Quando la violenza si aggrava con l'utilizzo di Internet...
Sul Ddl presentato da senatore Lauro (Pdl): ''carcere fino a 12 anni a chi su internet istiga alla violenza o ne fa apologia''
Chi istiga a commettere delitti contro la vita e l'incolumità delle persone o ne fa apologia, sarà punito con la reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica (internet e social network), la pena è aumentata.
È quanto contenuto, in sintesi, nel disegno di legge presentato dal senatore Raffaele Lauro (Pdl).
"L'aggressione a Berlusconi ha evidenziato la necessità di intervenire sul fenomeno diffuso, caratterizzato da esortazioni alla violenza e all'aggressione mediante discorsi, scritti e interventi che, in virtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono ad acquisire una rilevanza mediatica significativa", ha spiegato Lauro, secondo il quale "è diffusa, anche tra i minorenni, l'abitudine a utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone con diffamazione, ricatti e ingiurie a sfondo sessuale o razzista. Il legislatore non può più attendere", ha aggiunto il senatore.
La proposta di Lauro, a giudizio dello stesso firmatario, "effettua un corretto bilanciamento tra i valori costituzionali, in questo caso tra la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.) e la dignità della persona, riguardata nella sua dimensione più intensa, che presuppone la tutela della sua vita e della sua incolumità (artt. 2 e 13 Cost.)".
Lauro ha reso noto inoltre che "insieme con il disegno di legge ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori di maggioranza e opposizione, per discutere al Senato di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall'uso patologico del cellulare da parte di giovani e giovanissimi, e delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche". [Informazioni tratte da Corriere.it, Apcom.net]
SE L'ONLINE E' UN'AGGRAVANTE
di Mauro Vecchio (Punto Informatico, 21 dicembre 2009)
C'è un nuovo reato che potrebbe essere introdotto all'interno dell'ordinamento del Belpaese, relativo all'istigazione ed apologia dei delitti contro la vita e l'incolumità della persona, anche tramite Internet. Si tratta di un DDL annunciato dal senatore del PdL Raffaele Lauro, dopo l'aggressione subita a Milano dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il proliferare dei gruppi su Facebook inneggianti al gesto di Massimo Tartaglia.
Si tratta di una proposta che mira ad imporre pene più severe a chiunque, comunicando con più persone in qualsiasi forma, istighi a commettere uno o più tra i delitti contro la vita e l'incolumità di un individuo. Per il semplice fatto di aver istigato, un soggetto potrebbe rischiare un periodo di reclusione da 3 a 12 anni. Questa stessa pena, stando sempre al disegno di legge annunciato in Senato, dovrà applicarsi a chiunque faccia pubblicamente apologia di uno o più tra i delitti indicati. E non è tutto.
La pena dovrà essere più aspra nel caso sopravvenga un'aggravante: che l'apologia o l'istigazione venga commessa avvalendosi di comunicazioni telefoniche o telematiche. Come le ordinarie pagine Web e le bacheche dei social network. "L'aggressione al Presidente Berlusconi - ha spiegato il senatore Lauro - ha evidenziato la necessità di intervenire su un diffuso fenomeno, caratterizzato da forme di esortazione alla violenza e all'aggressione".
Violenza e aggressione che, sempre secondo Lauro, avverrebbero sempre più di frequente attraverso interventi che, grazie alle tecnologie informatiche, riescono ad acquisire una rilevanza mediatica significativa. I ricatti, le ingiurie e la diffamazione sarebbero dunque a parere del senatore pratiche particolarmente diffuse in Rete, anche tra utenti al di sotto dei 18 anni.
Il senatore Lauro ha poi commentato la sua stessa proposta, riequilibrando a suo dire quello che potrebbe apparire un claudicante bilanciamento tra libertà d'espressione e tutela della dignità degli individui. Il DDL annunciato, a parere del senatore, metterebbe in corretto equilibrio l'art. 21 della Costituzione con quelli a salvaguardia della vita e dell'incolumità di ognuno (art. 2 e 13). Un equilibrio necessario agli occhi del senatore del PdL, dal momento che il legislatore non dovrebbe più attendere oltre ad arginare un fenomeno ritenuto già pericoloso dal ministro dell'Interno Roberto Maroni.
In attesa di un testo definitivo della proposta di legge non sono attualmente emersi dettagli sull'eventuale responsabilità di intermediari come Facebook, dinanzi a reati come quello sottolineato da Lauro. Il social network in blu aveva già dato la propria disponibilità al dialogo con il governo e aveva provveduto a chiudere i vari gruppi che inneggiavano al gesto violento di Massimo Tartaglia, oltre a diramare un comunicato ufficiale in cui si dichiarava contrario a certe manifestazioni della libertà del pensiero espresse dai suoi utenti.
Stando a quanto dichiarato, dovrebbero essere attualmente soltanto i comuni netizen a rischiare da 3 a 12 anni di carcere per reati come l'istigazione alla violenza a mezzo Facebook o blog. Lauro ha inoltre presentato una mozione parlamentare per discutere presto in Senato di cultura informatica e di quelli che sono stati definiti effetti perversi derivanti dall'uso patologico di giovani e giovanissimi del cellulare. Nonché delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche.