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Quando gli ultimi saranno i primi?

Dalle vergognose docce antiscabbia nel Cie di Lampedusa, alle proteste dei migranti del Cara di Mineo

20 dicembre 2013

Il trattamento riservato ai migranti nei centri italiani ha prodotto il primo effetto, purtroppo negativo. Ieri, mentre la bufera sulle immagini schock riguardanti il Cie di Lampedusa continuava ad alimentare polemiche e manifestazioni di indignazione, circa trecento profughi richiedenti asilo hanno bloccato la strada statale 417 Catania-Gela vicino al Cara di Mineo, nella piana di Catania.
La protesta è degenerata a metà mattinata quando i migranti hanno cominciato a scagliare pietre contro i mezzi delle forze dell'ordine che li controllavano in assetto antisommossa e anche contro i giornalisti. La polizia ha usato i lacrimogeni nel tentativo di disperderli.
Si tratta dell'ennesima protesta dei migranti per i tempi infiniti delle procedure di esame delle richieste di asilo politico. Il ministero dell'Interno nelle scorse settimane aveva promesso l'istituzione di una nuova commissione esaminatrice ma sembra che nulla sia cambiato. I tempi di permanenza nel centro dove, secondo la legge i profughi dovrebbero rimanere non più di 35 giorni, superano i 12 mesi. La scorsa settimana, nel centro, si è suicidato, impiccandosi, un profugo siriano.

In modo pacifico, la protesta è continuata anche stamane. Resta bloccata la statale 417 nel tratto in località Castelluccio. Il traffico veicolare è deviato sulla strada statale 385 Catania-Caltagirone. Disagi anche per chi proviene da Gela, il traffico proveniente dalla provincia nissena è attualmente deviato al bivio Grammichele.
Comunque, la protesta potrebbe rientrare perché sembra che alcuni rappresentanti della varie etnie ospiti all'interno del Cara abbiano richiesto un incontro con i responsabili della struttura, per tentare una mediazione in merito alla richiesta di snellimento dei tempi di attesa per ottenere lo status di rifiugiato politico. Alcuni di loro aspettano da quasi un anno. Pare che le proteste più accese siano da parte di Nigeriani e Gambiani.

Nel primo pomeriggio è previsto un incontro tra il prefetto di Catania, Maria Guia Federico, e il sindaco di Mineo Anna Aloisi. "La massiccia presenza delle forze dell'ordine - afferma il primo cittadino - ha permesso di tenere sotto controllo l'ennesima protesta dei richiedenti asilo. E' opportuno - sottolinea Aloisi - che vengano urgentemente adottati provvedimenti che accelerino i riconoscimenti e che si allontanino coloro che fomentano manifestazioni violente e pertanto inaccettabili".

Tornando a Lampedusa, ieri, a 48 ore dallo scandalo suscitato dalla disinfestazione di massa con pistole a pompe nel cortile del Cie di contrada Imbriacola, il ministero dell'Interno, Angelino Alfano, ha preso le prime decisioni sul da farsi, rescindendo il contratto con l'ente che ha gestito il centro di Lampedusa, l’Associazione Lampedusa Accoglienza, che dal 2007 gli ha fruttato più di due milioni e mezzo di euro all'anno.

Il vicepremier lo ha annunciato arrivando al prevertice Ppe a Bruxelles, ed ha aggiunto che si pensa di affidarne la gestione alla Croce Rossa Internazionale.
"Lo stato ed il governo italiano - ha detto Alfano - non possono accettare che vi siano nel proprio territorio nazionale situazioni di violazione dell'integrità della persona, della violazione della sua dignità, della violazione della privacy. Ecco perché abbiamo deciso di rescindere il contratto con l'ente che ha gestito il centro di Lampedusa". "È una decisione dura e radicale, ce ne rendiamo conto - ha continuato il vicepremier - ma riteniamo che sia l'unica misura che possa far comprendere all'opinione pubblica nazionale ed internazionale ed anche ai gestori di tutti i centri che noi su i principi non transigiamo". "Su quella delicatissima trincea di Lampedusa - ha concluso Alfano - pensiamo di chiedere che la gestione possa essere affidata, anche per via diretta se le leggi lo consentiranno, ad enti di assoluto prestigio internazionale, come per esempio la Croce Rossa Internazionale. Approfondiremo giuridicamente, ma il nostro orientamento è questo".

Ed è scoppiata anche la polemica sui metodi di aggiudicazione delle gara da parte delle associazione di servizi umanitari. Secondo il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, intervenuta ieri in diretta telefonica al programma Radio Anch'io su Radiouno, "da due anni ci sono bandi al massimo ribasso per la gestione dei Cie. Bisogna distinguere tra centri di accoglienza e Cie, questi bandi sono di competenza del Ministero dell'Interno. I Cie negli ultimi due anni sono stati soggetti a bandi al massimo ribasso, con un costo che non supera i 30 euro a persona per garantire tutti i servizi: dalla mensa, all'accoglienza al servizio medico. In alcuni Cie arriva tra i 25-30 e si deve garantire tutto in quei costi, cosa che diventa impossibile pensando anche al personale". "I Cara - ha aggiunto il ministro - hanno un diverso costo, perché le persone sono libere di entrare e uscire. C'è un budget fino a 50 euro a persona e il budget giornaliero che si dà a chi esce per le spese quotidiane non supera i 2,50 euro". "Il punto è un altro - ha concluso Kyenge - bisogna cercare un costo compatibile con livelli standard di vita all'interno di questi centri".

Sempre dai microfoni di Radio Anch'io il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, si è sfogata rifuggendo da ogni ipocrisia: "Ho fatto sempre denunce pubbliche su quanto accadeva a Lampedusa". "Non dobbiamo essere ipocriti: quando si infilano da 700 a 1.200 persone in una struttura in cui ci sono 250 posti letto, cosa ci aspettiamo che succeda? Era necessario vedere le immagini? Ho chiesto al presidente del Consiglio, Enrico Letta, di venire a Lampedusa e ho preteso che entrasse dentro il centro".
Il sindaco ha sollevato anche il suo disappunto sul fatto che "i sindaci di Italia debbano chiedere un'autorizzazione per entrare nei centri. Se chiedo un'autorizzazione, non trovo le scene viste in tv. Oggi ci meravigliamo avendo visto queste scene, se non le vediamo le ignoriamo, come i morti in mare. Se noi nascondiamo i centri e non li facciamo vedere il problema non esiste. La Bossi-Fini va abolita ed era la prima cosa da fare dopo il naufragio del 3 ottobre".
"Da un pò di tempo - ha aggiunto poi il direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), Christopher Hein - i bandi del Ministero dell'Interno per la gestione dei centri hanno come unico criterio quello di aggiudicare il progetto a ribasso, senza valutare esperienza e qualità del servizio. C'è una responsabilità dell'ente gestore, ma bisogna chiedersi se c'è anche una responsabilità politica".

Infine, ha voluto commentare la condanna dell'Italia da parte dell'Ue dopo il filmato shock delle docce antiscabbia agli ospiti del centro di Lampedusa, il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. "Spero che l'Europa si coinvolga nelle cose e non soltanto giudichi dall'esterno". Quello che abbiamo visto, dice Bagnasco, è "raccapricciante" e non deve più accadere. "Di fronte a questo episodio - ha dichiarato il porporato, a margine del tradizionale scambio di auguri natalizi con i rappresentanti delle testate giornalistiche del capoluogo ligure - da una parte dobbiamo riconoscere tutte le persone e le istituzioni che hanno guardato e guardano questi fratelli e sorelle immigrate con umanità, giustizia e fraternità, cercando di sostenerli in ogni modo. Dall'altra però - ha concluso Bagnasco - questi episodi che abbiamo visto sono raccapriccianti e hanno diffuso nella gente un senso di reazione e sdegno profondo che ci fa dire fortemente: 'non accada mai più'".

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20 dicembre 2013
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