Quel "filo rosso" che lega tutti gli attentati
Parla Il procuratore nazionale Antimafia dopo l'arresto di chi avrebbe procurato il tritolo per le stragi del '92, '93
"Lo avevano già fatto emergere le perizie balistiche, dunque si sapeva. Io lo dico da sempre che c'è filo rosso che lega tutto, nella strategia stragista della mafia".
Così il procuratore antimafia, Pietro Grasso, in una intervista al Giornale di Sicilia, alla luce dell'arresto da parte della Dia di Firenze, di Cosimo D'Amato, ritenuto dai magistrati fiorentini, il "collettore del tritolo" utilizzato per le stragi del '92 e '93.
"Gli attentati del '92 in Sicilia - aggiunge Grasso - non sono solo contro i nemici storici di Cosa nostra. Falcone doveva essere ucciso a Roma e poi il programma cambia, con la decisione di assassinarlo a Palermo. La finalità dell'attacco terroristico allo Stato è sempre presente, sin dall'inizio: si comincia con l'eliminazione di Falcone e Borsellino e si prosegue spostando gli obiettivi sul Continente e sul patrimonio artistico dello Stato". Ed è in questo periodo che, secondo quanto emerge dalle indagini, c'è la trattativa Stato-mafia. "Certamente è in questo periodo - dice Grasso - che si trascurano obiettivi, uomini politici già individuati che dovevano essere uccisi in Sicilia. Nel '92 la trattativa, se è vero quel che dice il pentito Giovanni Brusca, languiva e ci voleva 'un altro colpettino'".
[Informazioni tratte da ANSA, Corriere.it]
- Nuovo arresto per le stragi di mafia (Guidasicilia.it, 12/11/12)