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Quei ''santini'' trovati nel covo...

La storia (farlocca) dei facsimile del governatore Totò Cuffaro trovati nel covo di Bernardo Provenzano

14 aprile 2006

Nell'ultimo covo dell'ex superlatitante Bernardo Provenzano, si sono trovati tanti, tantissimi elementi importanti che sicuramente porteranno a nuovi e sconvolgenti risvolti per quello che riguarda, ad esempio, il rapporto intercorso - dopo la stagione stragista degli anni Novanta - tra la mafia, la politica e la classe imprenditoriale e professionista, la vicinanza , insomma, tra la mafia e  i cosiddetti ''colletti bianchi''.
Oltre ai ''pizzini'' dentro l'inospitale casolare sono state trovate anche le tracce di un'esistenza difficile, austera, senza comodità né agi. Indizi di una vita al limite, fatta di pochissime cose ma fortemente simboliche. La cicoria, il miele, il formaggio fresco come elementi di quel mondo contadino da dove Provenzano veniva e al quale è ritornato, e dal quale, quasi sicuramente non si è mai allontanato. Le due vecchie macchine per scrivere, una delle quali più moderna, perché seppur Provenzano è riuscito a non lasciarsi ''abbindolare'' dalla comodità delle nuove tecnologie, ha dovuto cedere all'incalzare del progresso cambiando, con una macchina per scrivere elettrica (ci immaginiamo che lui la chiamasse ''elettronica''), la sua vecchia ''Olivetti Lettera 32'' per la quale trovare i rulli inchiostrati è diventato un'impresa sempre più difficile. Le due bibbie, lette chissà quante volte e sottolineate a matita. Da queste le frasi evangeliche che chiudevano i suoi messaggi, e l'assurda mistica della sua figura: boss feroce e crudele, eppur devoto e ascetico. Una devozione che si scorge anche nei ''santini'' della Madonna appesi al capezzale del suo letto, capezzale al quale, probabilmente, ha pregato prima di addormentarsi per se e per la sua cara famiglia.

E a proposito di ''santini'', altri ne sono stati trovati nella stalla attigua alla stamberga, stalla dove il pastore Salvatore Marino ogni mattina faceva la ricotta calda che poi offriva al suo ''importante'' ospite. I santini di cui parliamo però, non raffiguravano santi, madonne o cristi, ma uomini di questa terra, uomini politici. Infatti sopra un ripiano dentro lo stanzone sono stati trovati i fac-simile elettorali del presidente della Regione Totò Cuffaro e del sindaco di Corleone, Nicolosi, quest'ultimi per la candidatura al Senato con il partito ''Nuova Sicilia''.
Una scoperta interessante per gli investigatori, inquietante per i due effigiati.
Cuffaro che di gatte da pelare con la mafia non gliene mancano mai, ha subito dichiarato di essere estraneo al fatto e che di quei fac-simili per le imminenti elezioni regionali ne sono stati stampati più di tremilioni e sparsi per tutta la Sicilia, perciò vai a vedere chi ce li ha portati la dentro. Fatto sta che quei ''santini'' trovati la non sono stati un bel ritorno d'immagine con le elezioni proprio dietro l'angolo, anzi. Quindi, Totò Cuffaro si è attivato personalmente per capire cosa potesse stare dietro a quello che, secondo la sua logica, è sembrato trattarsi dell'ennesima congiura contro la sua persona.

Detto fatto, il presidente ha chiesto al Tgs, la Tv del Giornale di Sicilia, la cassetta con le immagini del servizio che hanno ripreso il ritrovamento dei fac-simile nella stalla, e dopo un'attenta visione e ri-visione il governatore ha scoperto il grande intrigo, che alla fine s'è scoperto in realtà una farsa. Andiamo a raccontare...
Ieri il presidente Totò Cuffaro annuncia un'importante conferenza stampa dove spiegherà cosa c'è dietro il ritrovamento dei suoi ''santini'' dentro il covo di Bernardo Provenzano.
All'appuntamento accorrono giornalisti, fotoreporter e videocamere in quantità. Accanto a Cuffaro il presidente dell'Assemblea regionale Guido Lo Porto.
''I miei fac-simile elettorali non c'erano nel locale attiguo il covo del boss Bernardo Provenzano. Qualcuno si è preso la briga di metterli lì apposta. Mi piacerebbe sapere perché si è messa in piedi una sceneggiata simile. Spero non si tratti di un'intimidazione squallidissima'', ha detto Cuffaro, che ha poi mostrato ai presenti l'intero filmato di 13 minuti che un operatore di Tgs ha girato subito dopo la cattura di Provenzano, all'interno del covo.
Nel filmato si nota come inizialmente non ci sono fac-simile elettorali, che invece compaiono nella parte finale del filmato. Cuffaro ha annunciato di aver presentato una querela contro ignoti e di aver riferito la vicenda il ministro degli interni e al presidente della Camera. ''Guardando il filmato trasmesso alla tv - ha raccontato Cuffaro - mi è sembrato strano vedere il mio facsimile insieme a quello di Nuova Sicilia. Se bisogna dare un'indicazione di voto, non è strano portare i volantini di due candidati al Senato di due partiti differenti?''.
''Tra la foto del Corriere della Sera e le immagini di Tgs - ha proseguito il governatore siciliano, visibilmente scosso - ho notato un'anomalia: il facsimile cambiava posizione. A questo punto ho chiesto a Tgs il filmato integrale e ho fatto l'amara scoperta. Nei 13 minuti del girato l'operatore passa a setaccio l'intero casolare. Si sofferma puntigliosamente su ogni oggetto. Poi la cinepresa esce, riprende l'esterno. Da quando l'operatore esce dal covo a quando vi fa rientro perché qualcuno lo richiama passano sei minuti. Una volta dentro l'operatore riprende quei volantini che prima nello stesso posto non c'erano. Nel sapere che quei volantini non c'erano e che qualcuno li ha messi lì apposta e ha chiamato gli operatori per filmarli, ho provato un po' di angoscia. Mi auguro sia stata una ragazzata. In caso contrario, se cioè qualcuno ha messo in piedi questa sceneggiata per intimidirmi alla vigilia delle elezioni regionali, quel qualcuno sappia che non mi ha intimidito e che continuerò a fare il presidente della regione''.

Alla fine della conferenza stampa un giornalista del Giornale di Sicilia che lavora anche per Tgs, ha chiesto la parola: ''Presidente, sono stato io a trovare quei volantini arrotolati in un portapenne e metterli accanto al lavabo per farli fotografare''.
Il giornalista è stato ascoltato poi dalla Questura. ''Quello che è avvenuto in quel locale - ha detto - l'ho detto ai poliziotti che mi hanno interrogato. Nel pomeriggio (di ieri, ndr) l'ho anche ribadito al presidente Salvatore Cuffaro. Non ho messo nulla in quei locali. Ho solo evidenziato, come spesso facciamo nel nostro lavoro di cronisti, un particolare che mi sembrava interessante facendo inquadrare alla telecamera i fac simile che erano già lì''.
Nonostante tutto Cuffaro, che con Massaro s'è rivisto i filmati in cui il cronista sistema meglio i fac-simile per la ripresa e ne porta via uno, non si è convinto. ''Tale racconto - ha replicato Cuffaro - già di per sé grave e non solo sotto il profilo deontologico, non coincide con le immagini che filmano il cronista nell'atto di compiere il gesto. Ho provveduto ad inoltrare anche questo documento filmato all'attenzione della Polizia di Stato''.

A questo punto, sembra che al presidente della Regione siciliana non rimanga altro da fare che seguire l'ironico consiglio che ieri il capogruppo Ds alla Camera Luciano Violante gli ha dato: ''il presidente Cuffaro denunci Provenzano per appropriazione indebita di fac-simile''.

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14 aprile 2006
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