Quattro giovani volontari italiani su 10 quest'anno rinunceranno alle vacanze per il loro impegno sociale
In Italia, quattro giovani volontari su dieci rinunciano alle vacanze a favore del loro impegno sociale e, solo quest'anno, saranno tre milioni i giovani che rinunceranno alle spiagge per restare a casa.
Edonisti? Egoisti? Insensibili? Il ritratto che emerge da molte inchieste condotte sui giovani in Italia è letteralmente sconfessato dai dati, secondo i quali, in estate, il numero dei ragazzi che rinuncia a parte delle vacanze per aiutare il prossimo, cresce del 15%.
A rivelarlo è l'Osservatorio ''Gli Invisibili'', creato dai giovani della Margherita in collaborazione con il massmediologo Klaus Davi.
Le stime parlano chiaro. Quest'anno saranno circa 3 milioni i giovani tra i 15 e i 34 anni che non andranno in vacanza, confermando un dato registrato nel 2005 che parlava di 2 milioni e 500 mila ragazzi (18% dei giovani) che nel periodo estivo sono rimasti a casa (Fonte Iard). L'Osservatorio 'Gli Invisibili' ha condotto una ricerca su un panel di 200 tra psicologi, assistenti sociali e operatori del terzo settore, per capire come questi giovani trascorrono il proprio tempo libero durante il periodo estivo.
Ma veniamo ai dati. Secondo la ricerca dell'Osservatorio, 4 volontari su 10 sono giovani tra i 15 e i 34 anni (il 42% del totale), che si dedicano con costanza ad attività di volontariato, sia in forma ufficiale che ''sommersa''. Un dato destinato a crescere nel periodo più caldo dell'anno (+15%) grazie alle associazioni che organizzano centri estivi con bambini e disabili o assistenza e supporto agli anziani.
Del resto, che i giovani italiani non fossero solo ''edonisti'' emergeva già da uno studio condotto dall'Ipsos (elaborazione dati Istat), secondo il quale sui 3 milioni e 300 mila volontari italiani, ben il 22% sono giovani di età inferiore ai 29 anni.
E 'Gli Invisibili' ha tracciato un identikit del giovane volontario-tipo. Si tratta soprattutto di donne (55%), nel 44% dei casi i giovani svolgono queste attività con costanza, impegnandosi almeno 4 giorni al mese, solitamente in coincidenza del week-end. Le attività in cui è maggiore il loro sono assistenza sociale (67% suddiviso tra aiuto ai minori a rischio, assistenza agli anziani, ai disabili e agli extracomunitari), operazioni di protezione civile (21%) e donazione di sangue (8%).
Ma l'aiuto verso il prossimo non si limita al solo volontariato. Per 'Gli Invisibili', 7 giovani su 10 che fanno volontariato aiutano con costanza anche in famiglia, dando vita a un fenomeno che può essere definito di ''volontariato sommerso''. In particolare, il 23% si occupa di tenere in ordine la camera, il 19% guarda il fratellino/sorellina, il 17% va a fare la spesa, il 15% cucina, il 10% assiste il nonno/a, il 9% va alla posta o in banca per pagare le bollette.
Quali le rinunce che i giovani impegnati sono pronti a fare pur d'aiutare chi è meno fortunato?
Il 28% dei giovani sacrificherebbe un'uscita con gli amici, seguono quanti danno in pegno un giorno di vacanza (21%) o svaghi come la palestra (18%), il cinema (10%) e la partita della squadra del cuore (9%), purché sia per una buona causa.
D'altro canto le motivazioni che spingono i ragazzi a dedicarsi al volontariato sono davvero forti. La maggior parte, infatti, dichiara di farlo perché desideroso di sentirsi indispensabile per qualcuno (29%). Seguono quanti cercano un modo per arricchirsi moralmente (18%), chi vuole fare un’esperienza nuova e coinvolgente (16%) e chi lo ritiene una buona occasione per reagire a un periodo di difficoltà in famiglia (12%).
Generalmente, i giovani si avvicinano al mondo del volontariato spinti da amici e conoscenti che già sono impegnati in questo genere di attività (34 % dei casi). Anche le parrocchie e la Chiesa giocano un ruolo da protagonisti nell’avvicinare i ragazzi al terzo settore (25%), seguito della famiglia, che cerca sempre di invogliare i propri figli a cercare nuovi stimoli (22%). Infine, un ruolo importante per raccogliere informazioni e avvicinarsi al mondo dell’associazionismo lo recitano le campagne informative e di sensibilizzazione, promosse dalle stesse associazioni su radio, tv e giornali (15%).
Fonte: Aise