Quei favori fatti ai boss. A Torretta (PA) un concorso pubblico truccato per la nipote di Provenzano
Raffica di avvisi di garanzia nel comune di Torretta
I boss di Cosa nostra si sarebbero infiltrati nell'amministrazione comunale di Torretta, un piccolo comune della provincia di Palermo, dove i carabinieri hanno sequestrato documentazione e notificato avvisi di garanzia a tre dipendenti comunali indagati perché accusati di aver ''aiutato in un concorso pubblico'' la nipote del boss latitante Bernardo Provenzano (che è stata pure indagata), facendola assumere, secondo l'accusa, senza averne i titoli. Altre sette persone sono state iscritte nel registro degli indagati per abuso d'ufficio e falso ideologico.
L'inchiesta riguarda due distinti bandi di concorso per la selezione di volontari da impiegare in servizi socio-assistenziali ai portatori di handicap e per l'assegnazione di tre borse di lavoro.
I tre dipendenti comunali indagati (Salvatore Gambino, di 42 anni, Capo area ufficio affari generali del Comune, Maria Stella Candela, di 44 anni, impiegata dell'Ufficio servizi sociali e Paola Fasciana, di 31, assistente sociale), facevano parte della commissione esaminatrice, mentre gli altri sette erano i partecipanti al concorso, alcuni dei quali sono stati indicati come ''vicini'' alle cosche mafiose della zona.
Secondo quanto sinora accertato dai militari dell'Arma, tutti i componenti della Commissione esaminatrice per la selezione di quattro volontari civili da impiegare al servizio di portatori di handicap, avrebbero illecitamente agevolato l'assunzione delle quattro persone risultate poi vincitrici del concorso, consentendo alle stesse di esibire, contrariamente alle previsioni del bando di concorso, titoli preferenziali dopo la presentazione delle domande.
Tra queste, Maria Rosa Palazzolo, di 21 anni, residente a Torretta, nipote del capomafia Provenzano. La ragazza era terza nella graduatoria di merito, ed avrebbe tra l'altro attestato falsamente nella propria domanda di aver presentato tutta la documentazione dei titoli posseduti, particolare che non è risultato veritiero alla data della domanda. Palazzolo avrebbe anche fornito un certificato di pregresse esperienze professionali falso e che è costato un'informazione di garanzia anche per Francesco Paolo Costa, di 34 anni, legale responsabile della casa di riposo per anziani San Calogero.
In un servizio sull'accaduto, realizzato dall'edizione regionale del Tg3 , illuminante l'intervento di un'abitante di Torretta, che rispondendo alla domanda del giornalista ha detto: ''Ma vi sembra veramente tanto strano che la nipote di Provenzano sia riuscita a vincere un concorso pubblico?''.
Intervento che abbiamo definito illuminante, perché è facile, per un siciliano, riconoscere nelle parole dell'intervistato la realtà corrente dei concorsi pubblici che si svolgono nei comuni e nelle province di tutta la Sicilia. Una realtà, quella del favoritismo, conosciuta da tutti, indistintamente, e che coinvolge trasversalmente tutte le classi sociali, ma che a Torretta ha fatto più scalpore per la presenza di un nome come quello del super latitante Bernardo Provenzano.