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Quel prezioso scrigno che si chiama Pantelleria (TP) è ancora pieno di meravigliosi gioielli

Nell'isola siciliana rivede la luce una parure di gioielli egiziani

24 agosto 2005

I tesori di quello scrigno siciliano che risponde al nome di Pantelleria, non finiscono di stupire.
E' venuta alla luce, sulla costa nord - occidentale dell'isola, una parure costituita da due orecchini in bronzo ad anello circolare a sezione piano-convessa e una collana di grani in pasta vitrea globulari con al centro un pendente appuntito in bronzo, quasi certamente provenienti dall'Egitto.

I gioielli scoperti nella zona di Mursia, erano in una delle ultime capanne quadrangolari che risalgono ad un insediamento del XVI secolo avanti Cristo. Gli oggetti ''chiaramente importati dal vicino Oriente - ha spiegato l'archeologo e sovrintendente del Mare, Sebastiano Tusa - dimostrano che questo insediamento era uno scalo marittimo importante nelle antiche rotte commerciali del Mediterraneo''.
Pantelleria dunque, anche come una sorta di emporio commerciale inserito in un sistema mercantile mediterraneo che collegava l'Egeo, l'isola di Cipro, il vicino Oriente, il delta del Nilo, l'Italia meridionale, il Nord-Africa, e la Sicilia.
''I gioielli scoperti - ha continua detto Tusa - sono quasi certamente di provenienza o egiziana o siro-palestinese. Gli ulteriori studi permetteranno di individuarne con precisione la provenienza''.
La parure ''sarà stata nascosti dalla proprietaria in un sacchetto di tessuto - dice il sovrintendente del Mare - probabilmente terrorizzata dall'incendio provocato da ignoti invasori o pirati che è stato inoltre la causa della fine dell'insediamento di Mursia. Il crollo del tetto ligneo della capanna a causa delle fiamme, ha coperto fino ad ora vasi, utensili, suppellettili varie, e oggi possiamo dire anche gioielli di notevole fattura e importanza archeologica''.

La materia prima con cui sono fatti gli orecchini, rame o bronzo, ''farebbe pensare ad una provenienza da Cipro o dall'Anatolia - ha spiegato dice Sebastiano Tusa - ma la loro foggia indurrebbe ad una fattura egiziana. Malgrado la forma ad anello largo, infatti, fosse molto comune nel mondo antico, essi erano molto in uso tra le donne nel secondo periodo intermedio egiziano (1700-1550 a.c). Egiziana dovrebbe essere anche la collana di grani in pasta vitrea per la tonalità cromatica tendente al blu cobalto e al giallo oro''.

Ma questi ultimi ritrovamenti non sono gli unici oggetti rinvenuti a Pantelleria provenienti dalla zona mediorientale, essi infatti si aggiungono ad altri oggetti scoperti in precedenti campagne di scavo che testimoniano anch'essi contatti marittimi con l'Egitto, Cipro, la costa siro-palestinese e l'Egeo mesoelladico. Si tratta di una perlina in cobalto con filo d'oro di origine egiziana, un frammento di vaso carenato dipinta di fattura egiziana e vasi mesoelladici dell'Egeo e del Peloponneso.

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24 agosto 2005
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