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Quel traffico internazionale di rifiuti speciali...

Il Procuratore di Palermo: "Non possiamo escludere che ci sia la mafia dietro il traffico di rifiuti che abbiamo scoperto"

10 settembre 2010

La Capitaneria di Porto di Palermo ieri ha scoperto un grosso traffico internazionale di rifiuti speciali in partenza dalla Sicilia verso il nord Italia e l'Africa. Tredici le società finite sotto inchiesta, di cui tre siciliane. I titolari sono stati denunciati per violazione delle misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza rifiuti in Campania e Sicilia contenute nel decreto legge del 6 novembre 2008.

Sotto sequestro sono finiti tre impianti per la demolizione di automobili di proprietà della ditta Mps con sede in via Michelangelo a Palermo, della Autodemolizioni Castelvetrano nell'omonimo paese nel Trapanese, e della Demolfer 4 di Marsala. Ed ancora, sono stati sequestrati dieci mezzi pesanti (7 semirimorchi, 2 motrici e un autocarro) e oltre duecento mila chili di rifiuti speciali, tra rottami meccanici, materiali ferrosi e olii esausti.
L'operazione ha preso il via nel marzo scorso con il sequestro, nel Porto di Palermo, di due semirimorchi carichi di carcasse di macchine. La Procura aprì un'inchiesta e delegò per le indagini il Nucleo speciale di intervento della Capitaneria di porto e il Nopa dei vigili urbani.
Quella scoperta dagli investigatori sarebbe un'organizzazione radicata sul territorio che poteva contare sull'appoggio di società di demolizioni, autotrasportatori, spedizionieri, armatori, faccendieri e centri di smaltimento rifiuti a Catania, Arese, in provincia di Milano, e Roma. Indagini sono ancora in corso per capire dove realmente finissero i rifiuti e se ci sia dietro la regia dei boss mafiosi.
Nei mesi scorsi sono stati sequestrati un container nel porto di Trapani, pieno di macchine demolite, con destinazione Porto Said in Egitto, e una nave, la Cristin, partita da Augusta e bloccata nel porto di Venezia con 15 mila tonnellate di rifiuti ferrosi a bordo.

"Non possiamo escludere che ci sia la criminalità mafiosa dietro il traffico di rifiuti che abbiamo scoperto" ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Antonino Gatto a margine della conferenza stampa alla Capitaneria di Porto. "L'organizzazione potrebbe anche essersi mossa - ha aggiunto - con il benestare di Cosa nostra. Abbiamo qualche segnale in tal senso che va verificato. Se ci sia Matteo Messina Denaro dietro lo smaltimento illecito dei rifiuti a Castelvetrano? Al momento diciamo che non ci sono elementi per affermarlo, ma continuano ad indagare".
Il riferimento sarebbe alle "fonti confidenziali", così vengono definite dagli investigatori, che avrebbe contribuito all'indagine e secondo cui i boss potrebbero avere utilizzato il business dei rifiuti speciali per riciclare denaro sporco.
L'ammiraglio Domenico Passaro, comandante della Capitaneria di Porto di Palermo, ha sottolineato, invece, il "ruolo strategico del Nucleo speciale di intervento, la cui creazione é stata espressamente richiesta dalle Procure della Repubblica per potere contare su personale specializzato". E sulla grande professionalità del Nope, il nucleo di tutela protezione ambientale dei vigili urbani, si è soffermato anche Serafino Di Peri, comandante della polizia municipale di Palermo: "Il nostro è stato il primo nucleo organizzato in Italia e oggi mettiamo il nostro lavoro al servizio di tutti. Quando le forze dell'ordine collaborano tra di loro si raggiungono importanti risultati".

L'ELENCO DELLE SOCIETÀ SOTTO INCHIESTA: Autodemolizioni Castelvetrano, 3 Esse Sanfilippo Isola delle Femmine, Demolfer 4 Marsala, Smacom Santa Srl Santa Ninfa, Lunardi Srl Firenze, Mps Palermo, Cassiba Trasporti Vittoria (Ragusa), Roccella Trasporti Palermo, Dm Trasporti Catania, Autotrasporti Veloce Bagheria, Italferro Santa Palomba Roma, Rottami Metalli Arese (Milano), Siciliana Metalli Servizi Industriali, Catania.

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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10 settembre 2010
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