Quanti sono stati gli italiani nel mondo che fino ad ora hanno votato per le elezioni del 9 e 10 aprile?

Si sono avuti ieri i primi dati sull'andamento delle operazioni di voto all'estero per le prossime politiche del 9 e 10 aprile.
Sulla base dei dati disponibili l'altro ieri alle ore 20.00 italiane, la Farnesina ha fornito alcune indicazioni: il numero degli elettori nella circoscrizione estero è di circa 2.700.000, comprensivo dei circa 14.000 cittadini temporaneamente residenti all' estero (militari, dipendenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e docenti universitari).
Ieri risultavano aver espresso il proprio voto il 34,23% degli aventi diritto, infatti le buste contenenti le schede votate restituite ai Consolati risultano essere 914.690, pari appunto al 34, 23% del totale dei plichi inviati.

Un dato destinato ad aumentare, poiché molte sedi confermano di continuare a ricevere una notevole quantità di buste.
In Europa la media delle buste ricevute sul totale di plichi inviati è di circa il 32%. In America Latina (media di circa il 42%) si è oltrepassato il 50% in molte circoscrizioni consolari di Argentina, Uruguay e Venezuela. In America del Nord la media è 28,65%, ma si registrano alte percentuali di voto a Montreal (quasi 48%). Nella ripartizione Africa-Asia-Oceania la media è del 36%.

Lo spoglio dei voti degli Italiani all'estero inizierà lunedì 10 aprile subito dopo la chiusura dei seggi italiani.

Qualche curiosità nei dati di affluenza
Non è soltanto uno spoglio elenco di dati, no. Le percentuali sull'affluenza al voto degli italiani all'estero riservano alcune ''curiosità''.
Per esempio, tanto per cominciare, che si va da un minimo di votanti pari al 4,17 % degli aventi diritto in Guinea, ad un massimo del 100 per cento, registrato nella Repubblica di Palau (Isola Stato a sud ovest delle Filippine); ed in Iraq, dove hanno votato i militari italiani. Oppure, che negli Stati dell'Est Europeo e tra le repubbliche dell'ex Unione Sovietica, le percentuali dei votanti sono state altissime, in alcuni casi superiori a quella che si registra solitamente in Italia. Al primo posto, l'Azerbaijan dove ha votato il 91,3 % degli aventi diritto, seguito dalla Lettonia (75%); quindi, Estonia (77,46%), Albania (71,9%), Polonia (58,39%), Slovacchia (57,41%), ex Repubblica Jugoslava di Macedonia (53,33%), Bulgaria (50,73%), Slovenia (49,76%), Repubblica Ceca (40,37%). Appena più sotto troviamo Ungheria (42,72%), Serbia e Montenegro (38,99%), Ucraina (23,79%), mentre ultimi sono due stati che rappresentano zone che, dal punto di vista geo-politico, sono ancora ''sensibili'': Bosnia Erzegovina (9,84%) e Croazia (9,07%).
Anche il ''continente nero'' si fa notare per i forti afflussi: specie in Mozambico (83,81%), Eritrea (72,68%), Marocco (56,13%), Angola (54,79%), Uganda (55,32%), Congo (53,41%), Tunisia (51%). Anche i Paesi arabi, dove si segnalano in particolare l'Oman, in cui ha votato finora l'87,21 per cento degli aventi diritto, seguito da Libano (63,71%), Emirati Arabi Uniti (60,36%), Giordania (59,13%).
Va detto anche che la lontananza, per quanto riguarda il voto all'estero, non è stata ''come il vento''. Rilevanti sono i dati registrati nello Sri Lanka (70,31%), mentre tra quelli che superano la quota del 50 per cento ricordiamo il Giappone, fermo al 60,27%, India (50,63%), Laos (68,42%), Repubblica di Corea (59,33%).
Le buone novelle, per finire, vengono, naturalmente dall'America Latina: in Uruguay ha votato il 59,19, mentre in Argentina è stato sfiorato l'obiettivo 50% (ha votato finora il 47,46 per cento degli aventi diritto), mentre delude il Venezuela, con 39,19 rispetto al 45,59 dei Comites del 2004, e il Brasile, con 36,49% contro il 44,06 del 2004. [Aise]