionale. In particolare i rapporti con i genitori (32,1%), il bisogno di parlare (15,5%) e le difficoltà derivanti dalla separazione dei genitori (13,7%). Gravi le situazioni legate agli abusi. Il 12,5% riguarda l'abuso fisico, il 7,2% la trascuratezza, il 6,3% l'abuso psicologico e il 4,1% l'abuso sessuale.
''Sono dati che fanno riflettere - ha detto Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro - e che richiedono ulteriori sforzi per operare in modo sempre più efficace e in partecipazione con le varie agenzie del territorio in un'ottica di rete. Un buon coordinamento della rete garantisce un intervento immediato soprattutto per i casi più gravi''.

Ovviamente, l'invito alla coesione delle parti e a tenere l'allerta sui bambini sempre alta non è rivolto soltanto alla Sicilia, ma all'intera Nazione, e da qui all'intera comunità internazionale. Purtroppo, infatti, nel mondo l'attenzione verso i più piccoli risulta essere ancora scarsa.
Poche settimane prima dei ventanni di Telefono Azzurro, a Roma è stato presentato il 3° Rapporto di Aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Italia. Un ampio dossier sulla condizione dei minori nel nostro paese e sul grado di rispetto della Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (approvata il 20 novembre del 1989 e ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 - leggi). Il rapporto è stato redatto dal Gruppo di Lavoro per la CRC (Convention on the Rights of the Child), un network di 62 organizzazioni e associazioni del terzo settore, coordinato da Save the Children Italia, ed è stato anche oggetto di un'audizione presso la Commissione Parlamentare per l'Infanzia.
''L'attività di monitoraggio che abbiamo condotto nel corso di questo anno ci spinge a non abbassare il livello di attenzione e a sollecitare un sempre più forte e convinto impegno nella tutela e promozione dei diritti dei bambini'', ha spiegato Arianna Saulini, Coordinatrice del Gruppo di Lavoro per la CRC e Responsabile Advocacy di Save the Children Italia. ''E' innegabile infatti e sotto gli occhi di tutti come un numero crescente di bambini e bambine versi in condizioni di difficoltà, vulnerabilità, disagio e sfruttamento. E' quindi necessario migliorare e implementare politiche, leggi e interventi a favore dei minori. Solitamente rileviamo buone intenzioni e buoni propositi da parte del Governo ma, nei fatti, una certa lentezza e incongruenza nell'utilizzare gli strumenti giusti e fondamentali per la tutela dei minori''.

La situazione nel nostro Paese - ''Nella Finanziaria 2007 -  ha precisato Arianna Saulini - si cita il ripristino del Fondo per l'Infanzia salvo poi non dire a quanto ammonti e lasciando permanere dubbi sulla sua effettiva esistenza. Accogliamo con favore l'incremento delle risorse stanziate per la famiglia ma siamo preoccupati che le politiche familiari, globalmente intese, rischino di oscurare la prospettiva di porre al centro degli investimenti il bambino''. A destare preoccupazione anche la non operatività dell'Osservatorio Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza, che si dovrebbe occupare del coordinamento delle politiche per l'infanzia, e la mancanza di un Garante Nazionale per l'Infanzia, un sorta di difensore e tutore dei bambini, in grado di perseguire e indagare su eventuali violazioni dei loro diritti.

In Italia la maggior parte dei minori in difficoltà si trova al Sud, dove 1 bambino su 3 è povero. Tanti, troppi ancora i diritti negati ai più piccoli, come quello a una vita dignitosa, alla privacy, all'integrità fisica e psicologica, alla protezione. ''Un numero non sempre quantificabile ma rilevante di minori nel nostro paese è privato di alcuni o di tutti questi diritti, ritrovandosi a vivere ogni giorno in condizioni di grave disagio, sofferenza e pericolo'', ha sottolineato ancora Arianna Saulini. Secondo il rapporto del Gruppo di Lavoro per la CRC, sono circa 2 milioni i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie sotto la soglia della povertà nel nostro paese. E i bambini, in relazione alle altre fasce di età (giovani, anziani, ecc...), presentano l'incidenza più alta di povertà, pari al 17% della popolazione infantile.
Sul totale dei minori poveri 2/3 vive nel Sud Italia dove è povero 1 bambino su 3, con la Sicilia a detenere il triste primato con il 41% di bambini poveri.
La povertà infantile nel nostro Paese continua a essere un fenomeno poco conosciuto ma non per questo meno rilevante nella gravità e diffusione sul territorio nazionale. Ugualmente poco noto è il lavoro minorile. Si stima che siano tra i 450 e i 500 mila di età compresa fra i 10 e i 14 anni i minori vittime di sfruttamento economico e costretti a lavorare precocemente: si tratta di lavori che in genere nascono come collaborazione alle attività o imprese di famiglia per poi trasformarsi in lavori più pesanti alle dipendenze di parenti o conoscenti.

Risulta molto difficile, poi, quantificare il numero di minori vittime di gravi forme di sfruttamento sessuale come la pedo-pornografia anche via Internet. A quest'ultimo riguardo il rapporto del Gruppo di Lavoro ha denunciato l'allarmante diffusione della pedo-pornografia online. Ma la lista delle violazioni dei diritti dei minori nel nostro paese non si ferma qui: fra le forme di violenza più diffuse e sottovalutate c'è la cosiddetta ''violenza assistita'', quella che vivono e introiettano i bambini e le bambine che abbiano assistito al maltrattamento o all'abuso sessuale di un fratello o della propria madre. Si stima che possano raggiungere la cifra di 1 milione i minori in Italia segnati da questa pressoché sconosciuta forma di violenza domestica e intrafamiliare.

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11 giugno 2007
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