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Quei "Quaderni di Serafino Gubbio" troppo dimenticati...

Il quotidiano spagnolo El Mundo mette l'opera di Pirandello sul podio dei capolavori da rispolverare

28 agosto 2013

"Sono operatore. Ma veramente, essere operatore, nel mondo in cui vivo e di cui vivo, non vuol mica dire operare.
Io non opero nulla.
Ecco qua. Colloco sul treppiedi a gambe rientranti la mia macchinetta. Uno o due apparatori, secondo le indicazioni, tracciano sul tappeto o su la piattaforma con una 1unga pertica e un lapis turchino i limiti entro i quali gli attori debbono muoversi per tenere in fuoco la scena.
Questo si chiama segnare il campo.
Lo segnano gli altri; non io: io non faccio, altro che prestare i miei occhi alla macchinetta perché possa indicare fin dove arriva a prendere."

C'è un Pirandello famoso in tutto il mondo, ed uno, a quanto pare, dimenticato, e tutto da rispolverare. La pensa così "El Mundo", che ha affidato al giornalista e critico letterario Javier Santillàn una classifica sui capolavori trascurati. Il secondo posto, tra le dieci opere della letteratura di tutti i tempi da andare a riscoprire approfittando dell'estate, spetta al pirandelliano "Quaderni di Serafino Gubbio operatore", storia di un cineoperatore vittima dell'era moderna.
"Considerata dalla critica letteraria - scrive Santillàn - nel novero delle opere migliori dell’autore insieme a quelle più famose 'Cuadernos' mostra l’inquietudine davanti al mondo presente, opera del geniale Nobel. Scritta nel 1915 anticipa la disumanizzazione della società di oggi".

Classificato secondo solo al portoghese José Maria Eça Queiros, il siciliano Pirandello è di molto avanti nella classifica dell’unico altro italiano, Italo Calvino, al nono posto dei consigli di lettura "classica" con il non tanto dimenticato "Le città invisibili".
Tra gli altri in classifica il poeta inglese Robert Graves, Albert Camus con "La morte felice", autori non proprio dimenticati ma citati ma comunque da riscoprire perché ancora attuali. Proprio come nel caso dello scrittore agrigentino, precursore delle ansie post moderne per eccellenza, per dirla come il giornalista de El Mundo: "Se fosse vivo oggi chissà cosa non scriverebbe Pirandello?" [Articolo di Paola Cacace - Corriere del Mezzogiorno]

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28 agosto 2013
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