Quel fenomeno di Matteo Renzi
La visita a Siracusa del premier più smart, più social, più young di sempre
Lui è smart, è social, è young. Lui posta, twitta, wappa. Renzi è moderno. Anzi no, Renzi è contemporaneo… No, no, Renzi è futuro. Lo sa e lo da a vedere. Di continuo. In continuazione. Non ha penne e taccuino, ma smartphone e tablet. All’orecchio ha spesso un auricolare. Ascolta te, te e pure te e pure l’altro. Ascolta tutti. Ma non ha importanza. Fa una faccetta, ne fa un’altra e giù a parlare di "problemi seri, importanti" senza mai, però, scendere troppo nel dettaglio… "Gli incontri pubblici sono veloci e non c'è tempo per approfondire". Le domande dei giornalisti? "Beh, non servono, avete preso i video di tutti i miei interventi...".
Ieri questo fenomeno è stato a Siracusa. Prima di tutto è andato ad incontrare i bambini, il futuro. La sua prima visita siciliana da premier l’ha cominciata dall'Istituto Salvatore Raiti, una scuola intitolata a un giovane carabiniere siracusano ucciso dalla mafia nella strage della circonvallazione di Palermo del 16 giugno 1982. I bambini (che sono bambini) hanno accolto il presidente con una canzoncina. "Jump and clap" con dedica e applausi. "Come Mussolini con i figli della Lupa" dirà Beppe Grillo sul suo blog.
Renzi tra i bambini - che tutti chiamano Matteo - fa un sondaggio sul consumo dei social network, gira tra i piccoli spettatori, sempre pronti a dare un cinque a quel presidente che non sembra un presidente, e fa domande, sorride e li fa sentire partecipi di qualcosa di veramente fenomenale.
Una bimba, Maria Angelica, gli dice: "Le raccontiamo i nostro sogni. Ci farebbe piacere se li ascoltasse". E Matteo sorride ed è subito tutto orecchie.
Ma il premier sta già prestando attenzione anche agli insegnanti. "Dal vostro lavoro ripartirà l'Italia". Rivolgendosi alla maestra Simona, che racconta di essere da 15 anni precaria, Matteo dice: "Che la scuola italiana torni ad essere la patria della bellezza e della cultura". "Quattro milioni per adeguare una scuola? E se con gli stessi soldi la buttassi giù? Io penso sia meglio buttar giù e rifarla" dice ancora Matteo, questa volta volgendo l’attenzione a un sindaco del siracusano che gli fa presenti i suoi problemi sul fronte dell'edilizia scolastica.
"Mi avete chiesto: preparaci un futuro. Il futuro cerchiamo di prepararlo insieme a voi e ai vostri insegnanti. Torno a Roma felice perché so di poter contare sui bambini di Siracusa".
E intanto posta, chatta, twitta, wappa… E’ un fenomeno.
Il presidente del Consiglio va poi all’appuntamento con gli imprenditori, i sindacati e i politici locali a palazzo Vermexio. Ad aspettarlo c’è l'"amico" sindaco Garozzo. Qui ringrazia gli imprenditori siracusani per la loro presenza, "perché hanno perso una mattinata di lavoro e non è mai semplice soprattutto in questo momento storico". "Non è possibile", spiega loro, "che si continui nel rifiuto ideologico" della possibilità di interventi dei privati "come se l'esercizio pubblico della fruizione culturale si garantisse solo attraverso la gestione pubblica". "Noi vogliamo dire a chi vuole intraprendere nel settore del turismo e dei beni culturali che questo Paese è attrattivo e consente di fare investimenti", che "questo Paese non ha paura di essere il Paese della cultura". Al sindacalista di turno dice ammiccante e rassicurante: "Paolo ti prego non parliamo più di tavoli istituzionali. No tavoli, only email"...
"Mi prendono in giro, dicono che faccio una riforma al mese. A questo Paese serve uno shock dal punto di vista amministrativo". "Un comune dopo le autorizzazioni per seguire tutte le procedure necessarie impiega oltre 8 mesi per fare la gara. In attesa di ricorsi Tar e sospensione: lavorano più gli avvocati che le amministrazioni", dice Matteo ai sindaci del Siracusano, ricordando "questo tema ai cittadini che si arrabbiano invece con i sindaci". "No a passerelle politiche, non ne abbiamo bisogno - dice ancora ai primi cittadini -. Dobbiamo fare cose operative".
Per il premier i segnali sono importanti: "Per questo voglio eliminare il Senato, non ci sarà un sostanziale risparmio economico, ma ridurremo il numero dei parlamentari". Proprio ciò che non piace alla gente comune…
"Mercoledì prossimo farò a Roma una corposa conferenza stampa di lancio di alcuni provvedimenti molto importanti, perché siamo pronti". "Mercoledì presenterò il piano casa: non ce la facciamo venerdì, lo stiamo rivedendo. E presenteremo anche il Jobs act e le misure per la scuola, misure che mettiamo tutte insieme per non incatenare i sindaci, ma scatenarli"...
Matteo alla fine va via. Ha lasciato tutti... frastornati. In molti hanno come l’impressione di non essere riusciti a porre la giusta questione al presidente del Consiglio. Però hanno ricevuto… una risp… no, non una risposta... hanno ricevuto… come dire… un, un, un messaggio. Sì, probabilmente un messaggio… Però…
Certo che è proprio un fenomeno sto Matteo Renzi.