Quei tesori di carta conservati nelle ricche biblioteche d'Italia. A Roma un libro sul ''Codice Resta'' di Palermo
''Libro d'arabeschi ed altri ornati'' è il titolo di un prezioso volume di 242 pagine, ritrovato circa 10 anni fa nei ricchi fondi manoscritti della Biblioteca Comunale di Palermo, con 292 disegni e 15 stampe raccolti da Padre Sebastiano Resta (Milano, 1653 - Roma, 1714), figura chiave del collezionismo e del mercato del disegno tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento.
Superato lo stupore della scoperta, gli studiosi intuirono di aver ritrovato uno degli oltre 30 volumi di disegni che padre Resta collezionava organizzandoli per argomenti o per scuole, tutti glossati da ampie scritte autografe che fornivano importanti notizie sull'attribuzione, la provenienza e la storia.
Questi volumi sono oggi per la maggior parte smembrati e i fogli sono conservati nei maggiori gabinetti di disegni di tutto il mondo. Solo 5 restano ancora integri: la celebre Galleria Portatile e un piccolo volume di copie di Rubens da sculture antiche entrambi conservati nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, un volumetto intitolato ''Correggio a Roma'' al British Museum di Londra, un piccolo taccuino del Figino oggi al Metropolitan Museum di New York, un volume di studi di un allievo di Pietro da Cortona alla Biblioteca Nazionale di Roma.
Si aggiunge ora ad essi il Codice ritrovato a Palermo. L'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma ha restaurato tutti i disegni con un lungo e accurato intervento del proprio ''Laboratorio opere d'arte su carta'', avvalendosi anche di esami strumentali e diagnostici di altissima specializzazione, in collaborazione con i Laboratori di Chimica dell'Istituto Centrale per il Restauro e del Centro di Fotoriproduzione Legatoria e Restauro per gli Archivi di Stato.
E proprio nella sede dell'Istituto, a Palazzo Fontana di Trevi, è stato presentato nei giorni scorsi, ''I Disegni del Codice Resta di Palermo'' il volume edito da Silvana editoriale a cura di Simonetta Prosperi Valenti Rodinò (pp.360, euro 70, 307 illustrazioni a colori e 70 in b/n).
Alla presentazione, introdotta dal direttore dell'Istituto, Serenita Papaldo, dal direttore della Biblioteca Comunale di Palermo, Filippo Guttuso, e da Antonella Purpura, direttore dell'Assessorato alla Cultura, sono intervenuti Nicole Dacos Crifò dell'Université Libre de Bruxelles, Julien Kliemann dell Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck fur Kunstgeschichte, e Alessandro Zuccari dell'Università di Roma La Sapienza.
Il ritrovamento nei fondi manoscritti della Biblioteca Comunale di Palermo del Libro d'arabeschi, che padre Sebastiano Resta spedì intorno al 1690 al suo amico e corrispondente padre Giuseppe del Voglia, non solo rappresenta un'eccezionale scoperta sul patrimonio grafico ancora ''sepolto'' nelle biblioteche italiane, ma consente anche di far luce sul panorama del collezionismo del disegno in Italia meridionale, ancora troppo trascurato.
Il codice, pubblicato ora per la prima volta, è presentato da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, profonda conoscitrice del disegno italiano del Seicento. La studiosa illustra, nel primo saggio del volume, la storia del codice e la figura di Padre Resta, collettore di una corposissima raccolta di grafica, oggi in gran parte smembrata, di cui il codice di Palermo rappresenta un importante tassello. La storia del collezionismo grafico in Sicilia è invece argomento del saggio di Vincenzo Abbate, mentre Filippo Guttuso spiega, nel suo intervento, come il codice sia giunto nella Biblioteca Comunale di Palermo.
Segue il catalogo dei disegni, restaurati in occasione della mostra dall'Istituto Nazionale per la Grafica, che appartengono ad autori di prima grandezza, tra i quali vanno almeno ricordati Pietro da Cortona, Perin del Vaga e Francesco Salviati.
Il prossimo passo dell'Istituto Nazionale della Grafica sarà, almeno questo è l'auspicio, quello di riproporre al pubblico romano il ''Libro d'arabeschi di Palermo'' in una mostra, la stessa che già è stata ospitata fino alla scorsa settimana dalla città di Palermo, presso la Galleria d'Arte Moderna. La mostra ha reso omaggio all'eccezionalità del ritrovamento e degli studi scientifici che lo hanno seguito, offrendo l'opportunità di ammirare una selezione di 120 raffinatissimi disegni prima che l’intero corpus delle opere venga ricomposto nel volume originario. [Aise]