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Quando il superlatitante Bernardo Provenzano andò ad operarsi di prostata a Marsiglia...

Forse il boss dei boss verrà catturato a causa dei suoi conosciutissimi problemi alla prostata

24 febbraio 2005

Si hanno più notizie della prostata di Provenzano che di lui stesso. Infatti, che il super latitante Bernardo Provenzano soffrisse di prostata lo si venne a sapere due anni fa, dal pentito - e un tempo braccio destro della ''Primula rossa'' - Antonino Giuffrè.
E alle tracce lasciate per l'Europa dall'organo del boss latitante gli investigatori si stanno dedicando in questi giorni. Provenzano, a quanto pare, sembra sia stato operato di prostata in Francia, nell'ottobre scorso, o almeno sono queste le notizie che negli ultimi giorni sono circolate sui giornali  e che hanno fatto arrabbiare non poco il Procuratore di Palermo Piero Grasso.
Il Procuratore, interpellato sulla vicenda, non ha voluto confermarla, riferendo di aver già avviato un procedimento per violazione del segreto investigativo nei confronti di ignoti. Grasso ha aggiunto che ''ulteriori accertamenti investigativi sulla vicenda si faranno per rogatoria''.

Dai medici di un ospedale di Marsiglia Bernardo Provenzano, sotto la falsa identità di Gaspare Troia, panettiere di Villabate (PA) e padre di un ''picciotto'' considerato organico al clan, sarebbe stato visitato nel luglio del 2003 e operato lo scorso ottobre. Ad accompagnare il capo di Cosa Nostra sarebbero stati Salvatore Troia, figlio dell'uomo che per la trasferta ha prestato la propria identità al capomafia e un'altra persona non ancora identificata.
Nonostante l'indagine della Dda sia coperta da uno strettissimo riserbo, si è venuto a sapere che a dare il primo input agli inquirenti sarebbe stato il neopentito Mario Cusimano, ex "postino" di Provenzano che, per anni, ha recapitato per suo conto i leggendari "pizzini".
Cusimano è finito in carcere assieme ad altri 50 fiancheggiatori del latitante il 25 gennaio scorso, nell'operazione denominata ''Grande Mandamento''.
Un pentimento record il suo: il postino comincia a parlare a meno di 24 ore dall'arresto. Il pentito ha ricostruito organigrammi delle famiglie, attività criminali e non solo. Cusimano ha raccontato inoltre che Provenzano fu costretto a ricorrere alle cure dei chirurghi per un intervento alla prostata, che prima dell'operazione il boss è stato costretto ad una dieta ferrea ("mangiava solo cibi delicati, in particolare pesce e verdura") e di un medico che lo avrebbe curato nel luogo della sua latitatanza.
Anche il capomafia di Belmonte Mezzagno, Ciccio Pastoia, suicidatosi in carcere il giorno dopo il suo arresto, e il boss di Villabate Nicola Mandalà, in una conversazione intercettata dalle microspie fanno riferimento a un ''dottore'' che sarebbe andato a trovare Provenzano nel suo rifugio segreto.

Un'altra notizia, sfuggita chissà come dalla Dda, è quella che parla di una perquisizione a casa della sorella del capomadamento di Villabate, Nicola Mandalà: viene trovata una cartella clinica scritta in francese intestata al panettiere Gaspare Troia.
Gli inquirenti si presentano dal panettiere, gli chiedono come stia, se abbia mai avuto problemi alla prostata e, soprattutto, se sia mai stato operato e se sia andato a Marsiglia. Troia cade dalle nuvole e candidamente rassicura i poliziotti sul suo stato di salute, precisando che lui, in un ospedale francese, non ha mai messo piede.
A completare il quadro dell'operazione marsigliese di Provenzano sono le intercettazioni ambientali effettuate prima del blitz di gennaio. Le microspie confermano che Salvatore Troia è stato in Francia per un certo periodo. A parlare sono Mandalà ed un amico. Quest'ultimo si lamenta delle spese affrontate dal giovane durante la sua permanenza in Francia.

E potrebbero essere proprio i problemi alla prostata a far catturare il capomafia latitante da 42 anni, la pista marsigliese, infatti, potrebbe portare ad un nuovo identikit di Provenzano, attraverso l'interrogatorio dei medici che lo hanno avuto in cura. Ma gli inquirenti non escludono di potere magari rintracciare alcune immagini, registrate dalle videocamere piazzate in alcuni luoghi presumibilmente frequentati dal capomafia durante il suo viaggio.

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24 febbraio 2005
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