Quando i corleonesi comandavano anche la camorra. Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Totò Riina
Una vicenda che risale a 23 anni fa e che vede protagonisti i corleonesi del ''capo dei capi'' Totò Reiina e la Camorra dei Casalesi e degli Alfieri. Era il 1984 quando le famiglie egemoni in Campania, quella dei Casalesi (Bardellino) e Alfieri vicine ai 'fujiuti' siciliani che stavano perdendo la guerra di mafia contro i corleonesi, si contrapponevano alle famiglie Nuvoletta-Gionta-Lubrano.
Il 19 settembre dell'84 a Poggio Vallesana, presso una masseria dei Nuvoletta, si tenne una riunione alla quale i Vasterella (che avevano rapporti con Antonio Bardellino, a capo della camorra casertana dei Casalesi, quest'ultimi vicino ai siciliani Badalamenti, Bontate e Inzerillo, e quindi nemici dei corleonesi) erano stati invitati con l'affermato fine di affiliazione a Cosa Nostra.
Vittorio e Luigi Vastarella, Gennaro Salvi, Gaetano Di Costanzo e Antonio Mauriello vennero strangolati da Angelo Nuvoletta e da Giovanni Brusca ed un altro elemento del clan dei corleonesi. I cadaveri delle vittime cinque furono poi disciolti nell'acido.
Per questo delitto il pm Paolo Itri ha chiesto e ottenuto dal gip Paola Scandone un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Totò Riina.
L'eccidio di Poggio Vallesana - si legge nella nota della procura -, per come è stato accertato attraverso la ricostruzione operata in precedenti sentenze, anche grazie al contributo dichiarativo di molteplici collaboratori di giustizia, maturò nell'ambito della ''guerra di mafie'' che vide, nella prima metà degli anni '80, aprirsi allo stesso interno della coalizione Nuova Famiglia, appena uscita vincente dal cruento scontro con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutulo. Questo fronte vedeva contrapposti il cartello casertano dei Bardellino e napoletano degli Alfieri, fedeli alleati delle famiglie ''storiche'' palermitane dei Bontade-Badalamenti-Inzerillo, schierarsi contro le Famiglie Nuvoletta-Gionta-Lubrano, a loro volta legate, invece, alla ''mafia vincente'' degli spietati corleonesi Riina-Provenzano-Bagarella.
Per la strage è indagato anche un altro pezzo da novanta della mafia, Antonino Madonia, nei confronti del quale tuttavia il giudice non ha ravvisato i gravi indizi di colpevolezza che occorrono per ordinarne il provvedimento restrittivo.